capitolo 15

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pov. t/n

io: sono loro
*dissi seria*
Hanji: loro chi?
io: quelli che vogliono uccidermi
Alla mia affermazione tutti si alzarono di scatto impiedi.
Erwin: di chi stai parlando?
*chiese preoccupato*
io: sono uno dei tre Clan sicuramente, credo il Clan Kori dal suono prodotto da corno
Benkei: si lo credo anche io
*disse così da rendere più fondata la mia supposizione*
Mike: ma come fanno ad essere in superficie adesso?!
*chiese allarmato*
io: non lo so, forse hanno approfittato della confusione degli scontri tra i Clan e hanno aggirato le guardie per salire la scalinata.
*dissi inespressiva come sempre*
Erwin: quanti sono?
io: più di un centinaio di sicuro
Hanji: ehhh più di cento?! cosa facciamo?!
*disse mettendosi le mani nei capelli*
io: io andrò fuori, voi armatevi e portate in stavo tutti i soldati, state all'erta e se sentite il mio segnale scappate
*dissi rivolta ai miei amici, loro sanno qual è il segnale*
Furlan: te lo puoi scordare t/n!
*io mi girai di scatto verso di lui, con un espressione confusa*
Furlan: loro vogliono te, non ti lascerò andare a morire!
Isabel: Furlan ha ragione, siamo noi che dobbiamo proteggere te!
io: e perché mai dovreste farlo?
*chiesi contrariata*
Benkei: perché tu sei la nostra...
*per fortuna si interruppe e non continuò la frase che se fosse riuscito a terminare avrebbe portato a una marea di domande a cui non avevo il tempo necessario per rispondere*
I maggiori ebbero il tempo di lanciarci un occhiata stranita ma
X: ~ la grande guerriera t/n è pregata di uscire qui fuori e se non lo farà entro il prossimo minuto ucciderò tutte le persone dentro a questo palazzo ~
Disse una grossa voce dall'esterno.
io: capisco quello che provate, però è me che vogliono, anche parlando normalmente, preferiresti che muoia una persona sola o un gruppo di innocenti.
Dopo le mie parole, vidi i loro occhi riempirsi di lacrime
Furlan: va bene, ma verremo con te
io: no
*dissi decisa*
Isabel: sai come funziona con loro devono esserci sempre dei testimoni nemici alla loro dichiarazioni
Erwin: verremo anche noi
*disse con tono autoritario*
io: non posso permetterlo, non voglio che qualcuno muoia ancora per colpa mia.
L'ultima frase usci involontariamente dalla mia bocca, non avevo intenzione di dirlo.
Hanji: di questo non ti devi preoccupare
*mi disse con un piccolo sorriso*
io: e perché non dovrei farlo?
Furlan: perché nessuno di noi oggi morirà.
Quelle parole, mi donarono un immensa fiducia in loro e in me stessa, anche se erano solo parole e probabilmente aveva detto quella frase solo per convincermi a farli venire con me, ma sentivo che sarebbe andato tutto bene.

Abbassai la testa ed espirai rumorosamente
io: eh va bene ma parlerò io
X: ~ t/n mancano solo dieci secondi ti conviene sbrigarti ~
io: andiamo
*dissi rivolta a tutti i presenti*
Tutti annuirono in sego di approvazione, io ero davanti al gruppo e aprì le porte che davano sul sentiro del bosco ed è lì che li trovai, erano un esercito, armati di tutto punto, con archi, lance, spade e scudi.
E davanti all'esercito schierato orizzontalmente davanti al quartier generale, si trovava un uomo, era alto e robusto, con la barba sfatta e capelli castani ispidi, in mano aveva un corno, probabilmente era stato lui a parlare prima, man mano che ci avviciniamo ne sono sempre più sicura è proprio lui, Hayato il capo del Clan Kori.
Hayato: ah finalmente sei uscita dalla tua tana t/n, sai laggiù adesso è un massacro, qui invece è tutto così tranquillo.
*disse estraendo la spada dal fodero che teneva legato alla vita con una cintura*
io: non sono qui per combattere
*dissi tranquillamente*
Io camminavo verso di lui, stavamo adoperando la sua stessa formazione, i maggiori e i miei amici dietro di me orizzontalmente e io davanti a loro come una guida. Quando pensai di essere ha una buona distanza mi fermo.
io: Hayato venire qui stasera è stata una pessima scelta, minacciare di uccidere tutte le presone in questo palazzo è stata una pessima scelta, perciò adesso tu chiamerai tutti i tuoi uomini, anche quelli nascosti attorno al perimetro del quartier generale *a quell' affermazione lo vidi irrigidirsi, non pensava che mi fossi accorta di essere circondata dai suoi uomini* e girerete i tacchi e ve ne andrete, non mi importa dove, ma non fatevi più vedere qui.
Dopo il mio discorso lo vidi infiammarsi era fuori di se dalla rabbia probabilmente voleva uccidermi in quel momento, più di ogni altra cosa.
Hayato: COME TI PERMETTI DI DIRMI QUELLO CHE DEVO FARE?! IO SONO HAYATO IL GRANDE CAPO DEL CLAN KORI TU INVECE NON SEI NESSUNO!
*disse sbraitando, facendosi sentire dalle persone nel quartier generale che ormai erano tutte accalcate alle finestre per vedere cosa stesse succedendo*
io: ti sbagli, io da oggi... sono il capo del Caln Sora
*dissi fiera del mio nuovo appellativo*
Sapevo che non sarebbe stato facile d'ora in poi, anzi non era mai stato facile, niente nella mia vita era mai stato facile, il lavoro, le relazioni con le persone, le responsabilità tutto ricadeva su di me, sempre, ma adesso devo prendermi cura degli ormai pochi rimanenti della nostra grande famiglia.
Hanyato: E ALLORA, QUESTO NON TI DA COMUNQUE IL DIRITTO DARMI L'ORDINE DI ANDARMENE DA QUI!
io: non volevo arrivare a questo ma a quando pare non ho scelta.
Feci segno con la mano ai miei compagni di stare lì fermi e non seguirmi.
Io cominciai a camminare tranquillamente verso di lui come se il fatto di avvicinarmi a lui non mi provocasse la minima paura, perché dopo tutto era così. Ma la cosa lo fece infuriare ancora di più
Hayato: cosa c'è adesso vuoi combattere contro di me?!
io: ti ho già detto che non sono qui per combattere.
Continuai ad avvicinarmi finché non fui a circa un metro di distanza da lui, Hayato mi guardava storto tenendo stretta l'impugnatura sulla sua grande spada
Hayato: lo sai che potrei tagliarti la testa in questo momento?
*disse con tono da superiore*
io: certo, ma non lo farai
Hayato: e cosa te lo fa credere?
*disse tranquillo, sembrava avesse acquistato un po' di autocontrollo rispetto a prima*
Non lo avrebbe ammesso davanti a nessuno al mondo, forse nemmeno in punto di morte ma aveva paura di me.
Io feci ancora un passo e allungai lentamente la mano arrivando alla sua cintura dove teneva attaccata ad essa un pugnale, lui mi guardò confuso stando all'erta, presi il coltello per l'impugnatura e lo estrassi dal fodero, sempre molto tranquillamente, a quel gesto fece un passo indietro di scatto e si mise in una posizione di difesa, pensando lo avrei attaccato, ma presi il pugnale che tenevo con la mano destra e avvolsi la mia mano sinistra sulla lama, poi estrai velocemente il coltello dalla mano sinistra ferendomi ad essa, tenevo ancora il pugno chiuso e nel buio di quella notte distinguevo solo i loro sguardi confusi e straniti dalla situazione
io: io t/n t/c attuale capo del Caln Sora, sono l'unica rimasta della stirpe dei sangue nero *dissi aprendo la mano e mostrandola all'esercito davanti a me*
Quando feci quel gesto e ogni soldato schierato davanti a me vide il mio sangue nero scorrermi sulla mano, erano semplicemente increduli, forse sconvolti.
Deposero le armi e si inchinarono davanti a me avevano un ginocchio appoggiato a terra, il capo inclinato verso il basso è una mano aperta portata all'altezza del cuore.
Dopo questo gesto sentì i maggiori dietro di me cominciare a farsi molte domande. Visto che un attimo prima aveva dichiarato di volermi uccidere.
io: è in quanto tale sono la legittima erede al trono, io sono la Regina della città sotterranea.
*dissi continuando a tenere la mano alta all'altezza della testa*
esercito: si, vostra altezza
*dissero in coro*

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