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Jisung non sapeva cosa fare con l'informazione che aveva appena ottenuto. Sapeva soltanto che evidentemente l'unico vicino di casa di cui conosceva l'esistenza era tra i ragazzi più popolari di tutta la sua università. E, a quanto diceva Felix, era un fuck boy.

Mentre tornava a casa ricordò il suo viso, come anche la sua voce. Gli aveva parlato come gli avrebbe parlato una persona qualunque, non una qualche celebrità.

"Ti sei trasferito da poco, vero? Non ti ho mai visto prima."

–Ah, non mi interessa.– disse, scuotendo la testa e avvicinandosi all'entrata del suo palazzo. Vide la figura di una persona farsi vicina, ma decise soltanto di ignorarla perché non aveva la minima voglia di socializzare comunque. Era stanco, davvero stanco. Voleva solo mangiare qualche schifezza a caso e poi dormire per tutto il pomeriggio.

–Oh.

Quella voce.

Si girò istintivamente alla sua destra, fissando quel ragazzo che si stava togliendo il cappellino. Quel cappellino.

–Tu..vai alla mia stessa università, vero?– chiese, sorridendogli lievemente.

–Uhm..sì? Come fai a saperlo?– chiese Jisung, irritato per quell'incontro.

–Ti ho notato prima, in atrio.

Mi ha visto? Fra tutte quelle persone che c'erano?

–Capisco.– disse, entrando nell'edificio e sperando di seminarlo, anche se si rendeva conto che fosse impossibile, dato che vivevano vicini.

–Posso chiederti come ti chiami?

Uh? Cosa cazzo sta succedendo?

–Tu non eri uno dei ragazzi fighi che tutti ammirano per qualche strano motivo?

L'altro rise, ma per qualche motivo a Jisung sembrò che quella risata nascondesse qualcosa. –Più o meno.

–Perché mi stai parlando allora?Pensavo servisse un qualche requisito speciale per parlare con uno di voi.

–È così per gli altri tre miei amici. Ma non per me.

È perché è un fuck boy? Vuole provarci con me?

–Se non vuoi dirmi il tuo nome, fa nulla. Non devi dirmelo per forza, ero solo curioso. Suppongo che ci vedremo parecchio in futuro.

–Jisung. Mi chiamo Jisung.– rispose, sperando che quella risposta fosse abbastanza per lasciarlo stare.

–Jisung.– ripetè. –Io sono Minho.

Non m'interessa. Vattene ora.

Jisung gli sorrise, distogliendo lo sguardo subito dopo. Anche se la sua testa gli ricordava il fatto che fosse un fuck boy, era comunque davvero attraente. Continuò a salire le scale, accorgendosi secondi più tardi che l'altro ragazzo si era fermato. Si girò, guardandolo mentre apriva la porta del suo appartamento.

–Ci vediamo, Jisung!

–Mh-mh.

Entrò nel suo appartamento, chiudendo la porta a chiave in caso si fosse addormentato più tardi e lanciando la chiave su un mobile vicino all'entrata, abbandonando il suo zaino per terra e usando velocemente il bagno per poi mettersi a guardare il cibo che lui stesso aveva comprato qualche giorno prima.Se sua madre l'avesse visto, si sarebbe arrabbiata un sacco con lui. Niente verdure. Niente di particolarmente salutare. Principalmente cibi già pronti, solo da scaldare. Siccome si sentiva davvero senza energie quel giorno, afferrò una ciotola di ramen istantaneo e si affrettò a riempirla di acqua bollente, utilizzando il tempo che doveva aspettare per cambiarsi i vestiti.

Accese il suo pc, prendendo la sua ciotola di ramen e cercando qualcosa da guardare mentre mangiava. Optò per il primo episodio di un anime che voleva iniziare, così avrebbe potuto continuarlo disteso sul letto più tardi.

Il tempo scorse via senza che se ne accorse. Lasciò il pc in parte, tirandosi su dal letto e guardando fuori dalla finestra che dava sul davanti dell'edificio in cui viveva. La zona intorno a lui era piena zeppa di quel tipo di complessi abitativi, fortunatamente le strade non erano troppo trafficate. Aprì la finestra, lasciando che entrasse un po' d'aria fresca, che per qualche motivo lo fece rabbrividire nonostante facesse ancora abbastanza caldo.

Il suo sguardo cadde in basso, verso una persona che stava uscendo dal palazzo. Camminava in direzione di un parcheggio a pochi metri a sinistra, aprendo la portiera e salendo nell'auto.

Quello era..

–Tch, ovvio che ha un'auto. Chissà quanti soldi hanno i suoi.

I suoi occhi rimasero incollati sulla macchina finché non uscì dal suo campo visivo. A quel punto alzò i gomiti dal davanzale su cui era poggiato, chiudendo la finestra e ributtandosi sul letto.

Il suo cellulare suonò e per una volta fu felice di averlo lasciato sul comodino invece che sul tavolo.

–Felix?

–Yo bro. Avevo questa strana sensazione che tu ti stessi annoiando.

–Io? Annoiarmi? Sempre.

–Cosa hai fatto fino ad ora?– chiese Felix, ridendo.

–Anime. Ho guardato fuori dalla finestra per qualche minuto. E basta.

–Wow. Non è che hai voglia di fare un giro con me? Ora abitiamo anche piuttosto vicini, quindi non devo prendere un treno ogni volta che usciamo.

–Non prenderla male, ma Seungmin mi ha fatto camminare così tanto oggi che onestamente non ho voglia di muovermi nemmeno di un millimetro.– rispose, appoggiando la testa sul cuscino.

–Capisco, capisco. Chiederò a Seungmin o a Jeongin.

–Felix.

–Sì?

–Quel ragazzo che mi hai indicato prima, uno di quei quattro.

–Oh, il fuck boy?

–Mhm. Vive nel mio palazzo.

–COSA?!

–Siamo arrivati insieme e mi ha parlato per un po'.

–Se osa metterti le mani addosso lo uccido.

–Non mi ha detto nulla di strano, né ci ha provato con me. Mi ha solo chiesto il nome.

–E TU GLIE L'HAI DETTO??

–Cambia qualcosa se sa il mio nome?

–Suppongo di no..però lo stesso..vive davvero vicino a te?

–Così sembra. Comunque..cosa sai su di lui?

–Mhm? Perché ti interessa di lui?

–Sono solo curioso. È come hai detto, mi annoio. Sono sempre annoiato.

–Cerca solo di non avvicinarti troppo a lui. Non ne so molto, in realtà. Non so nemmeno come si chiami, a dire il vero. Quando urlano i loro nomi non dicono mai il suo, non so perché. L'unica cosa che so è che l'ho visto parecchie volte in compagnia di qualcun altro, sembra quasi che ogni settimana cambi persona.

–Però questo non significa che sia un fuck boy.

–Oh, quello? Non è stata una mia intuizione. Puoi chiedere a chiunque. Non solo a me o a Seungmin o Jeongin. È una voce che gira specialmente tra le persone del nostro anno. Non conosco nessuno che abbia avuto una "relazione" con lui, ma non posso sbagliarmi.

–Suppongo tu abbia ragione, allora. Chissà perché una persona diventa così.

–Diventa? Secondo me lo è sempre stato. A certe persone non importa nulla delle emozioni. Né quelledelle altre persone, né le proprie. Non mi importa finché lo fa solo con persone che vogliono la stessa cosa da lui, ma non mi piace sapere che abiti vicino a lui.

–Felix. Il fatto che lo abbia fatto con metà università non vuol dire che non sia consensuale. Ne parli quasi come se costringesse le persone a farlo con lui.

–No,non era quello che intendevo. Era solo..non voglio che ti succeda quello che ti è già successo. Quella volta l'hai presa davvero male, giustamente, e..non voglio rivederti ridotto in quel modo.

3 am | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora