Capitolo 24

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Dopo tutta quella confusione il silenzio si fa strada nell' arena come un vecchio amico.

L'unico suono presente è quello delle poche gocce rimaste che cadono sul terreno. Il corpo infuocato giace e man mano che i secondi scorrono le fiamme si quietano fino a scomparire del tutto, la testa di Anna fa capolino tra le fiamme e poi i suoi piedi fino a quando il corpo viene liberato dal suo vestito di fiamme.

Quando l'ho vista la prima volta in quelle sembianze l'unica cosa che pensavo attraverso la nebbia dei miei pensieri era che lo spirito che aveva ucciso mia madre fosse venuto direttamente dall' inferno come quelle creature. Poi ha parlato ed ho sentito la voce di Anna ed ero convinto che stesse cercando di ingannarmi.

Ora, mi rendo conto che sono probabilmente sono stessa cosa e questo mi spaventa terribilmente. Però l'ho aiutata a scacciare i demoni ed ho assistito a qualcosa di proibito ai vivi.

Anna non aveva lo stesso sguardo di quando ci siamo visti in quel giardino, era come se fosse cambiato qualcosa in lei. Dalla ragazza curiosa e socievole ma, caparbia che ricordavo l'ho vista cambiata in qualcosa di più calmo e forte.

Ed io? Il prigioniero e sacrificio dell'albero? Salvato dalla creatura che ha ucciso mia madre...

Come posso accettarlo?

Decido di scendere dal posto in cui mi ero rifugiato atterrando senza particolare fatica, è ancora dentro di me il serpente del cielo lo sento nuotare nella mia anima come in un acquario. Che cosa dovrei fare? È ancora lei? Posso riversare le colpe di uno spirito malvagio su di lei? Oppure è sempre stata lei ed io sono veramente qui solamente per ucciderla?

Cammino lentamene verso di lei, con questi pensieri e con una certa circospezione. È completamente immobile e tempo che possa essere morta così le prendo il polso.

Mi lascio andare ad un sospiro di sollievo. E contemporaneamente trovo risposta ai miei dubbi; il mio sollievo per lei non nasconde che tengo alla sua vita, perché infondo ha salvato la mia. Io, desidero che la mai salvatrice stia bene.

Quante cose in questo mondo sono nate da tragedie e sofferenza? Quanto di buono è stato fatto dopo una tempesta?

Mi siedo accanto a lei a gambe incrociate e la osservo e senza pensare a nulla ascolto il mio cuore ed allora capisco di volerla proteggere.

Istintivamente le accarezzo i capelli.

Un vento gelido accarezza la mai schiena facendomi girare, dietro di me qualcuno si avvicina con gli occhi spenti ed una forma spettrale. È un uomo dai lineamenti scolpiti e con un enorme taglio alla gola.

Dietro di lui appaiono altri uomini alcuni con vestiti odierni altri, invece, portano vesti di un'altra epoca e di un altro luogo. Man mano che il tempo passa se ne palesano altri ed insieme a loro vedo anche qualche animale. Erano tutti prigionieri oppure sono appena arrivati?

La mia domanda trova risposta nel momento stesso in cui si osservano e si guardano attorno spaventati o confusi; No, alcuni erano già qui altri sono arrivati ora. Com'è possibile? Sono stati attirati dal fuoco? Sì, dev'essere così. Sui loro volti vedo la confusione di chi dopo la morte si spetta qualcos'altro.

Non faccio nulla, ed osservo i loro comportamenti e vedo alcuni che si dirigono verso le pareti come persi trasformando si in piccole luci attraversandole. Non tutti sono arrivati al fuoco e, non posso fare a meno di preoccuparmi. Dove andranno? Rimarranno intrappolati qui? Oppure saranno persi nel mondo?

Dovrei forse fare qualcosa? Ma cosa? Sono solo un uomo ed io...lo spirito dentro di me...

Provo a chiamarlo ma, senza successo.

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