capitolo 25

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pov. t/n

io: cosa?!
Erwin: si, i soldati lo hanno trovato in una piccola cascina e poi lo hanno portato qui per interrogarlo.
*mi alzo in modo deciso dal letto*
Levi: t/n?
Erwin: t/n cosa fai? Devi stare a letto!
io: Benkei ha detto che sto bene
*dissi avvicinandomi ad Erwin*
io: portami da lui
*dissi convinta*
Per poi girarmi verso Levi e rivolgergli uno dei nostri sguardi pieni di parole, questo voleva dire - stai tranquillo so quello che faccio, torno presto -

pov. Levi

Prima che potessi dire qualsiasi cosa se ne erano già andati, t/n vuoi davvero incontrare l'uomo che ti ha sparto? Per quanto ne sappiamo potrebbe essere anche uno degli uomini di Polpo, assoldato per ucciderla o peggio per ferirla gravemente e poi portarla priva di sensi da lui, quella sarebbe davvero la peggiore delle ipotesi. Vorrei tanto alzarmi e correrle dietro ma per prima cosa non ci riesco faccio fatica a muovermi, mi sento tutto il corpo intorpidito e secondo mi fido di lei e se con il suo sguardo mi ha detto quella cosa allora ne è sicura.

pov. t/n

io: dove si trova?
Erwin: al momento lo abbiamo portato nella sala grande
io: ok
Mi dirigo verso di essa, ma mentre lo faccio mi tornano in mente le scene di ieri
~AHHH oddio pe-pensavo che fosse un animale! Non volevo spararti!~
Aveva un espressione spaventata, un'altra cosa che ricordo bene è che aveva delle spesse occhiaie, io mi sono fatta più o meno un idea del perché e come è successo, ma voglio sentire la sua versione dei fatti.
Apro le grandi porte della sala e me lo ritrovo davanti, circondato dai soldati, tiene il suo cappello di paglia tra le mani appoggiato al petto, e vedo la sua espressione mutare velocemente quando mi vede varcare quella soglia.

uomo: t-tu sei...
Erwin: quest'uomo ha confessato ma abbiamo comunque bisogno di una tua conferma, è stato lui a spararti?
io: si
*dissi convinta*
uomo: sono pronto a qualsiasi pena ma permettetemi di darvi la mia spiegazione sulla accaduto. Io vivo alla fine di questa collina, ho una moglie e tre figli, per mantenerli come lavoro coltivo erbe medicinali per poi venderle a studi medici privati, era da un po' di tempo che la mattina quando andavo nel mio orto trovato impronte di animali, buche e piante distrutte così per tre giorni decisi di rimanere sveglio la notte a fare la guardia con il mio fucile per vedere se trovassi qualche animale, per i primi tre giorni non trovai nessuno, ma al quarto giorno mentre stavo per addormentarmi sentì un rumore così andai a controllare e forse era la mancanza di sonno ma mi sembrò di vedere un cinghiale, così imbracciai il mio fucile e senza pensarci due volte sparai ma quando la luce lunare la colpì vidi che si trattava di una ragazza, spaventato corsi subito in casa ma fu una pessima scelta, se non mi aveste trovato voi penso sarei andato a costituirmi, non riuscivo a sopportare l'idea di aver ferito o addirittura ucciso una giovane donna. Sono contento che tu stia bene.

Mike: qualunque cosa dirai non cambierà il
fatto che andrai in prigione
uomo: ne sono consapevole, volevo sol che sapeste la veri-
io: mi dispiace.
Alle mie parole tutti sono voltarono verso di me sorpresi.
io: per diverse vicissitudini un mio compagno era rimasto ferito a causa mia. Ero andata al ruscello vicino a casa sua e visto il buio non notai l'abitazione ma riuscì a scorgere delle erbe mediche, all'inizio pensai fosse una piccola distesa naturale ma poco più tardi capì che non potevano esserci in tale quantità nella natura ma allora era troppo tardi. È andata così non è tutta colpa sua, io sono comunque entrata nella sua proprietà privata, non potrebbe avere delle attenuanti per questo?

L'uomo mi guardava con gli occhi lucidi, probabilmente sorpreso dalla mia magnanimità nei suoi riguardi, dopo tutto ha fatto quello che ha fatto solo perché aveva bisogno di vendere la sua merce per mantenere la sua famiglia, questo si chiama sopravvivere non crimine.
Erwin: t/n sei sicura? Quest'uomo ti ha comunque quasi ucciso
io: ne sono consapevole, ma anche io sono in parte nel torto dopo tutto
Erwin: va bene farò il possibile, portatelo via.
Due soldati lo presero per le braccia e fecero per portarli via ma lui si liberò e venne verso di me.
soldato: ehi tu!
*disse all'uomo*
Lui mi prese le mani e si inginocchiò davanti a me appoggiando la fronte sulle mie scarpe
uomo: grazie, grazie infinite grazie a lei la mia famiglia vivrà.
Io rimasi in silenzio sorpresa da questo gesto, non me lo aspettavo, per me era la cosa giusta da fare mi sembrava banale come cosa me evidentemente per tutti i presenti non lo era.
Dopo poco alcuni soldato lo ripresero e lo portarono via.
Erwin: sei stata molto gentile con lui
io: era la cosa giusta da fare, mi vuole scusare un attimo
Erwin: certo, tutto bene?
io: si

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