Capitolo 10

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Il sangue continua a colare dalla parete; Non è molto ma, ho una tremenda sensazione. Ci sono altri buchi e sono certo che accadrà, comincerà ad uscire sangue come da quello che ho tappato. Per altro l'impermeabile è completamente inutile ora: ha arrestato il flusso per un po' poi dei getti hanno cominciato ad uscire dai lati fino a formare una piccola pozzanghera in continua e lenta espansione.

Ho perso conoscenza? Non lo ricordo. So solo che la schiena fa un male tale da stordirmi e non escludo di poter svenire da un momento all' altro ad ogni modo.

E comunque, non posso sperare che qualcuno mi salvi; Dovrò fare affidamento su di me e basta, anche se, qualche preghiera non guasta mai. Sono ferito e dolorante, ma questo non vuol dire che non possa mettermi a cercare qualcosa tra le ossa. Qualsiasi cosa che sia un tombino o un'oggetto per difendermi dai topi.

Dopo aver scansato qualche ratto ed aver cercato di non vomitare a causa del forte odore di muffa mi rendo conto di aver trovato qualcosa di interessante in mezzo a tutte queste carcasse;

Un'ascia bipenne.

Decisamente pesante e, a giudicare dal taglio e dalle incisioni piuttosto antica. Con tutta questa umidità, mi sorprendo nel constatare che il manico è ancora intatto. La lama è arrugginita invece.

Dato che non ho nulla per difendermi e non mi trovo in pericolo imminente appoggio di nuovo a terra l'ascia e continuo a cercare.

Ad un certo punto uno scintillio attira la mia attenzione.

Proviene dal cranio di un teschio. Puntando la torcia in quella direzione il bagliore si ripresenta ed avvicinandomi mi rendo conto che si tratta di una pietra: È incastonata nell' occhio del teschio ed è di forma sferica, caratterizzata da un colore rossastro come quello di un tramonto; Brilla distintamente ogni volta che ci passa sopra la luce.

Decido di prenderla e di toglierla da lì. Al tatto è calda e liscia, decisamente leggera e grande abbastanza da stare nel palmo della mia mano senza problemi.

Da quando l'ho toccata mi sono sentito strano, come circondato da un'aura di calore. Decido di mettermela in tasca.

Il resto la mia ricerca risulta infruttuosa; Non c'è altro che qualche ciotola rotta, vasi, ed altri oggetti dalla fattura antica, alcuni decorati ed altri più spartani.

Mi sposto per cercare in un altro angolo quando scopro che dietro di me si è palesata una figura.

Solo per un attimo vedo qualcosa, una figura simile ad un'animale, afferrare il mio impermeabile e tirarlo via da dove l'avevo ficcato per poi svanire nel nulla. Rimango completamente attonito.

Cerco di correre verso la fessura per limitare il danno, ma un'altra fitta di dolore mi assale. Porca miseria, se solo potessi non provare dolore. Ma ormai è troppo tardi; il sangue scorre fluidamente. Quella che era una sola pozzanghera ora si sta allargando fino a ricoprire tutto il pavimento.

Chi era quella figura? È stata lei a portarmi qui?

Non ho risposta ma di sicuro devo trovare una soluzione al più presto. Cerco di muovermi seppur lentamente, verso la fessura, e più mi avvicino più mi rendo conto che il foro ha un aspetto familiare. Sento il calore nella mia tasca farsi più intenso. Tolgo la sfera, noto che si è illuminata. So che è una speranza flebile ma provo comunque ad inserirla nel foro.

Il flusso sembra bloccarsi e la sfera sembra assorbire il sangue come se fosse il suo compito specifico.

Sono così confuso; Quella figura era bassa e famigliare.Istintivamente, raggiungo l'ascia bipenne e mi metto a guardia della fessura per il momento bloccata da quello strano oggetto.

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