Capitolo 12- Tranquillità

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Jungkook era stato contentissimo di ritornare in università, un po' meno affrontare quel lunedì. Non vedeva l'ora di tornare a casa e stendersi sul letto o divano che fosse. Come era consuetudine quella lezione era la più stancante di tutte. Non solo perché era l'ultima della giornata, né perché l'aula si trovava in quella zona di università troppo lontana dal parcheggio, ma per il semplice fatto che Jungkook era effettivamente stanco morto. Fare lezione ad un orario del genere era da pazzi. Nessuno studente di fatto aveva la voglia o la possibilità di resistere ancora. Lo sesso professore dovette essere stanco dato che concluse la lezione molto prima di questo i suoi studenti si aspettassero. Quei poveri studenti, compreso Jungkook, si sentirono sollevati per quell'opportunità. 

La notte era scesa lentamente dando un atmosfera quasi deserta di quella parte del campus, ma non c'era molto di cui essere sorpresi, solo raramente alcuni corsi finivano così tardi.

Jungkook sospirò mentre percorreva quel corridoio grigio e freddo. Certo che quell'edificio era proprio spoglio. A differenza di quelli dell'accademia, che ormai conosceva, quello era davvero composto da un semplice muro a tinta unita con qualche macchinetta del caffè sparsa in giro. Jungkook si strinse nel suo grande giubbino, quel corridoio era troppo freddo. Ma li utilizzavano i riscaldamenti? Cavolo era novembre e faceva freddissimo! Ci mancava solo la neve...

-Sei uscito prima- una voce lo distrasse da quella gelida atmosfera.

Di fronte lui Taehyung, con i suoi nuovi capelli blu e ricoperto da un pesante giaccone con tanto di sciarpa allacciata al collo, si imponeva bellissimo come sempre. 

Jungkook si lasciò sfuggire un sorriso. Gli era mancata quello che, dopo quel mese, era divenuto la loro normalità. Gli era mancato ritrovarsi il marito, nonostante l'ora, davanti il suo edificio che lo aspettava per poter tornare insieme. Insomma Taehyung poteva semplicemente aspettarlo direttamente al parcheggio oppure nell'ala di moda, di fatto Jungkook doveva necessariamente  passare sotto di esso. Invece il blu lo andava sempre a prendere incurante anche dell'eccessivo freddo che la notte portava con se.

-Il prof ci ha concesso di uscire prima- rispose affiancandolo.

Ormai anche i compagni di corso del minore dovettero essere abituati a quella scena dato che non tirarono fuori i loro cellulari per riprenderli o, semplicemente, faceva troppo freddo anche per compiere quell'azione.

-Ti sarai congelato- notò Jungkook.

-No, sono appena arrivato, andiamo?- si voltò verso il sentiero che avrebbero dovuto percorrere.

Jungkook in risposta annuì afferrando la mano dell'altro. Quel giorno avevano passato più tempo insieme rispetto ai passati lunedì universitari a causa di quel folle progetto, eppure a Jungkook era mancato terribilmente, tanto da non curarsi della sua mano che, pur di essere intrecciata con quella del maggiore, si stava pian piano congelando.

Ormai tutti sapevano della fama di quel sentiero oscuro, a tratti tetro, che si doveva percorrere per arrivare al parcheggio. Ma a loro due non importava. In qualche modo quell'atmosfera era per loro familiare. Insomma era proprio lì che la loro "storia" era iniziata, era lì che Taehyung aveva voluto concedersi quell'attimo di follia. 

Le gote di Jungkook si fecero rosse solo nel notare quella panchina nascosta dall'ombra della sera riportandolo a quei momenti passionali passati con il rosso.

-Hai freddo?- chiese il blu notando le guanciotte rosse del marito ipotizzando che fossero per il freddo dato che non poteva leggergli nel pensiero.

Jungkook scosse la testa ma egualmente Taehyung nascose le loro mani intrecciate nella tasca del suo giaccone permettendo ad entrambe di riscaldarsi. Azione che fece arrossire maggiormente il minore. Eppure uno strano senso di calore gli pervase tuto il corpo. Che il calore che adesso provava la sua mano  fosse così gradito da farlo stare così bene?

Ananke: The DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora