Cap 34

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Alexander

Finii di leggere alcuni documenti, mentre di tanto intanto gettavo l'occhio sullo schermo dove inquadrava tutta la casa.

Precisamente la camera da letto.

Ero stato vicino a mia moglie fino alle sette di stamattina, aspettando che si addormentasse.

E finalmente era successo.

-"Quella ragazzina, andava seguita come una bambina."-

Feci un mezzo sorrisetto al mio stesso pensiero.

Lo ammetto, anche se mi faceva impazzire era una cosa che amavo di lei.

Non era come alcune di quelle donne, che facevano parte di questo mondo, che ambiavano solo ai soldi, e al potere, o mantenersi sempre bella.

No lei era così, semplicemente pura, nella sua semplicità, mantenendo ciò che è, anche dopo essere entrata nel mio mondo.

E l'amavo per questo.

Uomini come noi, siamo dei dominatori nati, amiamo tenere sempre tutto sotto controllo, perfino nella nostra vita privata.

Le nostre donne, le amiamo profondamente, le accudiamo, ci prendiamo persino cento pallottole per loro, ma amiamo dominarle e mantenere il controllo.

Senza quel controllo, saremmo uomini persi.

Già siamo dei tipi strani, ma siamo fatti così.

Sono orgoglioso di ciò che sono.

E non me ne vergogno.

Non sarei dove sono, se non avessi fatto tutte quelle cose orribili, che tanto tengo nascoste alla mia donna, per arrivare dove sono oggi.

Erano appena scattate le undici di mattina, fra un'ora la Luna doveva misurarsi la febbre, e prendere le medicine.

Ero diventato ancora più protettivo nei suoi confronti da quando era uscita incinta, era più forte di me.

Magda era andata spesso su a controllarla silenziosamente, così da lasciarla dormire.

Sentii il telefono del mio studio squillare e risposi.

-Pronto.-

-Brat- (fratello)

-Niko, dimmi.-

-Come sta tua moglie, ce Azzurra ha provato a chiamarla ma il cellulare è spento e non ha voluto disturbare a casa.-

-Sta dormendo, per questo il cellulare è spento, comunque le medicine stanno facendo effetto, fra qualche giorno starà meglio.

Ti direi portala qui, ma non voglio rischiare che potrebbe influenzarsi tua moglie, è incinta anche lei.-

-Si, hai ragione. Comunque ti chiamo io e mi tieni informato, per il resto.. Tu ti sei calmato?-

-Mi calmerò Brat quando prenderemo quei figli di puttana e mi divertirò con loro.-

-Li prendiamo, sta tranquillo. E dobbiamo ancora scoprire chi ci sta fottendo "nell' alleanza."

Perché non ce dubbi, che sia uno di loro.-

-Esatto. Ma per ora preoccupiamoci del resto.-

-Certamente, Ciao Brat-

Misi giù il telefono, posando lo sguardo sullo schermo delle telecamere, non trovando mia moglie.

Mi passai nervosamente una mano sul ciuffo, quando sentii un leggero bussare alla porta del mio ufficio.

-Avanti.-

Vidi la mia bellissima donna, entrare timidamente e tutta assonnata, chiudendosi la porta alle spalle.

-Perché ti sei alzata, devi stare a letto amore.-

Dissi alzandomi andandogli incontro.

-Non ce la faccio.- La vidi imbronciarsi proprio come una bambina.

Sorrisi divertito, alle sue parole e alla sua deliziosa espressione imbronciata.

La sollevai in braccio, a mo di sposa, andandomi a sedere di nuovo di fronte alla mia scrivania, con la mia bellissima donna, seduta sulle mie gambe, accoccolata a me.

Le toccai la fronte sentendola accaldata, mi irritai leggermente, lo so che ci voleva qualche giorno, ma non sopportavo vederla cosa.

Le circondai i fianchi, alzandole la maglia, posando la mano sul suo piccolo ventre accarezzando il frutto del nostro amore.

La vidi nascondere il viso fra la spalla e il collo, sentendola sospirare di piacere.

Mentre la stringevo possessivamente a me.

-Tra poco, scendiamo di sotto, ti misuri la febbre, pranzi e prendi le medicine, piccola.-

-Si boss! Disse ridendo, prendendomi in giro.

Feci un mezzo sorrisetto divertito, pizzicandole giocosamente il fianco, facendola saltare per il solletico dalle mie gambe.

-Amore!-

Risi divertito, mentre le scostavo i capelli dal collo, baciandogli la pelle calda e profumata, sentendola sospirare di piacere.

Mia.

La strinsi più a me, con fare possessivo, mentre la voglia di farla mia, si stava facendo largo dentro di me.

Ma non era il momento, dovevo calmarmi e mantenere il controllo.

-Amore, mamma mia che caldo..-

-Ti si sta alzando la temperatura amore mio è normale.-

Dissi, accarezzandole dolcemente il viso accaldato.

La vidi che si stava per sfilare la maglia di sopra, e la guardai in modo severo.

-Ma non credo proprio bambina, sta buona.-

-Uffa Alexander, fa veramente troppo caldo!-

Alzai un sopracciglio, a mo di avvertimento, mentre la facevo alzare in piedi, afferrai il cellulare, mettendomelo nella tasca dei miei pantaloni, per poi circondarle i fianchi, conducendola fuori dal mio ufficio.

Si era fatto ora di pranzo, così scendemmo di sotto, diretti nel salone, mentre la mia donna si andava ad accomodare al suo posto, mentre afferrai il termometro per fargli misurare la febbre.

Sicuramente era risalita di nuovo, lo avvertivo dal rossore del suo viso e dal colore in eccesso del suo corpo.

Le consegnai il termometro mentre il mio cellulare prese a squillare di nuovo, uscii un attimo dalla sala per andare a rispondere a uno dei miei uomini.

Continua


Buongiorno cuoricini💛 luminosi!🥰

Ecco qui il nuovo capitolo cuori. 💛

Grazie di cuore per tutti i commenti e le stelline, vi adoro.💛💛💛

Vi mando un grosso abbraccio💛 al prossimo aggiornamento!

😘💛


La Moglie Di Un VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora