Capitolo 12 ( parte 2)

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Lentamente il crepitio della torcia si allontana da me e la mia coscienza ritorna al presente. Mi sveglio. Prima del sogno l'unica cosa che ricordo è la moltitudine di spettri, tanti quanti il mio occhio poteva vederne e davanti a loro c'era Olga.

Olga che avrebbe dovuto essere morta.

La donna di cui ho potuto assaggiare il sangue quando il proiettile le ha trafitto il cranio, mi osserva accucciata davanti a me con uno sguardo privo di qualsivoglia sentimento.

Lo stesso che aveva quando mi ha tramortito.

Sembra passata un'eternità da quando sono entrata in questo castello solamente per una recensione, con la speranza di passare una settimana di relax poi, i risvolti soprannaturali hanno messo a dura prova la mai sanità e capacità di sorpresa ed ora una donna sembra letteralmente resuscitata davanti ai miei occhi. Non riesco a fare altro che osservarla stupefatta.

- Ben svegliata! – La voce non è sua, e non è lei a parlare ma un corvo posto su di una sedia finemente decorata.

Osservo i miei dintorni senza rispondere. Probabilmente devo essere in una delle stanze del castello, anche se, sembra un suntuoso salotto più che una camera; Davanti a me, una tavolata ricca di cibi e bevande si estende fino all' altra estremità della stanza. In fondo, noto qualcuno seduto ma non riesco a definire i suoi contorni. Il suo volto è troppo lontano e la luce troppo poca per poter vedere.

La stanza è piena di fronzoli e figure di porcellana raffiguranti diverse scene. Delle dame, cortigiani o degli animali. I colori sono così sgargianti da farmi venire la nausea, che pacchianata. Non ci sono luci elettriche ma solo candele che, per altro, non illuminano l'intero spazio così che le ombre delle figure sembrano danzare alla luce tremula del fuoco. Le pareti sono piene zeppe di quadri; Ritratti, per la precisione, di diverse persone. Non c'è un solo angolo che non ne sia stato tappezzato. Voltando la testa noto che anche il soffitto è decorato allo stesso modo. È angosciante; se camminando per i corridoi avevo la sensazione di essere osservata, ora quel sentore è così forte da mettermi in uno stato di profondo disagio.

Disagio che, prende ad intensificarsi man mano che i miei occhi si spostano verso la figura all' altra estremità della tavola, non riesco a tenere lo sguardo su quella figura dalle fattezze femminili e sembra intenta a impastare qualcosa.

- Oh, non preoccuparti. Non morde, o almeno credo. - la voce gracchiante del corvo interrompe la mia esplorazione visiva. - Anche se non so a quale delle due qui presenti persone dovresti stare più attenta. - La sua risata in versione corvo è peggiore di quella da gatto.

- Ad ogni modo, non vorrei mai che tu fraintendessi. Non abbiamo intenzione di farti del male. Come ho detto, ci servi. –

- Cosa ti fa pensare che...- mi fermo rendendomi conto di essere bloccata alla sedia su cui sono seduta da dei bracciali di ferro.

- Beh, credo sia evidente. -

Richiamo mentalmente le mie rune ma, sembra non funzionare. Riprovo ancora; Qualcosa mi blocca è come se non riuscissi nemmeno a formulare l'invocazione delle rune. Guardo gli enormi bracciali di ferro che mi legano e vedo su di essi dei simboli e macchie di sangue.

- Ah, un incantesimo. Rende i bracciali completamente indistruttibili, sempre che, la conoscenza magica dell'imprigionato non sia superiore ma, non è questo il tuo caso. –

- Maledetto. - sibilo a denti stretti.

Olga davanti a me fa uno scatto in avanti, mostrandomi apertamente quanto spaventosa possa essere. Rimango in mobile sulla sedia fissandola dritta negli occhi. Non vedo più niente di lei, forse non è nemmeno in grado di riconoscermi.

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