Capitolo 13

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"Scusa se non so più rispondere, ma il silenzio ora parla per me
Scusa se non ho l'attitudine a far finta che non sia successo niente" ~Dear Jack, Le strade del mio tempo~

Amber's pov:

Erano passati ormai un po' di giorni, io mi sentivo, ogni giorno, sempre un pochino meglio, controllavo abbastanza bene la paura che mi assaliva ogni qual volta qualcuno si avvicinava un po' troppo e riuscivo a limitare i miei incubi notturni, forse anche grazie al regalo che mi aveva fatto Harry qualche giorno fa. Da allora dormivo sempre con un leoncino di peluches che aveva i suoi stessi indomabili ricci. Quando facevo un brutto sogno lo stringevo forte a me e questo come per magia, svaniva rimpiazzato da uno felice.

Harry si rivelò un ottimo migliore amico, ancora meglio di quanto credessi. Non mi lasciava un minuto sola, si preoccupava sempre per me e al più lieve rumore era in piedi, sull'attenti, ad accertarsi che fosse tutto apposto. Ci divertimmo molto insieme e fu anche grazie a lui se non pensai poi così spesso a quell'episodio. Mi stava aiutando a superarlo.

-Amber vieni che è pronta la colazione- urlò dalla cucina, per farsi sentire. Da quando Niall era partito per Mullingar, lui si era trasferito a casa mia e si comportava come un fratello maggiore.

Mi stiracchiai e sbadigliando scesi dal letto e poi le scale. Entrai in cucina e trovai alcune paste e 2 tazze di cappuccino ancora fumanti.

-Grazie- mi sedetti su uno sgabello e cominciai a osservare le brioches per sceglierne una.

-E di cosa- ridacchiò, sedendosi anche lui in un altro sgabello -sono solo andato al bar qui vicino.- Ecco, forse l'unico difetto che aveva era che in cucina fosse, per quanto possibile, ancora peggio di mio fratello; andavamo avanti a pizza e fast-food, ma almeno mi faceva compagnia.

-Come ti senti?- cambiò argomento mentre diede un morso alla brioches al cioccolato, sporcandosi tutto come un bambino. Non riuscii a trattenermi dal ridere e con un tovagliolo lo aiutai a pulirsi.

-Bene, grazie. Comunque guarda che non sei obbligato a stare tutto il giorno chiuso in casa a farmi da baby-sitter, esci con la tua ragazza. Posso sopportare di stare qualche ora senza di te- ironizzai facendolo ridere.

-Oh, lo so che non vedi l'ora di liberarti di me, ma mi sei stata affidata e io devo terminare il mio lavoro- si impuntò poi, guardandomi negli occhi con uno sguardo che non ametteva repliche.

-Ma ho 18 anni- piagnucolai facendo una vocina da bimba, ma niente, fu inflessibile. Sbuffai e terminammo in silenzio la colazione.
Ancora non avevo ricevuto nessuna notizia da mio fratello, ero sicura che fosse tutto apposto ma ero ugualmente preoccupata perché almeno un messaggio poteva sprecarsi a scriverlo ed evidentemente nemmeno Harry sapeva nulla visto che controllava ogni 10 minuti il telefono per poi riposarlo, deluso.

A volte c'erano dei momenti di vuoto, in cui nessuno dei due parlava e ci perdavamo nei nostri pensieri, rabbuiandoci e navigando verso ricordi poco piacevoli che se ne stavano sempre dietro l'angolo, pronti a fare la loro comparsa.

Dopo aver spreparato andai in bagno a sciacquarmi la faccia con l'acqua fredda, con la speranza di far scivolare via, insieme all'acqua, anche tutte le inutili preoccupazioni. Alzai lo sguardo verso lo specchio e sospirai.

-Posso farcela- decisi e titubante scostai il piccolo lenzuolo che Harry, premurosamente, aveva posto sotto mia richiesta. Mi guardai e per un attimo mio mancò il respiro.

La visione che mi si presentò davanti fu scioccante: occhi gonfi e iniettati di sangue, occhiaie profonde, uno zigomo gonfio con un ematoma tendente al giallo/verde, labbro inferiore spaccato e il tutto faceva uno spaventoso contrasto con la mia carnagione bianco latte. Un mostro.

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