Capitolo 17

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Con uno scricchiolio impercettibile e, la porta dietro di me si richiude senza che nessuno l'abbia toccata, evidentemente, lo spettro mi attende. Mi guardo attorno e sono sorpresa nel constatare che la biblioteca ha subito un repentino cambio estetico:

Delle radici di un albero che conosco bene pendono dal soffitto e da esse piccole fiammelle nere cadono senza, incredibilmente, recare danno ai libri. Dei rovi sono attorcigliati attorno agli scaffali ed altre grosse radici ricoprono il pavimento, l'elettricità che avevo percepito precedentemente è più che mai presente nell' aria facendomi stare in allerta.

L'aria è densa dell'odore del legno e dei libri le candele sono state spente ed ora il tutto sembra avvolto da una coltre oscura che non promette nulla di buono. Decido di attivare la runa di Algiz per proteggermi e rischiarare almeno un poco l'oscurità con lo scudo dorato.

Scruto i libri osservandone le copertine e sfiorandoli con i polpastrelli delle mani senza alcun motivo se non quello di sentirne il tatto. Dovrei essere all' erta cercare di non farmi prendere alla sprovvista dallo spettro ma, non riesco a fare a meno di osservare e toccare questi immensi tesori.

Impercettibilmente sento uno scricchiolio familiare come quello del fuoco che brucia dei ceppi nel camino. Seguo il suono consapevole che mi porterà dal mio nemico per poterlo affrontare.

Man mano che mi avvicino al suono, noto che il paesaggio attorno a me cambia; dove prima c'erano scaffali o mobili con libri e pergamene ora c'è solamente la nuda pietra in cui sono scavate le librerie, solo che ora sono pergamene e poi solo immagini rupestri come se camminando stessi ripercorrendo antiche librerie di altri tempi. Ad un certo punto sento qualcosa cadere sullo scudo che prontamente mi protegge dalla minaccia. È il fuoco nero niente di preoccupante, almeno per il momento.

Svolto l'angolo e mi trovo davanti ad una scena a me molto familiare: è la stessa che vidi la prima volta che incontrai uno spettro. Solo che ora la figura ammantata di nero che ora avrei identificato con Craicte è svanita ed è rimasto solo il fuoco. Cerco con lo sguardo l'apertura dalla quale avevo visto l'albero bruciare e, stavolta, noto che al suo posto vi è un'apertura grande a sufficienza per farmi passare.

Senza pensarci molto passo attraverso essa e mi ritrovo in una radura buia sovrastata da un cielo stellato, le fattezze della biblioteca sono svanite. L'erba mi arriva fin sopra il ginocchio ostacolandomi nella camminata, ma senza bloccarmi, riesco ad arrivare in prossimità dell'albero in fiamme.

Esattamente come me lo ricordavo brucia ininterrottamente trasformandosi in un faro nella notte come quella volta. Devo fermarmi di tanto in tano perché ho paura. Quell'albero mi riporta alla mia mente quello orrendo ricordo e tutto quello che ne è conseguito ho paura si, di doverlo rivivere ed arrivo quindi con maggiore lentezza alla mia destinazione.

Sgrano gli occhi ed alla vista di quello che ancora oggi è una delle cose che mi spaventa e terrorizza di più:

Davanti a me l'auto avvolta fiamme, esattamente come me la ricordavo. Ogni dettaglio passato riaffiora con nuova forza dalla memoria. Evidentemente non sono solo i ricordi di Serane a tornare, oppure è solo un modo per confondermi?

Tutto questo però, per me, dovrebbe essere già stato risolto. Di quel giorno ormai rimangono solo cicatrici e due lapidi. Forse, sono proprio le cicatrici che porto che mi impediscono di lasciare andare questo ricordo?

Mi sono rifatta una vita, mi sono prefissa un obbiettivo ed ho accettato i mei zii come se fossero i miei nuovi genitori. Ho avuto amici e ne ho ancora ed anche degli amanti per un giorno o per anni. Ho fatto la brava sono andata da uno psicologo e ho seguito le cure eppure tutto questo non basta?

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