Capitolo 15

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Lentamente avverto il mio corpo e i miei sensi percepiscono l'ambiente attorno a me. Ma non mi alzo rimanendo ancorata al mio torpore. Solo il brontolio dello stomaco e le fitte in tutto il corpo mi svegliano completamente riportandomi alla realtà.

Ritornano i ricordi e la consapevolezza di non aver fatto solo un sogno. In particolare, ricordo, la caduta di diversi metri e quello che ho dovuto fare alla mia mano per liberarmi.

Ho sognato di Serane, ho visto cosa chiese all'Albero ed ora so che quella scelta è anche la mia anche se non la voglio. Ho paura, se io e lei siamo la stessa cosa questo significa che lei vuole reclamarmi? E se lo farà cosa accadrà? La mia coscienza svanirà nel nulla? Come può solo pensare quell' essere che io, una semplice ragazza gettata in questo inferno possa distruggere uno spirito millenario?

Sono così confusa da tutto quello che ho appreso, tanto che non so nemmeno che fare. Per il momento, la strada per uscire di qui e seguire il rituale sembrano sue scelte obbligate ed intrecciate assieme. L'unico modo per andarmene sarebbe trovare un'altra sala come quella in cui sono entrata scappando da Cristina, ma non ho idea di come arrivarci. Sospiro sconsolata e schiacciata dalla consapevolezza che proseguire per la via indicatami da quella specie di gatto sia l'idea migliore.

Non so ancora dove si trova Jack ma almeno so che è vivo e questo è importante.

Poco prima di addormentarmi ho avuto un crollo nervoso. Mi ha riportato al periodo in cui ne avevo di più dopo la morte dei miei.

I miei genitori.

In questo momento tutto quello che è successo a loro e a me pare così lontano ed ovattato come se l'avesse vissuto qualcun altro come se non fossi io quella che ha subito operazioni ed un lungo percorso di riabilitazione. D'altronde quello che sto vivendo ora è forse la cosa più stupefacente ed allo stesso tempo spaventosa che abbia mai affrontato. Prima desideravo svanire, ero spaventata a morte e in parte lo sono ancora.

Ma con la consapevolezza, quella curiosità dapprima solo accennata, sta crescendo in me. Non è il mio sentimento predominante, e sono ancora terrorizzata all' idea del posto e dei pericoli che dovrò affrontare però; Serane doveva essere una folle ma, tutta quella sete di vendetta e conoscenza era...

Affascinante.

Non so perché ma pronunciando questa parola nella mia mente sento un rinnovato desiderio di proseguire: Qualsiasi cosa abbia fatto Serane agli invasori ed al proprio popolo una volta ottenuto il patto non è stato ancora raccontato, ed anche quella deve essere una parte importante per capire come questo posto è stato creato.

Inoltre, se quel gatto demoniaco ha detto la verità, l'unico modo per salvare Jack e forse anche Olga è trovare le rune e spezzare il legame con l'albero sconfiggendo lo spirito della donna.

Ma cosa gli servirà quel ciondolo? Perché lo desiderava così tanto?

Un' altro brontolio allo stomaco seguito da una fitta mi distoglie dalle mie riflessioni: da quanto tempo è che non tocco cibo? Per quanto ne so potrebbero essere passati giorni o solo qualche ora.

Osservo la fossa venuta a crearsi con l'utilizzo della runa della terra quando sono precipitata e, decido di riutilizzare il potere per portami al livello del terreno. Scopro che con me sono precipitati anche quadri e tavolo oltre che le porcellane con esse anche le bevande e le cibarie.

La maggior parte di queste è completamente sfracellate al suolo o mescolate alla terra. Le vedo perché ci sono delle torce nell' area: Sembra una specie di arena.

Un altro brontolio giunge dallo stomaco.

La fame è troppa e con essa mi rendo conto di avere anche una gran sete ma sembra che il contenuto dei bicchieri non si sia salvato. Solo in alcuni sento qualche goccia d'acqua e di vino che bevo avidamente. Noto anche una caraffa quasi completamente vuota ma da cui riesco a bere un liquido dolce come il miele. Poco più in là il tavolo è quasi completamente distrutto ma una parte si è salvata e il contenitore d'acciaio incastonato è rimasto ammaccato ma intatto. Cerco di forzarlo con le mani poi, rendendomi conto che è chiuso forse per colpa della pressione creata dal calore del cibo, prendo un coltello trovato per terra e cerco di forzarlo. Esulto una volta aperto il coperchio. Il mio naso viene investito da un forte odore di spezzatino e, guardando dentro, noto anche delle patate al forno! L'odore è così invitante e la fame tale che sono tentata di usare le mani ma, mi scotterei inutilmente quindi cerco un cucchiaio e ne trovo uno mezzo rotto. Alla prima cucchiaiata sento lo stomaco sciogliersi e rilassarsi. Riesco addirittura a recuperare delle pagnotte e a metterle da parte.

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