Capitolo 22

3 1 0
                                    


Le pareti di questa struttura stanno tremando dalle fondamenta, quasi potessero crollare da un momento all' altro; i demoni stanno dall'arena ed ora si riversano alla ricerca famelica di spettri da divorare e di una via di fuga verso l'altro mondo. I fantasmi più deboli sono già stati divorati e ed ora i corridoi del castello sono brulicanti di ammassi neri e striscianti che cercano di entrare nelle stanze, lì dove risiedono gli spettri più caparbi e forti.

I fantasmi, ovvero, le truppe abituate a combattere ormai da secoli si sono immediatamente precipitati verso l'arena per fermare là fuori uscita di prigionieri e combattere gli invasori. Contengono l'ondata in attesa di ordini.

Non possono vincere e loro lo sanno, presto o tardi li divoreranno tutti e riusciranno ad andare nel mondo di fuori a distruggere ogni cosa.

Non m'interessa.

Una fitta alla spalla mi costringe ad appoggiarmi al muro di pietra ed a sedermi.

Dannata donna.

Nonostante io sia qui da più tempo di lei mi ha conciata per le feste, inoltre devo eseguire il mio compito e difendere questo posto o morirò divenendo l'albero. Ma devo medicarmi almeno un poco se voglio combattere.

Mi guardo attorno cercando di scorgere nel corridoio una porta che possa condurmi all' esterno deve essere qui da qualche parte mimetizzata tra le altre, fortunatamente, sono in grado di vederla. Eccola! L'ho vista cambia in continuazione ma tra qualche secondo dovrei poterla aprire mi devo solo alzare.

Mi rimetto in piedi a fatica e mi dirigo vero la porta accanto a me. Do una rapida occhiata in giro assicurandomi che nessun demone mi veda e, quando è il momento abbasso la maniglia ed entro richiudendo la porta immediatamente.

Vengo sommersa dal bagliore della luce che filtra dalla finestra della camera in cui mi sono infilata, abituata com'ero all' oscurità dell'altra parte, per qualche istante rimango disorientata da tanto chiarore. Dopo qualche istante riapro la porta ritrovandomi nella versione più amichevole del castello.

Arranco a fatica e riesco ad arrivare fino all'ascensore, m'infilo dentro e scendo al piano terra dove attraverso il salone d'ingresso per arrivare dietro alla reception. Riesco ad infilarmi e voltandomi per un attimo mi rendo conto di aver lasciato svariate macchie di sangue per terra.

Maledetta stronza.

La pagherai cara, aspetta solamente che mi rimetta in sesto.

Cerco febbrilmente tra i vari cassetti qualcosa da usare come disinfettante e finalmente trovo una cassetta del pronto soccorso nella quale c'è dell'alcool. Mi tolgo il vestito e mi getto sulla spalla ferita il disinfettante e non ho bisogno di altro. Il seme dell'albero della morte farà il resto devo solo attendere qualche minuto e poi sarò guarita e pronta a combattere.

Il suono di un citofono che interrompe i miei pensieri e mi mette in allerta; Chi diavolo è venuto qui? Dopo la tempesta evocata dal mio signore per tenere lontani i curiosi ed il terremoto chi diavolo vorrebbe avventurarsi in montagna? Poco importa basterà ignorarlo e se ne andrà solo, forse, è meglio controllare che non scavalchi.

Prendo l'interfono e guardo sul video e per poco non lascio cadere la cornetta.

Lei è lì-

- Pronto? C'è nessuno?!- Una donna anziana urla nel citofono con una voce che ben conosco.

È invecchiata. Mio dio, quanto tempo sarà passato?

- Devo farvi delle domande! Vi prego è importantissimo! -

Osservo ogni dettaglio che il collegamento mi permette di vedere; il grigio dei capelli, le guance ormai flosce, le rughe del viso gli occhi e la forma della bocca.

Il Sentiero OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora