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La porta finestra era l'unica cosa che separava l'appartamento di Minho da un balcone piuttosto ampio, dove erano sistemate due sedie sdraio.

–Di solito non faccio venire nessuno a parte i miei amici, qui.– disse, indicandogli una sedia con una mano. –Puoi sederti, se vuoi.

Il balcone dava sul retro del palazzo, lontano dalla strada principale. Non c'era confusione, affatto. Piuttosto era tutto così pacifico, i rumori che si sentivano erano lontani, nessuno poteva disturbarlo. Era esattamente come gli aveva chiesto. Un posto perfetto per quello che voleva fare.

Si sedette, appoggiando la testa contro la sedia sdraio e chiudendo gli occhi, sentendo il calore del sole contro la sua pelle.

–L'unica cosa che mi manca ora è del gelato.– disse, sorridendo.

Sentì Minho allontanarsi da lui, ignorando il motivo e continuando a godere del sole.

Il ragazzo tornò da lui un paio di minuti più tardi, schiarendosi la gola per attirare la sua attenzione. Jisung aprì gli occhi, ritrovandosi un bicchiere pieno di gelato davanti al viso.

–Cosa..?

–Mangialo in fretta, o si scioglie.– disse Minho, sorridendogli e sedendosi vicino a lui.

Jisung lo guardò sospetto. –Sei sicuro che non ci stai provando con me?

Minho scosse la testa. –No. Nulla del genere. Ogni tanto è piacevole..fare qualcosa per qualcuno. Iniziavo a sentirmi un po' solo.

Iniziò a mangiare il suo gelato che già si stava sciogliendo dato che era direttamente sotto la luce del sole. In realtà, non gli dispiaceva stare in quel posto. Affatto. Non lo stava tormentando troppo con il parlare, anzi, erano quasi sempre in silenzio. Gli piaceva il fatto che nessuno potesse disturbarlo. Che potesse stare tranquillo, con gli occhi chiusi sotto il sole. O come in quel momento, con quel bicchiere di gelato tra le mani.

Le foglie degli alberi erano di un colore verde così acceso, a causa di tutta quella luce. Si muovevano lentamente, seguendo il vento, oscillando a destra e a sinistra.

–Minho.

–Mhm?

–Quella volta, al caffè..quella persona, è il tuo ragazzo?– gli chiese, senza nemmeno volerlo. Le sue labbra si mossero più veloci dei suoi pensieri.

Minho scosse la testa. –No, non lo era. Era solo qualcuno con cui mi sono divertito un po'. Non penso lo rivedrò più.

–Un mio amico ti descrive come un "fuck boy". È vero? Ti considereresti tale?

Minho sospirò, riaprendo gli occhi. –Potresti. Cosa t'importa, comunque?– gli chiese poi, girando la testa verso di lui.

Mi sembra che sia una bugia.

Ma forse tutti i fuck boys sono così. Dolci come il miele, ma spietati come delle belve.

–Nulla. Ero solo curioso.

Minho annuì, alzandosi per prendere il suo bicchiere vuoto e riportarlo dentro, tornando subito dopo e risedendosi al suo posto. –In che anno sei? Il primo?

–Secondo.– lo corresse Jisung. –Mi sono trasferito da un'altra università. Tu..

–Terzo. Come mai ti sei trasferito?

Jisung sospirò. –Non voglio parlarne.

–Ti trovi bene qui?

–Diciamo di sì.

3 am | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora