capitolo 23

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⚠️TW suicidio⚠️
pov. t/n

Non è possibile, non può essere vero, è surreale, io ho bruciato quella casa e i terribili ricordi che ne avevo, mi ero finalmente liberata da quel peso, e adesso in un istante tutto il dolore torna a farsi strada in me. Ancora sconvolta e con gli occhi spalancati do una veloce occhiata alla zona circostante, vedo altre abitazioni, di conseguenza il perimetro della casa non è contornato da campi, anche se era impossibile che fosse quella, ebbi la certezza che quella non era la mia vecchia casa. Ma perché, c'era una copia di quella casa? Forse è questo il posto in qui devo arrivare per raggiungere Polpo?
Dalla borsa che portavo a tracolla estrassi velocemente un piccolo cannocchiale, che usai per controllare gli ingressi, notai che erano quasi tutti sorvegliati da massimo due uomini, non c'è dubbio vista la casa e tutta quella scorta qui ci abita un uomo molto ricco e potente, ma non volevo credere che ero a pochi metri da lui. Sempre con il cannocchiale provai a guardare attraverso le finestre, al piano terra non sembrava esserci nessuno, così passai al primo piano e vidi un uomo seduto di spalle su una poltrona di velluto rosso, essendo di spalle e che il mio cannocchiale non aveva una buona risoluzione, non capì chi fosse, rimasi lì per un po', finché si alzò, appena lo fece mi irrigidì subito, dall'altezza e la corporatura sembrava proprio lui, ma quando si girò e si diresse verso la finestra da cui lo stavo spiando ne ero certa, quello era Polpo. Quando lo guardai sentì il mio corpo tremare, così mi girai di scatto di spalle per poi scivolare lentamente fino a sedermi poggiando la schiena contro il muretto che circondava la casa, avevo il respiro affannato, sudavo freddo e tremavo in tutto il corpo. Avevo paura.

Non era cambiato affatto, era sempre alto e magro, i capelli biondo cenere e quegli occhi così chiari da sembrare bianchi, se non per la grande e spessa cicatrice obliqua che partiva dalla mandibola destra e scompariva sotto il colletto della camicia, quella cicatrice che gli feci il giorno in qui pensai di averlo ucciso.
Non riuscivo a muovermi, ero paralizzata dalla paura, volevo solo scappare, correre lontano, ma non riuscivo a muovere un solo muscolo.
L'unica cosa che riuscì a farmi muovere fu, il pensiero che lui o qualche uomo della sua scorta mi avesse vista, e che stessero venendo a prendermi, così alzandomi a fatica mi rimisi in piedi per poi correre il più velocemente possibile verso le mura.

Skip Time

Adesso mi trovo nel Wall Rose, ho appena pagato il pedaggio per rientrarci, vorrei tornare subito al quartier generale ma, non credo che al momento riuscirei a parlare con qualcuno di quello che è successo, perché sono certa che anche se ho scritto nel messaggio che una cosa privata vorranno di sicuro avere delle informazioni almeno su dove sono stata. Camminando per le vie affollate dal mercato noto una piccola bottega, un cliente ne esce completamente sfatto e ubriaco, sembra spensierato e felice, forse funzionerà anche con me? Decido di entrare, solo vedendo entrare una ragazza tutti gli uomini presenti si girano verso di me, io invece mi dirigo svogliata al bancone mi siedo su uno sgabello e il ragazzo dietro al bancone mi chiede
ragazzo: cosa vuole bere?
*chiese sorridendo*
Sembrava un bravo ragazzo, gentile e solare, probabilmente lavora qui o perché è orfano e deve procurarsi da solo i soldi, o è il locale di famiglia.
io: dammi la cosa più forte che hai
ragazzo: come desidera
*disse sorridendo*
Non voleva provarci era davvero carino e gentile.
ragazzo: ecco a lei
*disse porgendomi un bicchierino pieno di un liquido scuro*
lo prendo in mano avvicino il bicchiere alle labbra e lo mando giù tutto d'un fiato.
io: mh è buono, un altro
ragazzo: arriva subito

Andò avanti così per un po', nonostante avessi perso il conto di quanti ne avessi bevuti non mi sentivo nemmeno brilla, però la mia mente vagava, stavo dimenticando Polpo, fino a che due uomini alti e robusti si sedettero uno alla mia destra e uno alla mia sinistra.
X: ehi non stai bevendo un po' troppo tesoro?
X2: già, è forte quella roba, dovresti andarci piano
Non gli risposi sperando che se ne andassero.
X2: che fai non rispondi?
Sentì delle risatine capendo così che tutto la bottega stava guardando il loro tentativo di rimorchio.
X: dopo tutto quello che hai bevuto sei ancora così fredda?
*disse poggiando una mano sulla mia spalla circondandomi la schiena*
uomini: uhhh
*esultarono*
io: ti dispiacerebbe togliere la tua mano dalla mia spalla
X: e perché dovrei farlo?
*chiese ridendo*
io: perché se ti cambiassi i connotati adesso quando torneresti a casa da tua moglie non ti riconoscerebbe più.
Rimase sorpreso dalla mia affermazione, perché non indossava la fede, ma si vedeva il segno dell'abbronzatura di essa, probabilmente lavorava nei campi, l'avrà tolta per cercare di rimorchiare nei locali.
X: come ti permetti?!
*urlò adirato*
io: adesso puoi toglierti di dosso? Sei pesante
X: MOCCIOSETTA!
*disse sbattendo le mani sul tavolo per poi alzarsi e alzare la mano per tirarmi uno schiaffo*
Io con una mossa fulminea mi misi dietro di lui, bloccai la sua mano e con l'altra mia mano gli diedi un colpetto sella nuca così da fargli perdere i sensi.
X2: AHHH l'ha ucciso!
uomini: un assassina!
*dissero tutti spaventati*
io: siete così ubriachi da non capire che ha solo perso i sensi.
Dopo che lo dissi con molta tranquillità tutti tornarono ai loro bicchieri, l'altro uomo se ne andò via spaventato.
io: scusami per il chiasso
ragazzo: figurati, anzi sono rimasto sorpreso stavo per venire ad aiutarti ma mai fatto tutto da sola
io: ah grazie
ragazzo: mi chiamo Misato
io: t/n
Misato: piacere di conoscerti
io: anche per me
Rimasi lì ancora un po' a bere, poi ritornai sulla strada di casa.

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