Capitolo 3

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I rami degli alberi sembrano protrarsi verso di me come ad abbracciarmi. Il sole è alto ed il suo corpo è addormentato accanto a me.

È un bambino solare e vivace.

Abbiamo giocato per tutto il pomeriggio mentre avremmo dovuto seguire gli insegnamenti di Nualla. Non se ne accorgeranno fino a quando non torneremo.

Guardo ancora i rami dell'albero sacro ed ammiro il sole che filtra attraverso le sue foglie. Mio padre dice che non dobbiamo avvicinarci finché non saremo pronti o ci sarebbe accaduto qualcosa di terribile.

Il nonno, invece diceva che all' albero non importava se ci avvicinassimo o meno ma solo che gli portassimo rispetto.

Credo nel nonno e tal volta non gli credo.

A me sembra un normalissimo albero.

Abbasso gli occhi e cerco di ricordare il suo volto, era sorridente e rugoso come quello di un tronco d'albero raccontava un sacco di storie su luoghi lontani e caldissimi dove il sole poteva uccidere e da dove aveva appreso quella strana lingua.

A mamma non piaceva quando il nonno parlava a quel modo, ma lo rispettava in fondo era solo grazie a lui se il villaggio esisteva.

Mi manca terribilmente.

Non so perché ma mio padre è così distante e così diverso da lui, davvero creature così diverse possono essere imparentate?

Accanto a me Enric mugugna nel sonno qualche frase incomprensibile e si gira verso di me.

Sorrido.

Un giorno sarà lui il capo e la nostra famiglia continuerà a prosperare. E' ancora piccolo e non capisce ma un giorno dovrà fare tutto lui.

Strappo dei fili d'erba mentre osservo il fumo alzarsi.

Però forse lo aiuterò un poco. Non mi piace rimanere in vista ma neanche far nulla.

Spero di sposarmi con un uomo forte e buono e poter avere dei figli. Chissà che aspetto avrà, come parlerà? Solo quando mio padre l'avrà deciso potrò saperlo.

Mia madre dice che quando mi sposerò sarò una vera donna tutto quanto avrà per il verso giusto ed avrò tanti bambini d'accudire e curare. Per questo mi prendo cura del mio fratellino così posso fare pratica e devo dire che è divertente se tutti i miei figli saranno come lui da piccolo allora sarò veramente felice.

So curare molto bene, usando anche le erbe medicinali. Non sono brava però come Nualla, spero di poter imparare da lui.

Il vento soffia da est e muove le fronde sopra la mia testa senza alcuna ragione decido di osservare di nuovo il sole che passa attraverso i rami e per un'attimo trattengo il respiro.

Sono due occhi quelli?

Rimango completamente immobile e quelli che sembrano occhi continuano a fissarmi e io li fisso di rimando. Rimango lì incantata e senza parole fino a quando il vento si muove ancora e gli occhi svaniscono lasciandomi con una sola domanda.

Erano la mia immaginazione o l'albero sacro mi scrutava?

- Sorella? – la voce assonnata di mio fratello mi fa voltare. – Andiamo a casa? –

Lo guardo e gli sorrido.

- Si torniamo a casa. –

Mi avvio verso il sentiero la mano nella sua, non senza provare la sensazione di essere osservata.

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