XXVII

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Erano le otto di sera di un classico venerdì d'estate e Sangiovanni, aspirante popstar, se ne stava seduto al bancone della cucina, una tazza di tisana limone e zenzero tra le mani.
Ed era proprio così che lo aveva trovato Deddy una volta emerso dalla porta di camera camera sua.
Attraversava il salotto di fretta, intento a controllare che la camicia che indossava fosse messa bene prima di uscire.
Quando però si era accorto della presenza dell'amico, si era fermato fissandolo interdetto.
«Ma stai bene?»
Giovanni aveva corrugato la fronte, non capendo il motivo di quella domanda.
«Sì, perché?»
Per come la vedeva lui, si stava semplicemente bevendo una tisana.
Deddy aveva esitato ancora un secondo spostando lo sguardo dalla bevanda fumante alla temperatura indicata sull'orologio digitale posizionato sopra il frigo, prima di decidere di lasciare perdere.
«Niente.»
Giovanni, accontentatosi della risposta, aveva poi virato l'attenzione su qualcos'altro.
Solo in quel momento si era infatti reso conto dei vestiti e delle scarpe eleganti che l'amico indossava quella sera.
«Esci?», aveva indagato.
«Sì,»
Deddy aveva passato le dita tra i capelli in visibile imbarazzo, valutando se fosse il caso o meno di dirgli dove fosse realmente diretto.
«È il compleanno di Giulia, oggi.»
«Oh.»
Quel particolare aveva lasciato Sangio per un attimo senza parole.
Non sapeva compisse gli anni quel giorno, non gliel'aveva mai detto.
Un inatteso senso di malinconia lo aveva presto travolto.
Si chiedeva come sarebbe stato essere lì a festeggiare con lei.
«Ma ci hai parlato, ultimamente? Come sta?», non era riuscito ad evitare di chiedergli.
Per celare bene la sua apprensione, si era presto affrettato a bere un sorso dalla tazza che aveva davanti agli occhi, senza mettere in conto che il liquido ancora bollente avrebbe finito inevitabilmente per ustionargli la lingua.
Cercando di reprimere meglio che poteva una smorfia di dolore, aveva poi alzato lo sguardo incontrando di nuovo quello di Deddy .
«A me sembra stia bene. Ci siamo già visti un paio di volte da quando siete tornati e— non so, è la stessa di sempre.»
Giovanni non sapeva cosa pensare. Lei stava bene e ne era contento, ma a quella rivelazione il conflitto di emozioni che aveva dentro si era fatto più acceso.
«Divertiti, allora», senza dire altro gli aveva fatto un cenno con la mano che l'altro aveva ricambiato prima di prendere la porta.
«E salutala anche da parte mia.» , aveva poi aggiunto piano, una volta rimasto solo.
Aveva passato l'ora successiva a cercare di distrarsi in qualsiasi modo gli venisse in mente, prima accendendo la tv e poi cercando su internet qualche ricetta da fare il giorno dopo. A quanto sembrava, in casa c'erano ingredienti adatti soltanto a preparare un polpettone.
C'era però un pensiero fisso che continuava a fare capolino nella sua testa appena si permetteva di fermarsi un attimo.
Tanto che una volta sotto le coperte, aveva dovuto cedere prendendo in mano il telefono e aprendo direttamente l'icona dei messaggi.

Auguri, aveva finito per scrivere esitando però, prima di premere Invio.
Forse quella di farsi sentire così dal nulla, per giunta il giorno del suo compleanno, non era una buona idea.
Aveva subito cancellato tutto e posando il cellulare sul comodino, aveva provato ad addormentarsi, senza successo.

                                      *

Nonostante razionalmente sapesse che non le avrebbe mai scritto, Giulia, seduta in balcone, continuava a controllare lo schermo del suo telefono, in attesa.
Giovanni non poteva neanche essere a conoscenza del fatto che quel giorno fosse il suo compleanno visto che non ne avevano mai parlato , ma quel piccolo barlume di speranza che ancora era rimasto acceso dentro di lei, non voleva sentire ragioni.
La serata stava andando bene, si stava veramente divertendo ed il cibo che sua madre aveva preparato prima di andare via, era buonissimo.
«Giù, è il momento di aprire i regali. Sono anche arrivati i tuoi con la torta. Vieni?», l'aveva chiamata Chiara dal salotto, ad un certo punto.
Stanca del suo stesso rimuginare, Giulia aveva lanciato il cellulare sul divanetto di vimini prima di raggiungere gli altri.

Una lacrima sul viso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora