Chapter 37

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Sono passati ormai due mesi dall'ultima volta che ho visto Neymar.
Mi ha scritta diverse volte, ma non ho mai risposto, non ne avevo il coraggio.
Mi chiede sempre come sto, ma in realtà cosa gli importa cosa sto passando? È soprattutto colpa sua. Se realmente gli fosse importato sarebbe venuto qui, a vedermi in faccia, ma non l'ha fatto, e non merita nulla.
Eva, Nadine e Rafaella sono le uniche che sento costantemente, mentre Jota e Leo mi chiedono alcune volte come mi sento...forse su richiesta del brasiliano.
Sto provando a scrivere, a comporre, ma non ci riesco...canto tanto, mi piace l'idea di farlo mentre sono incinta, anche se in realtà il bambino ancora non sente nulla.
Odette mi chiama ogni giorno, e mi ripete continuamente che le manco, e anche a me lei manca da impazzire, ma non posso tornare.
Il secondo mese di gravidanza inizia a sentirsi, e soprattutto a farsi vedere.
Quando sono in costume o in intimo si nota un piccolo pancino, invece vestita no...ma non credo esista cosa più bella di questo cambiamento del mio corpo, se significherà portare al mondo un angioletto.

Sono in stanza, persa con lo sguardo nelle piccole tracce del tramonto che si specchiano nel mare.
Sono distrutta, non nego di piangere almeno ogni notte, mi manca davvero, e vorrei che ci fosse anche lui a vivere questo momento così importante.
Ricevo improvvisamente una videochiamata, e noto che è Eva.
<<hey>>
Dico rispondendo...è a Parigi, in soggiorno, probabilmente ci staranno ascoltando tutti, anche Neymar.
<<hey Bel, come stai?>>
<<bene, tu?>>
<<bene. Che fai?>>
<<mah, in realtà nulla di che, sono in stanza, forse esco a fare un giro>>
<<da sola?>>
<<beh non vedo cosa ci sia di strano>>
<<non é buono che tu esca da sola>>
<<non mi preoccupa>>
<<Bel>>
<<tranquilla Eva, non mi spaventa nulla>>
<<ciao zia>>
Mi saluta Odette sedendosi in braccio a Eva.
<<ciao piccola mia>>
<<zia oggi zio Neymar mi ha comprato un sacco di regali bellissimi, devo farteli vedere>>
<<ah si?>>
Gli dico sorridendo, mentre in realtà dentro stavo morendo.
<<si zia, sono vestiti bellissimi>>
<<immagino ti staranno un incanto>>
<<zia il pancino cresce?>>
Mi chiede sorridendo...gliel'hanno detto!
<<si amore, è cresciuto di pochissimo, ma si, sta crescendo>>
<<posso conoscere il bambino?>>
Scoppio a ridere per la sua innocenza.
<<amore, non c'è ancora, ma sai l'ho visto in un'ecografia, era piccolo piccolo piccolo, come una noce>>
<<e poi diventerà come me?>>
<<un po' più piccolo, ma si>>
<<che bello. Non vedo l'ora di vederlo>>
<<ancora un po', e poi lo potrai vedere>>
<<mi manchi zia>>
Dice, e vedo delle lacrime scendere dal suo volto...mi distrugge.
<<anche tu mi manchi tanto>>
<<no zia, saresti venuta a salutarmi>>
<<amore, non posso muovermi da qui, ho tante cose da fare>>
<<zia ti prego>>
Il mio cuore si stava spezzando ancora di più, come se non lo fosse già.
Vedo delle mani che la prendono in braccio, e sono quelle di Neymar...i suoi tatuaggi li riconoscerei anche tra miliardi di mani tatuate.
<<io vado, ti scrivo dopo>>
<<sta' attenta Bel>>
<<tranquilla. Ciao>>
<<ciao>>
Stacco il cellulare, ed esco a fare un giro, ma nei paraggi, solo per prendere una boccata d'aria.
Ho realmente fatto la prima ecografia, e presto dovrò fare la seconda. Juan è venuto con me, non mi ha lasciata neanche un secondo, ed era emozionato, forse più di me.
Alcune notti viene nella mia stanza e inizia a parlare o cantare vicino alla mia pancia...è già così legato al piccolino, o alla piccolina...ed è bello, Dio, è incredibile...lui sarà uno dei pilastri fondamentali della nostra vita.
Ritorno a casa poco dopo, e ci sediamo in giardino tutti insieme. Indosso la mia solita maschera quando sono in famiglia, non voglio che notino come in realtà sto soffrendo...non meritano di vedermi triste, stanno davvero facendo grossi sacrifici per me, e non intendo in senso economico, ma stanno dando una casa sia a me che a mio figlio.
Ritorno in stanza, faccio una vasca tranquilla, rimango circa 1 ora all'interno di essa, ero davvero rilassata.
Indosso il pigiama e mi stendo sul letto. Apro Instagram e come al solito cerco il profilo del brasiliano. Vorrei pubblicasse la minima cosa, ma non lo fa, solo quando gioca.
Chiudo gli occhi, essendo davvero distrutta, e mi addormento in me che non si dica.

Sento qualcosa vibrare, ma non capisco se sto sognando o è la realtà.
Apro gli occhi e faccio mente locale, notando poi il cellulare acceso, e una chiamata...la sua.
Decido di non rispondere, e apro whatsapp per vedere se mi avesse scritto qualcosa, ma nulla.
Da lui è notte fonda...mi chiedo cosa ci faccio ancora sveglio.
Continua a chiamarmi, e alla fine mi tocca rispondere...è pur sempre il padre di mio figlio, anche se non lo vuole.
<<che cosa vuoi?>>
<<hey...mi hai risposto.
Voglio approfittare del fatto che sono ubriaco per dirti ciò che ho dentro, perché da sobrio non riesco. Lo so che è tardi, non è l'ora giusta per chiamarti. Volevo capire se sei ancora la mia ragazza, volevo sapere come stavi, se mi ami ancora.
I drink non collaborano in questo momento, ma da ubriaco è l'unico modo per parlarti. Voglio sapere se qualche volta ridi, o se piangi...se sei in compagnia, o sei sola...da parte mia non faccio altro che sentire la tua mancanza...sto bevendo per dimenticarti, ma ti penso ancora di più. Mi dispiace se sono stato un pessimo fidanzato, e se quando prendo il mio orgoglio lo mando al diavolo.
Ti amo piccola, amo te, amo il nostro bambino, sono stato una persona orribile. Scusa>>
Le lacrime scorrono sul volto, mentre lui continua a parlare a ruota libera senza fermarsi. Mi manca da impazzire, e si lo amo, lo amo da morire, ma mi ha ferita troppo, e non può dopo due mesi di pura sofferenza cercarmi così.
<<che cosa vuoi da me?>>
<<voglio te, voglio voi>>
<<dimmelo quando sarai sobrio>>
<<non ci riesco, mi morirebbero le parole in gola... per questo ti ho chiamata ora. Un ubriaco non mente, e lo sai bene...io non ti sto mentendo. Mi dispiace>>
<<ti rendi conto di quanto mi hai ferita?>>
<<non voglio provare neanche a immaginare quanto tu abbia sofferto>>
<<ti viene in mente solo due mesi dopo che sono incinta?>>
<<mi manchi da morire, ho provato a stare senza di te, ma proprio non ci riesco. Non posso vivere senza di te, e c'è una cosa che ci legherà per sempre. Non voglio commettere lo stesso errore che ho fatto con Carol, abbiamo una bella famiglia, ma con te voglio costruire qualcosa di ancora più forte. Ti amo, ti amo da morire, e poi manchi troppo a Odette, se tu tornassi renderesti felici tutti. Ti prego amore mio, torna>>
<<non so se ce la faccio>>
Stacco il cellulare e scoppio a piangere, ripenso a tutto quello che mi ha detto...come può improvvisamente dirmi queste cose così
importanti?
Prendo il quadernino e scrivo tutto ciò che mi ha detto, o quantomeno il contenuto...non volevo dimenticare nulla. Più aggiungo insieme tutto, e più mi rendo conto di come le sue parole siano così belle anche per scrivere una canzone...perché si diciamolo, le sue parole sono state incredibili, e se fosse stata una cosa meno seria sarei tornata subito da lui, ma sono troppo delusa, ferita, non posso far finta di niente, e poi era ubriaco...se tornassi da lui e non mi volesse più? Non credo di poterlo mai riuscirei a perdonare una seconda volta.

𝘽𝙤𝙧𝙣 𝙩𝙤 𝙗𝙚 𝙮𝙤𝙪𝙧𝙨 | 𝙉𝙚𝙮𝙢𝙖𝙧 𝙅𝙧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora