VIII

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«Dovremmo smetterla di incontrarci così.»
Giulia si trovava al supermercato, precisamente davanti al reparto surgelati, quando aveva sentito la voce di Deddy raggiungerla alle spalle, proprio mentre era intenta a chiedersi perché esistessero al mondo così tanti tipi di gelato.
Si era voltata a controllare che fosse davvero lui.
«Non ci credo. Anche tu costretto a fare la spesa?»
«Sì, oggi era il mio turno.», aveva risposto avvicinandosi.
«Allora? Come stai? Mi ha detto Sangio che hai visto lo studio. »
«Sì, è veramente figo. Non ne avevo mai visto uno dal vivo.»
avevano continuato a parlarne per qualche minuto, prima di cambiare totalmente argomento.
«De, ho bisogno del tuo aiuto per una cosa,» aveva iniziato la ragazza.
Le aveva fatto cenno di continuare.
«Tu hai la macchina, giusto? Che ne dici di andare al mare, domani? Tanto è domenica.»
«Al mare?»
«Sì, vorrei fare una sorpresa a Sangio.», aveva spiegato con finta nonchalance, sperando che la voce più flebile del solito non avesse tradito l'imbarazzo che provava.
Era da un po' che Giulia ci stava pensando. Precisamente da quando, in quella che era stata la prima notte in cui dai messaggi erano passati alle videochiamate sotto stretta richiesta del ragazzo (Non riesco più a parlarti senza vederti, si era giustificato), Giovanni le aveva confessato di non aver potuto festeggiare il suo compleanno quell'anno.
«Ma come? Quando è stato?» aveva chiesto Giulia, indignata. Per lei i compleanni erano sacri.
«A Gennaio. Il nove. Diciamo che è stato un periodo turbolento per me. Non me la sentivo di festeggiare.»
Giulia aveva notato subito come avesse distolto lo sguardo,iniziando a giocare nervosamente con le dita delle mani.
Non aveva quindi indagato oltre. Un'idea però aveva iniziato a prendere forma nella sua testa.
Era stata perciò felicissima quando Deddy, non senza averle prima averle lanciato uno sguardo sorpreso, le aveva dato la sua disponibilità.
«Si può fare, dimmi cosa avevi in mente.»
aveva così impegnato con lui i successivi dieci minuti ad organizzare il tutto, la confezione di gelato che ancora aveva in mano che iniziava a sciogliersi.
                                    *
La prima cosa che aveva fatto Giulia la mattina seguente era stata affacciarsi alla finestra.
«Mannaggia,» aveva esclamato. Non faceva freddo ma c'era qualche nuvola a disturbare il sole. Non proprio la giornata perfetta che aveva desiderato.
Sperando che il tempo fosse clemente con loro per tutta la giornata, si era poi vestita in fretta. Non aveva dormito granché ma non era stato così difficile alzarsi prima del previsto.
Si era scoperta...emozionata. E tremendamente agitata. L'idea che qualcosa potesse andare storto,che Giovanni la prendesse come un gesto esagerato o prematuro, la preoccupava.
«Ormai quello che è fatto è fatto.», aveva sussurrato in direzione di Marius, l'orsacchiotto di peluche dal quale non si separava mai. Come se potesse risponderle.
Io sono pronta, venti minuti e sono da te.
le aveva scritto Chiara mentre era in cucina, impegnata a ultimare i preparativi.
Giulia aveva invitato anche lei, la sera prima. Sapeva che non avrebbe mai detto di no ad una giornata al mare, ed era sicura che a Deddy e Sangio non sarebbe dispiaciuto se fosse venuta.
                                    *
Giovanni non ci stava capendo nulla.
Quella mattina Dennis l'aveva svegliato in fretta e furia dicendo che dovevano andare in un posto. Aveva provato a pressarlo per più informazioni, quantomeno per farsi dire come si sarebbe dovuto vestire, ma l'amico era stato irremovibile.
È una sorpresa, si era limitato a rispondergli.
Il livello di confusione aveva raggiunto le stelle quando poi Deddy aveva parcheggiato davanti a quella che ormai riconosceva essere casa di Giulia e lei e la sua amica Chiara dopo qualche minuto erano salite in macchina.
Era contento di vederla. Soprattutto perché dopo i giorni passati a parlare solo attraverso uno schermo, averla lì vicino in quel momento rendeva tutto più reale. Come se diventasse concreto, quasi tangibile tutto quello che avevano condiviso.
Con i capelli scuri sciolti,scompigliati dal vento che entrava dal finestrino, e una camicia a righe azzurra, era una visione così luminosa da sentirne quasi il calore sotto le dita.
La ragazza aveva poi però tirato fuori una bandana e con un sorriso furbo, gli aveva fatto cenno di coprirsi gli occhi.
Giovanni aveva ubbidito, ridendo. Era confuso ma in quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa lei gli avesse chiesto , senza fiatare.
                                    *
«Posso sapere dove mi state portando?»
«Non aprire gli occhi.», gli aveva intimato Giulia ignorando la domanda.
«Ho capito, saranno venti volte che lo ripeti. Ho letteralmente una benda sulla faccia, anche se li aprissi non vedrei niente»
L'aveva sentita ridere affianco a lui.
«Vabbè ma tu non li aprire lo stesso»
Aveva cercato di non sorridere alla sua risposta, fallendo miseramente.
«Agli ordini.»
Giovanni aveva capito quasi subito.
Il rumore delle onde, e la sabbia sotto le dita gli avevano subito suggerito che si trovava al mare. Lo stesso mare che non vedeva da anni, ma questo a Giulia non l'aveva detto.
«Siamo arrivati. Puoi toglierti la benda,» aveva sentito dire dal suo amico Deddy.
Tutta quella luce accecante era stata un duro colpo per i suoi occhi ormai abituati al buio, ma una volta posato lo sguardo sul picnic apparecchiato ai suoi piedi, con tanto di tovaglia rosa e storti tramezzini fatti in casa, non ci aveva più fatto caso.
«È stata un'idea di Giulia,» aveva specificato Chiara, forse notando la sua espressione confusa.
Sangio si era subito girato verso la ragazza in questione, che mentre giocava con la sabbia sotto i suoi piedi, aspettava ansiosa dicesse qualcosa.
«Hai fatto tutto tu?», le aveva chiesto incredulo. Giulia aveva annuito timidamente.
«Non hai potuto festeggiare il tuo compleanno,no? Poi guarda quanto sono storti quei panini, è evidente li abbia fatti io,» aveva cercato di sdrammatizzare, ridendo.
Giovanni non sapeva cosa dire. Il cuore sembrava aver accelerato il suo battito, colmo di gratitudine.
Per quanto lo riguardava, c'erano solo loro due su quella spiaggia, baciati da quel sole, accarezzati da quel vento.
Nessun altro.

Una lacrima sul viso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora