Cap 28

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Alexander

Avevo organizzato tutto nei minimi dettagli, senza dirle niente.

Avevo parlato con mio fratello che per qualche giorno non volevo essere disturbato se non in caso estremo.

Avevo acquistato una villa mesi addietro, prima del nostro matrimonio, all'insaputa di mia moglie.

Luna non sapeva assolutamente niente.

Avevo avuto intenzione per quanto fosse stato tutto pronto, di portarla e farle una sorpresa.

Non avevamo fatto nessun viaggio di nozze

Per colpa del mio "lavoro", che mi teneva bloccato.

Non ci eravamo potuti allontanare nemmeno per qualche giorno, per questo ora che era da qualche giorno tranquillo, avevo preso subito questa decisione, senza un minimo ripensamento.

So quanto desiderasse di stare sola con me, senza nessuna festa mafiosa e i miei uomini.

L'avevo completamente catapultata in un mondo completamente diverso dal suo, con delle regole e dei doveri.

E non si era mai lamentata.

Però so quanto desiderasse di stare un po' da soli, lontano per qualche giorno da tutto questo.

Sono un Boss è vero ma o dei doveri anche verso mia moglie.

Soprattutto verso mia moglie, la mia ragione di vita.

Così avevo organizzato tutto nei minimi dettagli.

Finii di caricare le valige in macchina, mentre guardavo l'orario sul display del mio cellulare, erano le tre di notte.

Perfetto, ora salgo a svegliarla, la faccio vestire e poi partiamo.

Esattamente venti muniti dopo stavo uscendo dal viale di casa nostra con mia moglie,

che mi guardava incuriosita cercando di capire dove la stessi portando.

Sorrisi maliziosamente, mentre le posavo una mano sul ginocchio.

-Cerca di dormire un po' piccola, voglio che quando arriviamo sarai tutta pronta per me.-

Dissi ammiccando verso di lei, mentre il mio sorriso malizioso rimaneva fisso sulle mie labbra.

-Amore, mi spieghi dove stiamo andando alle quasi tre e mezza di notte?!?-

-E' una sorpresa, quindi dormi. Ti sveglio come arriviamo.- Dissi accarezzandole dolcemente il suo ventre coperto dal vestitino che indossava.

La vidi sorridermi timidamente, mentre la vidi socchiudere gli occhi, lasciandosi andare alle mie carezze sul ventre, mentre continuavo a guidare con la mano sinistra, lanciando di tanto intanto uno sguardo alla mia donna, che si era addormentata.

Spostai la mano dal suo ventre alla sua guancia, lasciandole una dolce carezza, per poi posare la mano sul cambio, accelerando di poco la mia guida, pronto per la destinazione.

Sarebbe stato un lungo viaggio il nostro .

Ma ne valeva assolutamente la pena.

Potevo prendere il mio jet privato, e fare molto prima, ma non volevo.

Volevo fare qualcosa di assolutamente "normale" per lei.

Avevo comprato quella villa dispersa nelle montagne qualche giorno prima del nostro matrimonio e l'avevo fatta sistemare, non vedevo l ora di far vedere il nostro angolo di paradiso lontano da tutto ciò che ci circondava giornalmente, quando eravamo a casa nostra.

La Moglie Di Un VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora