Sono in piedi davanti al bancone del negozio e vista l'ora mattiniera, sono anche la prima cliente. Mi faccio fare due panini in vista del viaggio e dopo aver lasciato il negozio mi dirigo un po' assonnata alla stazione degli autobus.
Passo a fianco alla mia vecchia scuola; un porcaio ormai fatiscente ma ancora funzionante, considerata la presenza di studenti all' ingresso.
Non voglio soffermarmi troppo, non ho molti bei ricordi di quel posto e, purtroppo alcuni sono antecedenti all' incidente dei miei. Non proprio un gran divertimento.
Nonostante i miei sforzi però, un brutto ricordo affiora. Io che picchio un mio compagno dopo che mi ha tirato addosso della spazzatura deridendomi, proprio uno spettacolo favolo, gli ho fracassato in testa la sedia e sono finita in punizione e sospesa.
Sulle labbra non riesco a trattenere un sorriso e poi tiro avanti, chissà dov'era finito il tipo che avevo picchiato? Sarà ancora in questa cittadina?
Le mie domande si perdono nel momento in cui arrivo alla stazione, cerco con lo sguardo Olga ma non c'è. Decido di aspettarla nel bar della stazione, piccolo ma sufficientemente accogliente.
Passano i minuti, sono ormai le sette e un quarto e nessuna traccia della mia collega. Ho passato il tempo a scorrere le notizie della giornata sui giornali locali tramite le apposite pagine web. Sembrano esserci diversi casi di sparizioni in questa zona, chissà, magari l'hanno rapita? Lo sto per scoprire, attendo che il telefono cominci a squillare.
Niente, suona a vuoto.
Ormai sono le sette e venticinque e l'autobus è ormai arrivato e in attesa.
- Sarà meglio muoversi! - sussurro a denti stretti.
Invio un messaggio a Olga per avvisarla della mia partenza senza lei.
Non perdo tempo e mi precipito per salire sul mezzo, se si è addormentata potrà raggiungermi più tardi con un'altra corsa, certo che per essere un lavoro importante se la prende piuttosto comoda. Dopo essermi accomodata sul sedile le invio un messaggio per informarla che sono andata avanti.
Spero solo che, vedendo solo me, che sono una tirocinante il cliente non si avvilisca.
Ma realtà la cosa mi esalta, non sono mai andata in trasferta da sola e mai così lontano. Ha un che di avventuroso, quindi anche se per poco sarà divertente far finta di essere da sola.
L'autobus parte e dopo pochi tornanti ci lasciamo alle spalle il paese, e io, mi lascio alle spalle la realtà cadendo in un sonno profondo. L'effetto collaterale dell'insonnia è quello di far cadere le proprie vittime in un sonno quasi istantaneo quando ormai il loro corpo è stremato.
-Posso sedermi? - Un a voce gentile fa capolino alle mie orecchie e poi sento la mia spalla che viene toccata
Apro gli occhi, se pur intorpidita dalla posizione scomoda e dall' improvviso risveglio mi affretto a rispondere con impastato :- Si, si, prego.-
Mi strofino gli occhi e poi guardo fuori sperando di non aver dormito troppo; non è così ci siamo appena fermati ad un'altra stazione ma non è la mia, che sollievo.
-Che gentile, grazie.- La persona che parla è una vecchietta dall' aria gentile e cordiale, piùttosto robusta probabilmente sulla settantina.
Si mette comoda e tira fuori un ventaglio facendo si aria vistosamente nonostante porti un cappotto decisamente fuori stagione dal colore verde pisello.
-Santo cielo, che caldo!-
Dopo questa esclamazione si rilassa per qualche minuto, l'autobus è quasi pieno e il paesaggio attorno alla strada sembra così desolato soltanto qualche casa o fattoria di tanto in tanto si erge all'orizzonte e poi più niente.
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Il Sentiero Oscuro
Korku[storia completa] Nella notte. È nella notte che i nostri incubi ci fanno visita, e ci rivelano chi siamo. Nella notte, sempre lì, ad attenderci. Il mio incubo arriva puntuale. Chiudo gli occhi solo per un attimo, cercando di sfuggirgli. Ma esso ap...