IX

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«Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me. Grazie.»
A quelle parole,Giulia aveva potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Giovanni non appariva infastidito, come aveva temuto. Anzi, sembrava essersi quasi emozionato alla vista di ciò che aveva preparato.
Quando con lo sguardo aveva incontrato il suo poi, l'aria tra di loro si era fatta densa, elettrica.
«Figurati.» aveva risposto Deddy al posto suo, scatenando una risata generale.
«Ora smettetela di stare lì a fissarvi imbambolati e mangiamo. Ho una fame assurda.»
A quelle parole Giulia era diventata rossa,
e il ragazzo aveva distolto lo sguardo, passandosi imbarazzato una mano tra i ricci castani.
Chiara le aveva lanciato un'occhiata divertita prima di sedersi anche lei, agguantando uno dei panini venuti meglio e trascinando Deddy in un dibattito sulle migliori serie televisive dell'anno.
Giulia aveva cercato di seguire il discorso ma si era ritrovata più volte a gettare lo sguardo sul ragazzo che se ne stava in silenzio al suo fianco, gli occhi fissi sulla distesa d'acqua a un metro da lui.
«Cosa guardi, di così interessante?»
«L'orizzonte. Mi incuriosisce da quando sono bambino.», le aveva rivelato.
«Mi fa venire voglia di prendere una barca e inseguirlo, finché non finiscono le onde.»
«Potresti scriverci una canzone. Solo tu riusciresti a rendere poetico un posto come Fregene.» ,aveva scherzato Giulia.
«Potrei farci un pensierino. Nel caso la carriera da cantautore non dovesse decollare, potrei girare per le città e vendere cartoline.»
«Impossibile, già so che arriverai a riempire gli stadi. Sangiovanni, la nuova popstar della musica italiana. Senti come suona bene. Non dirmi che non ci hai mai pensato.»
Avevano poi continuato a punzecchiarsi per tutto il giorno, fino a quando gli altri due ragazzi presenti, non li avevano trascinati con loro a riva.
Su esempio di Chiara, si erano tolti tutti le scarpe e al primo contatto dei piedi con l'acqua gelida, Giulia era quasi saltata via.
«È freddissima.»
«Decisamente.» aveva concordato l'amica.
Era stato poi Deddy a movimentare la giornata con una delle sue solite idee.
«Sangio, scommetto che non ti butteresti mai.»
Gli occhi di Sangiovanni, riconoscendo il profumo di una sfida, si erano illuminati di una luce diversa dal solito, che Giulia non aveva ancora avuto modo di conoscere.
«Non ci provare. Sai che non perdo mai le sfide.»
«E allora dimostralo.», l'aveva provocato Deddy, con una spocchia tale da far pensare che prevedesse già che l'amico non si sarebbe mai buttato.
Giovanni non se l'era fatto ripetere due volte. Era estremamente competitivo, questo Giulia l'avrebbe imparato proprio in quel momento.
Non si era però subito lanciato in acqua, come gli altri si aspettavano. Si era tolto la camicia, rimanendo nella sua distintiva canotta bianca. Poi si era voltato verso di lei, un sorriso diabolico sulle labbra. Giulia era arrivata troppo tardi a capire che intenzioni avesse.
«Monello, non osar—» aveva avuto il tempo di urlare, prima che Sangiovanni la prendesse in braccio e, stringendosela al petto per non farla scappare, si immergesse in acqua.
Era riemersa qualche secondo dopo, i capelli una massa aggrovigliata a nasconderle la faccia.
Aveva fatto immediatamente caso a come Sangio non avesse tolto la mano dal suo fianco finché non si era assicurato che fosse tornata in superficie senza problemi. La stoffa della camicia da bagnata era diventata talmente sottile da sentire il calore della sue dita imprimersi sulla pelle.
L'aveva poi lasciata definitivamente andare appena si era accorto che non erano soli in acqua. Deddy aveva infatti copiato il suo gesto e la vittima era stata una povera Chiara che adesso si ritrovava con il mascara colato ed i capelli biondi gocciolanti, a cercare di acciuffare Deddy per fargliela pagare.
Anche Giulia una volta ripresa dallo shock, ne aveva dette quattro al ragazzo davanti a lei.
«Non posso credere che tu l'abbia fatto davvero!»
Sangiovanni era scoppiato a ridere.
Le aveva fatto poi segno che sarebbe uscito e si era disteso sulla sabbia, il viso rivolto verso il sole e le onde che gli lambivano il fianco.
Giulia ci aveva pensato giusto un secondo prima di seguirlo a ruota stendendosi però nel senso opposto, così che a sfiorarsi fossero solo le loro teste, una affianco all'altra. In sottofondo solo le risate dei loro amici e il rumore della schiuma che si infrangeva sul bagnasciuga.
*
La primavera stava finendo, lasciando spazio all'estate. Sangio se ne era accorto perché nonostante l'acqua fosse freddissima, lì sdraiato sulla sabbia si stava benissimo.
Il leggero vento che gli accarezzava la pelle aveva spazzato via le poche nuvole di quella mattina, ed il cielo era più azzurro che mai.
Era sempre andato troppo di fretta nella sua vita, aveva realizzato all'improvviso.
Guardati intorno, avrebbe voluto gridare al se stesso di ogni giorno. Respira.
Perché quella calma che stava provando lì in quell'istante, la mente sgombra di paranoie e dubbi vari, non si permetteva di viverla mai.
Era sempre impegnato a ricercare il sottotesto, le clausole nascoste, i doppi significati di qualsiasi parola venisse detta o scritta. Aveva paura delle sorprese indesiderate, lo mangiava il terrore di vedersi scivolare via dalle mani tutto ciò che nella vita aveva guadagnato. Di ogni cosa doveva passare al vaglio nella sua testa tutte le alternative e possibili esiti finché non era sicuro di avere tutto sotto controllo. Ecco perché ancora non aveva firmato con nessuna casa discografica, nonostante le diverse proposte e le conseguenti pressioni.
Da una parte aveva infatti Falso Nueve, uno dei suoi amici più stretti e la prima persona ad aver creduto in lui, che da poco era entrato a lavorare nella Sugar.
Sai che non mi devi niente, gli ripeteva sempre, ma se dovessi firmare con noi lavoreremo sodo, ci faremo in quattro per farti arrivare in alto e ancora oltre.
Dall'altra però aveva la proposta della WonderMusic, una delle discografiche più grandi d'Italia, famosa per lavorare anche a livello internazionale.
Ecco perché era estremamente indeciso.
Diviso tra la lealtà nei confronti di un amico con alle spalle un'etichetta relativamente piccola, intima, e una proposta enorme, un salto nel vuoto.
Ma anche quell'indecisione che di solito accompagnava ogni istante delle sue giornate a Roma, ora era stata relegata ad un angolo, quasi trasparente.
«Mi sono divertita,oggi», aveva sussurrato Giulia distogliendolo da quell'invadente flusso di pensieri.
«Dovremmo vederci più spesso,allora.»
«Sì ma solo se mi prometti che non farai più cose del genere.» gli aveva detto, alludendo ai suoi vestiti bagnati.
«Non posso, non faccio mai promesse.»
«Mai?»
«Mai.»,aveva confermato,con tono solenne. Aveva provato tempo fa sulla sua stessa pelle il dolore di una promessa infranta, e da lì aveva deciso che mai avrebbe inflitto una sofferenza simile ad un'altra persona. La vita era imprevedibile, aveva capito, ed era impensabile cercare di modificare il suo corso.

Nel frattempo il sole aveva iniziato a calare e Giovanni non se ne era neanche accorto.
Quando aveva voltato la testa nella sua direzione, Giulia aveva fatto lo stesso.
Non erano mai stati così vicini.
La punta del naso sfiorava quasi la sua e le labbra erano a pochi centimetri dall'incontrarsi, attente.
Se faceva attenzione, poteva sentire i loro respiri mescolarsi insieme in un ritmo irregolare.
Erano rimasti in silenzio a guardarsi, aspettando il tramonto.

Una lacrima sul viso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora