XVIII

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Nelle settimane successive al loro incontro i due avevano ripreso a vedersi più assiduamente.
Quasi come se volessero recuperare tutto il tempo perduto, si erano creati una specie di routine.
Capitava spesso che lui si informasse sugli orari delle sue lezioni per accompagnarla a danza, oppure quando era Sangio ad essere impegnato in studio, Giulia si preoccupava sempre di controllare che mangiasse portandogli il pranzo.
Qualcosa era definitivamente cambiato tra loro.
Ogni ora, minuto o secondo che passavano insieme, veniva vissuto da entrambi con una tale intensità da creare una complicità che non era mai stata percepita così profondamente da nessuno dei due prima di allora.
Sangiovanni aveva definitivamente sciolto ogni riserva nel momento in cui l'aveva vista entrare nello studio ,un giorno, mentre era impegnato ad ultimare la demo da consegnare al produttore di Lady , il pezzo che le aveva fatto sentire in anteprima.
Aveva le guance arrossate dal sole e in una mano portava quello che Giovanni immaginava fosse uno dei suoi panini preferiti.
Ma quello che più di tutto l'aveva fatto capitolare era stato un dettaglio in particolare. Per la prima volta da quando si conoscevano infatti Giulia non indossava un filo di trucco.
Gli era subito venuta in mente la lettera che aveva letto tempo fa, e se era così emozionato era proprio perché sapeva quanto quello fosse stato un grande passo per lei . Era il suo modo per dimostrargli che si fidava di lui così tanto da mostrarsi davanti ai suoi occhi con tutte le sue insicurezze. Vulnerabile.
Giovanni doveva essere rimasto a fissarla imbambolato per qualche secondo di troppo , perché Giulia si era subito nascosta la faccia con i capelli, imbarazzata.
«Che c'è?» gli aveva chiesto.
«Sei bellissima.»
Non credeva sarebbe stato possibile ma a quelle parole Giulia era diventata ancora più rossa.
L'aveva ringraziato timidamente per poi
cercare subito dopo di cambiare argomento chiedendogli informazioni sulla sua partenza per il Gala che lo aspettava qualche settimana dopo a Milano.
«Ci dobbiamo separare di nuovo, allora.»
aveva infine commentato.
Quella nota di tristezza nella sua voce non era sfuggita a Giovanni, che condivideva a pieno il suo stato d'animo
Anche il solo pensare di dover abituarsi di nuovo all'idea di non poterla vedere per qualche giorno, l'aveva tenuto sveglio per più di una notte.
Erano poi passati a discorsi più leggeri, e lei gli aveva chiesto anche di Luca e Tancredi, che non vedeva da una vita.
«Stanno bene, non ci vediamo spesso da quando sono tornato perché stanno lavorando insieme al nuovo progetto di Aka. Pare vogliano anche collaborare in un pezzo.»le aveva risposto Sangio, prima di passare ad informarsi sul suo amico Gas Gas.

Per tutto il pomeriggio che avevano passato insieme, c'era stata un'aria carica, tesa tra loro. Tanto che ogni volta che si sfioravano, Giovanni poteva giurare di sentire delle scintille corrergli sulla pelle. Ed era capitato molte volte, che si toccassero. Quasi come se qualsiasi cosa stessero dicendo o facendo si ritrovavano comunque ad orbitare sempre uno nella sfera dell'altro.
Un'attrazione magnetica, qualcuno l'avrebbe descritta.
«Come va invece la preparazione del l'assolo? Che canzone ti hanno assegnato?», le aveva domandato  Giovanni ad un certo punto.
Si trovavano in piedi uno affianco all'altro e le stava facendo vedere , dietro sua richiesta, come far funzionare il sintetizzatore davanti a loro.
«Non te lo dico.»
A quel rifiuto, il ragazzo l'aveva guardata, sorpreso.
«E perché, scusa?»
Giulia aveva fatto cenno di chiudersi la bocca a chiave, scoppiando poi a ridere.
Sangio in realtà sapeva benissimo perché non parlasse mai con nessuno dei concorsi a cui partecipava o delle parti importanti che era sul punto di ottenere nella sua vita. Era tremendamente scaramantica.
E poi non voglio partire con aspettative troppo alte, gli aveva spiegato, una volta.
Aveva il terrore di deludere le persone che le volevano bene. E se stessa.
«Tanto lo so che non ne parli per non portare male, eccetera,eccetera. Ormai ti conosco.» l'aveva punzecchiata.
«No che non mi conosci», gli aveva risposto lei con tono giocoso, senza smentire però la prima parte della frase.
«Sì che ti conosco.»
«Impossibile.»
«Ti dico di sì.»
«Dimostramelo.», Giulia aveva un sorriso divertito mentre lo sfidava.
«Ad esempio so che quando ridi ti tocchi il naso. Così, vedi? »
Aveva poi proceduto ad imitarla, chiudendo gli occhi e tappandosi il naso esattamente come faceva lei.
Era così buffo che la ragazza non aveva potuto evitare di ridere.
«Smettila,cretino.»
«Aspetta,aspetta. Ne ho un'altra.
So che quando una persona dice una cavolata chiudi le dita nel gesto più italiano possibile.» ,aveva continuato.
«So poi che quando ti viene da piangere,ti strofini veloce gli occhi,come se con quel gesto potessi tenerti dentro tutto le lacrime che minacciano di uscire.» ,si era avvicinato, addolcendo il tono di voce. Aveva portato le mani al suo viso sfiorandole la delicata pelle sotto gli occhi. 
«So che lo fai perché non vuoi far vedere agli altri che stai male. Perché preferisci rimanere in silenzio piuttosto che far preoccupare chi ti sta vicino.»
L'espressione sul volto di Giulia si era fatta sorpresa. Come se non potesse credere che lui avesse notato una cosa del genere.
«Poi so anche un'altra cosa. Forse la mia preferita, fra tutte.»
«Ah,sì? E quale sarebbe?», gli aveva chiesto lei, curiosa.
Sangiovanni aveva chinato la testa, appoggiando la fronte alla sua.
Gli occhi di Giulia nella penombra dello studio sembravano brillare ancora più luminosamente del solito.
Con piacere aveva notato come, appena si era fatto più vicino, gli avesse subito poggiato la mano sul braccio, quasi a voler decimare in un solo colpo quei centimetri che ancora li separavano.
Si era fatta coraggio.
Giovanni l'aveva capito perché non aveva distolto lo sguardo neanche per un secondo, come invece faceva di solito.
Forse anche lei sentiva la pressione del tempo, aveva pensato, come se sopra le loro teste galleggiasse una clessidra ormai quasi vuota.
«Che non avevi mai baciato nessuno. Fino ad oggi.» le aveva sussurrato delicato sulle labbra.
Aveva aspettato qualche secondo per darle tempo di ritrarsi, se avesse voluto,prima di coprirle con le sue.

Una lacrima sul viso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora