Capitolo 3- Preparativi

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Taehyung sbadigliò per l'ennesima volta mentre si allacciava la cravatta. Era stanchissimo. Quella settimana ricca di impegni lo aveva stremato. Ma per fortuna dopo quella sera avrebbe avuto quel meritato riposo che tanto agognava. Finalmente era arrivato venerdì, il tanto atteso giorno della sfilata.

Forse, dopo la sua brusca uscita voluta dal padre, non era così tanto attesa. O meglio, non aveva quella trepidazione che lo rendeva nervoso, preoccupato e in ansia. Insomma non era preoccupato per un possibile giudizio negativo da parte dei critici, non erano i suoi capi che sfilavano sulla passerella. Le sue mani non tremavano come succedeva ogni attimo prima di quell'atteso momento. Nella sua testa non vorticavano tutti quei pensieri negativi. Eppure non poté non notare come questa mancanza gli dispiaceva.

Sentirsi portare via l'opportunità di fare questa sfilata l'aveva amareggiato, dopo tutto era uno stilista. Lui viveva per le sfilate. Sì, aveva detto il contrario a Jungkook, che non gli importava più di tanto. Era vero, pensava sul serio che avrebbe avuto altre possibilità per far vedere i suoi lavori. Era d'accordissimo con quanto precedentemente aveva detto. Preferiva di gran lunga aver chiarito con il marito. Eppure era dispiaciuto nel dover lasciare "in cantina" i suoi lavori. Sapeva perfettamente che non avrebbero più visto la luce. Non c'è nulla di più volubile della moda. Taehyung sapeva bene che essa correva troppo velocemente tanto da rendere obsoleti quegli stessi capi.

Se doveva essere sincero, gli dispiaceva soltanto per un modello in particolare. Non capiva come quell'ultimo suo lavoro, fatto di fretta, fosse l'unico che gli piaceva più del dovuto. Provava l'ardente desiderio di mostrarlo agli occhi di tutto il mondo. Ma ormai non era possibile.

Taehyung sospirò mentre prendeva i vestiti che avrebbe indossato quella sera per la sfilata e scese al piano inferiore trovando il marito intento a cucinare.

-Oh sei già qui - notò Jungkook vedendolo poggiare ciò che aveva in mano sul tavolo.

Il rosso annuì semplicemente.

-Devi andare adesso?- gli domandò subito dopo.

Taehyung guardò l'orologio da polso - è presto , ma vorrei comunque anticiparmi-.

Jungkook abbassò la testa un po' dispiaciuto - Stavo cucinando...- si morse il labbro - credevo che data l'occasione avresti preferito un'abbondante colazione...-.

Il maggiore sorrise un po' intenerito. Dopo quel loro litigio che non era stato un litigio, come diceva lo stesso Jungkook, il minore aveva passato molto più tempo in cucina. Forse credeva o voleva aiutare il marito in quella fatica preparandogli almeno un buon pasto che era degno di questo nome.

Taehyung si sedette - qualche minuto di ritardo posso farlo-.

Il castano gli regalò un bellissimo sorriso mentre si apprestava a mettere in tavola le pietanze che, grazie a nonna Younim, era riuscito a preparare.

-Com'è ?- .

-è buono Jungkook-.

Jungkook era davvero entusiasta. In quei giorni si era dato molto da fare per non essere un peso per l'altro e, finalmente, i suoi sforzi lo stavano ripagando. Insomma Jungkook non aveva creduto, non del tutto, alle parole del marito. O almeno non nella parte in cui il rosso gli ripeteva di non essere rimasto deluso dal non poter partecipare alla sfilata come stilista. Non se la beveva proprio perché leggeva il dispiacere sul volto di Taehyung. Lo capiva dai suoi occhi che mostravano velatamente quel rammarico. Jungkook ormai era in grado di leggerli. E forse fu proprio questo che lo convinse al cento per cento a partecipare a quel piano di Kam Daho.

Già ormai mancava davvero poco. Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, nessuno era rimasto escluso, anche Namjoon li stava aiutando. Ormai l'unico a non saper nulla, a non immaginare nulla, era proprio Taehyung. Jungkook sperava solo di fare la cosa giusta.

Ananke: The DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora