Capitolo 48- Lunedì

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Jimin quel giorno non aveva propria voglia di mangiare o forse era meglio dire che non si era proprio ricordato di avere quel bisogno. Sentiva solo di voler ballare. Da quando aveva accettato la proposta di Bang di entrare nella sua agenzia cercava sempre di ritagliare del tempo per poter scappare in sala prove ed allenarsi.

Se doveva essere sincero sentiva quel primordiale, almeno per lui, senso di dover ballare a qualunque costo. Era da tanto che non sentiva quel furore prendere vita in lui. Fin da bambino scoperto il mondo della danza aveva fatto di tutto per poter ballare. E non scherzava. Prima di trasferirsi a Seoul e ricevere la borsa di studio aveva faticato per entrare in quel mondo, ma più che una fatica era la sua vita. Non era mai stato stancante per lui svegliarsi all'alba per allenarsi prima di andare a scuola, come non si era mai lamentato di finire le lezione di danza a sera già inoltrata e fare quei miseri compiti scolastici ad un orario abbastanza discutibile. Eppure avrebbe fatto di tutto per poter ballare.

Jimin era rimasto meravigliato da quel tornato furore, quel bruciore che lo spingeva ad entrare in sala prove la mattina e uscirne la sera. Aveva sentito la danza smuovere ogni suo singolo muscolo permettendogli di crare quei movimenti che stava provando a ripetizione.

Doveva essere sincero però. Quello scorso sabato si era intestardito, se era quella la parola che poteva utilizzare. La verità era che le parole che il manager di Yoongi gli aveva rivolto erano del tutto veritiere. Lui sarebbe stato la causa del suo fallimento. Ci era stato così male che tornato dalla BigHit quello scorso giovedì sera si era depositato sul letto e non ne era uscito prima del giorno seguente. Namjoon lo aveva costretto ad andare all'università, se fosse stato per lui non si sarebbe mosso dalla sua camera. Infondo quel luogo era l'unico in grado di dargli sicurezza oltre le braccia di Yoongi. Ma quelle braccia non avrebbe più potuto averle.

Forse la considerazione di rimanere di nuovo da solo, privo di ciò che gli infondeva coraggio, dell'unica persona che sapeva cosa gli era successo, lo aveva portato ad uscire quella sera. In realtà era stato richiamato da quel furore che da un anno credeva perduto per sempre. Jimin aveva passato tutto quel sabato sera a ballare. E come succedeva da quando era bambino la danza lo portava inesorabilmente a perdersi dentro se stesso. In qualche modo la danza lo stava aiutando. E forse lo avrebbe spinto anche a fare quel passo che credeva insormontabile, parlare con i suoi amici.

Non sapeva come era possibile. Insomma credeva che a spingerlo definitivamente verso quell'opportunità sarebbe stato proprio Yoongi o al massimo che gli stesi Namjoon e Taehyung non avrebbero retto quella situazione intimidendolo a dire cosa gli era successo. Invece era stata la danza a farlo. Non lo credeva possibile perché credeva di averla persa per sempre.

Invece la danza non lo aveva mai abbandonato. Era rimasta al suo fianco anche se nascosta pronta a palesarsi quando ne avrebbe avuto più bisogno e quel sabato sera l'aveva fatto.

Era stato così liberante ballare scatenato in mezza alla pista senza pensare a contare i passi, a muoversi leggiadramente, ad essere espressivo o a tenere stabile il suo corpo. Aveva ballato e basta. Aveva sentito entrare dentro di se la musica ed animarlo fino a spingerlo a comprendere che se Yoongi non poteva rimanere al suo fianco avrebbe dovuto dire tutto ai suoi amici. Non che era Yoongi a bloccarlo, ma non potendolo più aiutare avrebbe dovuto "cercare" qualcun altro.

E l'avrebbe davvero fatto, parlato con i suoi amici, se non fosse stato per il messaggio di Jungkook e tutto quello che era successo dopo. Non che l'avesse con il ragazzo, alla fine quella drammatica situazione aveva portato a ben altro. Ebbene sì aveva portato a quel chiarimento con Yoongi.

Ok. Non era stato un vero e proprio chiarimento, ma più un suo disperato gettarsi tra le braccia di Yoongi rendendosi inoltre conto che quella sua idea di rimanere distaccato dal corvino sarebbe stata inutile, insensata e del tutto non riuscita. Perché? Non avrebbe mai avuto la forza di distaccarsi da quei capelli corvini che lo facevano sentire così dannatamente bene. Sì, Jimin ne fu consapevole grazie a Yoongi stava ritrovando oltre quell'amore per il ballo, ma anche per il suo corpo, per se stesso e per la sua vita.

Ananke: The DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora