Cap 11

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Luna


Eravamo appena arrivati a l'entrata del salone, dove ci attendevano Magda & Frenck, mi misi accanto ad Alexander alla sua destra, dato che lui stava a capo tavola e iniziammo la nostra cena in tutta tranquillità.

Durante la cena era stato chiamato da uno dei suoi uomini, aveva lanciato uno sguardo a Frenck si erano alzati, mi aveva baciato e sussurrato un "-ci vediamo dopo piccola.-" e se ne erano andati.

Eravamo rimaste solo io e Magda.

Una cena tranquilla tra donne.

Avevo imparato da subito a volerle bene era come parlare a una mamma.

Era strano forse pensarla così ma io me la sentivo tale.

Come ero arrivata qui mi aveva accolta a braccia aperte, come una madre che accoglie la propria bambina che non vede da giorni, invece noi ci eravamo conosciute in quel momento.

Mi aveva aiutato a capire le regole che una moglie di un re di mafia come doveva comportarsi.

Non potevo uscire da sola, praticamente vivevo in una gabbia d'orata.

Se uscivo doveva essere comunicato a mio marito, che mi mandava alcuni dei suoi uomini dietro, sennò dovevo uscire con lui, era proibito a uscire da sola, proprio per quello che lui rappresentava.

Il mio mondo era stato completamente stravolto.

Ancora tutt'ora con i giorni che stavano passando come un fulmine da quando ero arrivata i primi di agosto, adesso ci trovavamo quasi alla metà del mese, dovevo ancora abituarmi a tutto ciò.

Credo solo che ci sarebbe voluto del tempo, per abituarmi a questo modo di vivere, anche se sospetto che non mi sarei mai del tutto abbituata completamente.

Infondo io non ero nata in questo ambiente e molte donne che anche ci nascevano scommetto non era facile nemmeno per loro vivere così e abituarsi.


Alexander


Mi aveva chiamato Nick, aveva trovato un uomo incappucciato che stava ficcanasando intorno al mio locale, pensava di passare in osservato, povero illuso

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Mi aveva chiamato Nick, aveva trovato un uomo incappucciato che stava ficcanasando intorno al mio locale, pensava di passare in osservato, povero illuso.

Se fosse così adesso non si troverebbe, nello scantinato del mio locale, dove avvenivano i miei divertimenti.

Ero non ero soprannominato "Zver' (La Bestia)".

Vidi il pezzo di merda legato alla trave del soffitto come un salame a testa in giù, mentre mi ero tolto la maglia ormai da buttare sporca di sangue, mentre ripulivo i vari coltelli utilizzati per torturarlo.

Stava urlando come un fottuto maiale sotto le mie torture.

Gli strappai lo scoch dalla bocca, mentre lo sentivo imprecare, mentre un ghigno sadico si stava facendo largo sulle mie labbra.

La Moglie Di Un VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora