Capitolo 9

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Whatever it takes, 'cause i love the adrenaline in my vens.

La notte era stata passata meravigliosamente da Aurora e Akira, tanto che la seconda ancora dormiva. L'angelo si alzò senza far rumore, si fece la doccia e mise un tubino nero molto classico lasciando i suoi lunghi capelli argenti del loro riccio naturale.

- Buongiorno famigliola. - salutò a bassa voce i coniugi seduti in cucina a bere caffè. Né prese una tazza anche lei.

- Buongiorno tesoro. Akira? Non l'ho sentita andar via ieri, mi sarebbe piaciuto salutarla. - le disse sinceramente Nastia

A quanto pare non hanno sentito nulla delle sue preghiere sghignazzò tra sé e sé la ragazza

- È nel mio letto che dorme, nuda. - precisò lasciando intendere ciò che era successo tra le due, tanto che i due quasi non scoppiarono a ridere mentre lei sorrideva maliziosamente. - Inizia ad essere tardi sono certa che la saluterai quando torneremo, sbaciucchiatevi pure io ti aspetto nella mia macchina. - senza aggiungere altro la ragazza uscì dalla cucina, lasciò un biglietto alla fidanzata e scese dalla sua Ferrari rossa, una delle tre macchine che aveva comprato da quando era sulla terra.

Salì, accese la radio ed attese la sua madre adottiva che non tardò ad arrivare partendo per la congrega di Nasti che abitava a circa un'oretta e mezza dal loro locale.

Durante il viaggio non ci furono molte chiacchiere la strega era un mix di emozioni: tristezza, rabbia, solitudine, odio... Ed Aeriel le sentiva tutte come sue, erano rare le volte in cui lei usava il suo nome di battesimo e quella purtroppo sarebbe stata una di quelle: solo gli estranei dovevano chiamarla così.

- Siamo arrivate. - proclamò l'angelo parcheggiando, tutti gli occhi furono subito su di loro, Nastia fu la prima a scendere e nessuno aveva ancora visto l'angelo, la maggior parte della congrega era dentro al cimitero. - Entra streghetta, io arrivo subito devo fare una chiamata. -

La strega si diresse verso il cimitero, aveva paura, se i suoi antenati la odiavano probabilmente entrando nel posto dove loro avevano più potere le avrebbe fatto del male. Lanciò uno sguardo alla figlioccia che aveva gli occhi quasi completamente bianchi segno che si stava ancora connettendo con l'altro angelo e che non erano ancora in comunicazione.

Finalmente si decise ad entrare.
Un dolore accecante le colpì la testa facendola inginocchiare sul terreno con il rischio di sporcare i pantaloni neri che aveva abbinato ad una camicia.

- Adesso basta. Tornatevene a riposare. - ordinò la voce di Aurora alle anime dei defunti.

Infondo è un angelo si disse Nastia.

- Grazie - sussurrò la strega mentre Aurora aveva ancora una mano sulla testa della strega, mentre recitava qualcosa. Poco dopo si alzò e le tese una mano. Tutta la congrega ora fissava l'angelo in modo stranito, non né sentivano l'aura ed avendo superato la loro barriera pensarono fosse una strega o al limite un umana.

- Figlia mia. I nostri antenati non ti hanno punito per ciò che hai fatto, andare con un demone. Ma è stata una bella idea presentarti con una strega. - sua madre Revmira la fissava dall'alto al basso, e prima che Nastia potesse dire qualcosa Aurora intervenne, odiava chi si metteva contro le persone che amava.

- Una strega? Nasti! Mi potevi dire che ti portavi una strega stamattina avrei dormito un'ora in più e non avrei fatto benzina. - l'angelo incrociò le braccia al petto in modo scocciato facendo ridacchiare la strega al suo fianco

- Be' ragazzina se non sei una strega che cosa sei?! - Revmira si avvicinò nel tentativo di intimorire Aurora, facendola solo incazzare.

- Io? Oh nulla di che solo un angioletto. - disse in modo scherzoso lei, infatti riuscì a scaturire la risata di molti ampliando il suo sorriso.

𝑳'𝒊𝒏𝒇𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑹𝒆𝒈𝒊𝒏𝒂 𝑰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora