Capitolo 25-No, non lo farò

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Erano passati otto anni dalla prima volta in cui aveva visto il padre così arrabbiato.

Era la prima volta che l'aveva rinchiuso per tutta la notte dentro quella umida stanza.

Era la prima volta che aveva provato il terrore.

Lo ricordava ancora. Non lo aveva mai dimenticato, anche perché ogni qualvolta ci provava il padre glielo faceva ricordare.

Aveva dodici anni. E quella dannata stanza quella notte di marzo era stata troppo fredda per ospitare un piccolo bambino magrolino ed indifeso da quell'oscurità che la caratterizzava.

Aveva paura, quanto aveva paura!

Ma quella notte di freddo non sarebbe stato nulla in confronto a quello che avrebbe fatto il padre da lì a poco.

Non aveva mangiato, come faceva ogni volta che il padre si arrabbiava. Era affamato, stanco ed infreddolito. Il suo piccolo corpo chiedeva di essere nutrito e scaldato non che coccolato.

Ma nessuna carezza sarebbe arrivata sulla sua pelle.

Il padre era entrato in quella stanza. E lui, ingenuo, aveva creduto che la sua punizione fosse finita.

Quanto si sbagliava!

-Non hai imparato niente da questo punizione Jungkook!- gli aveva urlato.

-Sì...- rispose lui con voce tremula.

-Non contraddirmi- uno schiaffo lo fece cadere per terra. Era troppo stanco per ribellarsi, ma non l'avrebbe fatto comunque.

-Tu e i tuoi solito modi di rispondere-.

E si sbottonò la cintura.

Sì, la stava per utilizzare per la prima volta.

-Quante volte ti ho detto che non devi disobbedirmi?- con un solo gesto si sfilò la cintura. Seguì uno scrocchio tra esse e l'aria.

Jungkook abbassò la testa impaurito.

-Girati- gli disse il padre.

-Pap...-

-Ti ho detto di girarti- lo prese per le spalle facendolo voltare in mal modo.

Jungkook ricadde sulle sue ginocchia sbattendole pesantemente sul freddo pavimento.

Non ebbe il tempo neanche di capire ciò che il padre volesse fargli. Non lo credeva possibile all'epoca.

Quel primo colpo di tanti altri colpì perfettamente la sua schiena. Non sapeva se era un bene o male che il padre non gli avesse tolto quella maglietta che portava, ma il dolore era lancinante.

Aveva rischiato anche di svenire, ma suo padre lo aveva sempre fatto rimanere vigile così che sentisse colpo dopo colpo.

-Mi disobbedirai ancora?- gli aveva detto alla fine.

-No papà, non lo farò-.

Ananke: The DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora