Capitolo 26

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Justin's pov:

Un altro piano era miseramente fallito, o meglio, non era andato come avevamo previsto e deciso, ma la piega che aveva preso ci aveva dato la possibilità di modificarlo in corsa.
È colui che doveva dar inizio a tutto ciò ero io.

Spinsi la porta della caffetteria e un fastidioso tintinnio annunciò la mia presenza. Mi guardai un po' intorno e subito avvistai chi stavo cercando.

Prima di avvicinarmi attesi che il suo accompagnatore andasse in bagno così avrei avuto il tempo necessario che mi serviva.

-Ehi chi si rivede- salutai, forzando un sorriso, la ragazza bionda seduta al tavolo.

-Ciao Justin, come stai?- mi chiese gentilmente sollevando lo sguardo dal libro che stava leggendo.

-Molto bene, grazie. Oh per fortuna ti ho trovata qui, ho proprio bisogno di te- affermai disperato, sedendomi di fronte a lei.

-Dimmi, come posso aiutarti?-

-Sai sono nuovo di qui e non so proprio muovermi senza perdermi. Devo arrivare in questo posto, ma non ho la minima idea di come fare. Siccome sei l'unica che conosco, mi chiedevo se potevi aiutarmi- mormorai imbarazzato, mostrandole un biglietto che riportava il nome di una via, sperando che abboccasse.

-È proprio qui, dietro l'angolo. Non è difficile e neanche molto lontano- mi spiegò.

-Perfetto, mi accompagni?- chiesi, alzandomi in piedi sperando mi seguisse.

-Si, solo che sono qui con...-

-Ti prometto che tornerai subito, basta solo che mi accompagni. Ti prego- la implorai di seguirmi, non volevo usare la forza.

-Ok andiamo- disse chiudendo il libro e alzandosi.

-Eccoci arrivati, questa è la via- disse indicando il cartello che portava il nome della via che conoscevo molto bene.

-Grazie davvero, io e l'orientamento non andiamo molto d'accordo, mi sarei sicuramente perso- scherzai.

-Figurati... Beh ora è meglio che torno indietro altrimenti Liam mi dà per dispersa- ridacchiò arretrando verso la strada da dove eravamo venuti.

-No aspetta- la fermai bloccandola per la manica della giacca e lei guardò prima me, poi la mia mano che la teneva stretta, in modo confuso -Ora vieni come- la soggiogai e lei dopo un attimo acconsentì.

Sorrisi constatando che aveva funzionato, credevamo che Zayn le avesse dato la verbena per proteggerla, ma evidentemente non gli importava poi così tanto di lei come faceva credere, era solo un gioco per lui.

Presi Amber per mano e la condussi verso la mia auto parcheggiata a qualche metro di distanza.

-Dove stiamo andando?- mi chiese una volta saliti in auto, mentre facevo manovra per immettermi in strada.

-Non preoccuparti, non è molto lontano- le risposi, non distogliendo lo sguardo dalla strada.

Quando dovetti fermarmi ad uno stop, presi dal cruscotto il mio cellulare e scattai ad Amber una foto, che successivamente inviai a Dylan.

"Ora tocca a te" aggiunsi.

Zayn's pov:

-Smettila di gridare come una pazza, Mia- sbraitai a mia volta dal divano.

Descending BloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora