Capitolo 27: Wherever you are is the place I belong

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Louis' pov:

Stavo cercando di fare, per l'ennesima volta, il nodo ad una stupida cravatta quando sentii un leggero bussare alla porta, alzai lo sguardo verso lo specchio e vidi Amber che attendeva sulla soglia. Alla sua vista rimasi senza fiato. Era irriconoscibile, aveva gli occhi rossi e gonfi e il suo tentativo di truccarsi un po' non era riuscito a nascondere le profonde occhiaie e i solchi formati dalle lacrime.

-Posso entrare?- mi chiese in un sussurro appena udibile.

-Certo, vieni- la invitai, indicandole il posto accanto a me sul bordo del letto, la vidi avanzare con incertezza soffermandosi qualche secondo con lo sguardo su una fotografia che ritraeva Mia con una smorfia buffa; adoravo quella foto e non ero riuscito a togliere anche quella, come avevo fatto con un mucchio di altre cose sparse per casa che le appartenevano, per non scoppiare in lacrime ogni volta che le intravedevo. Sorrise alla vista della smorfia buffa e si portò l'indice sotto l'occhio per asciugarsi una lacrima, raggiunse me sul letto e posò la sua mano calda sopra la mia per infondermi un po' di coraggio. Nessuno dei due sapeva cosa dire per alleviare in minima parte il dolore che opprimeva l'altro, ma raccolsi quel che rimaneva del mio coraggio e parlai.

-Ti voleva davvero tanto bene, sai?- dissi e non riuscii a trattenere una lacrima.

-Anche io le volevo molto bene, è stata la mia prima amica qui...era come una sorella per me- disse e scoppiò in un pianto disperato, d'istinto l'abbracciai e lei si strinse a me appoggiando la testa sul mio petto.

-Lei ci vorrebbe vedere felici, sono sicuro che si arrabbierebbe tantissimo se ci vedesse in questo stato- la consolai, accarezzandole la schiena e riuscii a strapparle un sorriso che fece sorridere anche me.

-Era davvero una ragazza fantastica - constató lei, asciugandosi le guance bagnate.

- Si lo era- confermai -beh adesso è meglio andare- pronunciai, alzandomi in piedi, lei guardandomi sorrise e quando seguii il suo sguardo notai che non avevo fatto un buon lavoro con la cravatta: era tutta storta e il nodo, non era un nodo.

-Me la allacciava sempre lei, non ho mai imparato- mormorai imbarazzato, grattandomi la testa.

-Posso?- chiese con un sorriso dolce ed io annuii.

Avvicinò le sue piccole mani alla cravatta e in pochi secondi formò un nodo perfetto, quando ebbe finito poggiò le mani sulle mie spalle e guardandomi disse -è stata fortunata ad averti conosciuto- e detto ciò uscì dalla camera, raggiungendo gli altri che attendevano nell'atrio.

Amber si sbagliava, ero stato io quello fortunato ad averla conosciuta, mi aveva salvato dall'autodistruzione e negazione dovuta a ciò che ero diventato; accarezzai la sua fotografia e dopo un' ultima sistemata alla giacca nera del completo che indossavo uscii definitivamente dalla nostra...cioè, mia stanza.

Quando raggiunsi i ragazzi tutti si voltarono verso la mia direzione, Liam era accanto ad Amber e le circondava le spalle con un braccio per sorreggerla, era presente anche Ana che si era sistemata vicino a Luke e infine, lontano da tutti, c'era Zayn con lo sguardo basso e le mani in tasca ma per quanto cercò di nasconderlo non potei non notare i suoi occhi, rossi e lucidi. Anche se non lo aveva mai detto apertamente, per non intaccare la sua facciata da duro, sapevo che teneva moltissimo a Mia e che stava soffrendo quasi quanto me.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, lui ricambiò subito il mio gesto -ce la faremo, supereremo anche questa, insieme- sussurrò al mio orecchio e io, in risposta, lo abbracciai ancora più stretto. Una volta staccati mi diede una pacca sulla spalla e mi fece un sorriso triste, quando mi voltai vidi avvicinarsi Ana, Luke e Liam che mi fecero le condoglianze e io li ringraziai con un cenno del capo.

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