Sarà ormai passata un'ora da quando mi sono infilata in questa angusta galleria e non ho fatto altro che districarmi tra le rocce nel tentativo di raggiungere una fine che non sembra arrivare mai.
Mi domando se non si siano accorti della mia assenza.
Finalmente scorgo qualcosa, un'apertura che sembra allargarsi.
Mi affretto verso l'uscita per ritrovarmi, finalmente, in uno spazio decisamente più ampio e, usando la torcia mi assicuro di essere nel posto giusto.
Dal soffitto e dalle pareti pendono le radici dell'albero bagnate dalla luce della torcia. È l'albero della leggenda con il quale il mio ormai defunto nonno ha ottenuto la libertà sua e di tutti gli schiavi.
L'albero a cui tutti nel villaggio devono la loro esistenza.
Una parte di me ha sempre creduto che il nonno esagerasse quando di una figura legata all'albero manifestatasi quasi per gioco. Ho sempre pensato che se lo fosse sognato.
Eppure, nel corso degli anni tante sono le cose che sono state dette dell'albero ed infine è divenuto l'albero della vita e della morte a detta di Craicte.
Mi guardo attorno pervasa da un senso di profonda reverenza.
Craicte mi ha raccontato il suo peccato e mi ha addestrata per ampliare le mie conoscenze e prepararmi al rituale.
Molte delle cose di cui mi ha parlato le conoscevo per bocca di Nualla ma altri aspetti mi erano pressoché sconosciuti. Non conoscevo gli altri spiriti né che si estendessero anche verso luoghi così lontani da noi. Non sapevo nemmeno che uno spirito potesse essere sedotto e possedesse curiosità umane.
Finisco di ammirare la grotta e decido di mettermi al lavoro.
Comincio a estirpare qualche radice accatastandola come una pira al centro della stanza. Una volta raccoltene abbastanza tiro fuori il coltello e comincio a disegnare le sacre rune tutt'attorno alla pira per protezione. Una volta assicuratami di aver creato un cerchio abbastanza grande mi denudo come indicatomi dalla strega e mentre lo faccio il ciondolo di Nualla preme contro uno dei seni e sono indecisa se tenerlo o meno. La vecchia ha sempre e solo menzionato i vestiti.
Decido di farlo può darsi che mi sia di aiuto.
Appicco il fuoco alla pira con una pietra. L'odore è pungente e il fumo mi fa lacrimare ma non desisto. Ispiro ed espiro copiosamente il fumo creato dal fuoco che arde riempiendo velocemente lo spazio di un denso fumo che rende impossibile vedere qualcosa.
Lei ha detto che un tamburo sarebbe stato d'aiuto ma era impossibile farla venire qui senza destare sospetti. Ed ha già rischiato molto per me. L'unico modo per evocare il mondo da cui provengono era fare in modo che gli spiriti sentissero la musica dentro di me. Da quel suono avrebbero capito la chiamata e sarebbero accorsi per vedere la mia danza trascinandomi nel loro mondo. Lei mi aveva avvisato che non sempre solo spiriti buoni venivano attirati e per questo rischiavo che qualcuno mi facesse del male.
-Sono esseri primitivi e ben diversi dagli umani e per questo non sempre gentili-Mi disse. - Io ho assaggiato la malvagità dell'uomo uno spirito non mi farà paura- le avevo risposto.
- Attenta, Il patto con uno spirito non è come quello umano può durare fin dopo la propria morte – mi ha messo in guardia.
Mi concentro immaginando un tamburo suonare così come ho fatto tante volte ascoltando il ritmo del mio cuore
STAI LEGGENDO
Il Sentiero Oscuro
Terror[storia completa] Nella notte. È nella notte che i nostri incubi ci fanno visita, e ci rivelano chi siamo. Nella notte, sempre lì, ad attenderci. Il mio incubo arriva puntuale. Chiudo gli occhi solo per un attimo, cercando di sfuggirgli. Ma esso ap...