Capitolo 33- Lotta!

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Jungkook dopo la sfuriata con Taehyung si era diretto verso l'aula di economia 2. Dato il suo stato di rabbia riuscì a raggiungere la stanza prima che il professore facesse il suo ingresso. Si buttò su uno dei banchi liberi, più precisamente quello al centro della terza fila e aspetto che la lezione iniziasse.

Certo è facile dirla così. In verità la mente di Jungkook vagava immerso tra una confusione di pensieri.

Non poteva credere a quello che Taehyung aveva detto.

- Stai per caso dicendo che sono come lui?-.

 Lui non lo pensava, era l'esatto apposto. Taehyung non era il Signor Kim. Ma era vero?

Jungkook si morse il labbro sotto quella domanda. Dovendo ammetterlo si era sentito usato. Il venire a sapere che quella copertina fosse una ripicca, un tentativo di vendicarsi, di Taehyung sul padre lo aveva colpito nel profondo. Forse poteva pure accettare come risposta, al fine di non arrabbiarsi più di tanto, lo stesso fatto che il marito trovasse così bella quella foto da metterlo in copertina. Ma non poteva assolutamente accettare che quell'evento era stato l'ennesimo atto di guerra fra i due. Lui non era un mezzo. E quel fatto l'aveva riportato a quella dannata catastrofe, più precisamente quando il Signor Kim gli aveva rivelato che l'aveva usato per colpire il figlio.

Esatto. Si sentiva usato da Taehyung allo stesso modo che il Signor Kim aveva fatto quella volta. Insomma anche il blu lo aveva utilizzato senza chiedergli nulla, senza sapere se lui si trovasse d'accordo o no.

Se di fatto lo avesse avvertito magari non avrebbe fatto tutto quel casino. Magari lo avrebbe anche accettato. Ma così era stato troppo!

Si era sentito come quell'inutile oggetto depositato sullo scavale che si utilizzava di fatto raramente. Quell'oggetto che lo si prendeva solo quando se ne aveva bisogno. Suo padre lo trattava come un oggetto e non voleva più sentirsi in quel modo.

Serviva una mano agli Hotel? Il padre lo utilizzava. Serviva una buona copertura famigliare? Jeon Jungkook è quello che fa per voi. Serviva un rientro economico? Jungkook poteva lavorare gratis per suo padre. Serviva una merce di scambio per risanare i debiti? Oh Jungkook era la vittima sacrificabile.

Insomma non bisogna continuare, il concetto si è capito. Eppure...

Eppure non voleva che Taehyung pensasse di essere simile al Signor Kim. Sì è vero poteva sembrare il contrario dato tutto ciò che stava pensando, ma tra padre e figlio ce ne erano di differenze. L'errore commesso dal blu era stato quello di non avvertirlo, un errore che poteva essere evitato.

Il suono di uno scatto del cellulare catturò la sua attenzione. Era difficile coglierlo se era immerso tra il brusio delle voci che risuonavano nell'aula nei momenti prima che arrivasse un professore. Eppure Jungkook lo sentì talmente bene da voltarsi verso di esso per riuscire a vedere il vano tentativo del proprietario del telefono, una ragazza qualche banco più a sinistra, di nascondere il fatto stesso che stesse facendo una foto cercando di nascondere il cellulare.

Jungkook ingoiò a vuoto sotto quella ritornata considerazione. L'attenzione da quella copertina in poi, di fatto sapeva che non poteva chiedere di cancellarla, sarebbe aumentata visibilmente. I commenti sarebbero aumentati. Ed in un certo senso lo stavano già facendo.

Non sapeva se doveva farlo o no, ma si ritrovò ad aprire qualsiasi social network e cercare la notizia dell'azienda Kim. Non era un azione dalla particolare difficoltà. Internet era pieno di quella sua foto. L'aveva trovata da per tutto e non stava scherzando. A quando sembrava essere il volto dell'azienda Kim dava molto visibilità.

Ma si soffermò su un qualcosa che assolutamente non doveva fare, o meglio si era ripromesso di fare il meno possibile. Aprire Instagram e controllare l'hashtag che lo riguardavano. Perché l'aveva fatto? Era forse masochista?

Ananke: The DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora