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KIRISHIMA POV

Mi sveglio con la meravigliosa voce leggiadra del mio ragazzo.

"Coglione spegni quella stracazzo di sveglia scassa palle!" sbraita tappandosi le orecchie con il cuscino.

Sollevo la testa e allungo il braccio sopra la sveglia, spegnendola.

Sono passati due giorni quindi oggi è lunedì, il giorno in cui devo andare per la prima volta a lavorare all'asilo.

Mi alzo dal letto, mi dirigo davanti l'armadio, prendo dei vestiti puliti e li poggio sulla scrivania.

"Cosa stai facendo?" domanda Katsuki con la voce impastata dal sonno.

Volto lo sguardo verso di lui e trovo i suoi occhi cremisi che mi fissano, sbucando dalle lenzuola.

"Devo andare a lavorare non ricordi?" rispondo sorridendo e togliendomi la maglia.

Mugola in risposta e mi guarda dal suo nascondiglio.

"A che ora torni?".
"Per le 15-15:30" rispondo abbottonando la camicia bianca.
"Quindi devo pranzare da solo?"
"Eh sì purtroppo"

Rimane in silenzio e si alza dal letto.

Si avvicina a me e mi abbraccia da dietro.

"Guai se porti a casa uno di quei marmocchi" dice con tono severo.
"Torno da solo, sta tranquillo" rispondo lasciandogli un bacio sulla guancia.

Scioglie l'abbraccio ed esce dalla stanza.

"Ti aspetto giù, non fare tardi come al solito" afferma scendendo le scale.

Mi metto anche i pantaloni e corro in bagno a sistemarmi i capelli.

Dopo averci perso la solita mezz'ora scappo in sala da pranzo, trovandoci Katsuki seduto a tavola mentre sta al telefono.

"C'è l'ha fatta in meno di un'ora signori, incredibile!" esclama sarcastico applaudendo e squadrandomi da cima a fondo.

Mi siedo anche io e afferro la tazza di caffè che c'è già sul tavolo.

"Cosa farai stamattina?" domando portando la tazza alle labbra.
"Ho trovato una palestra qua vicino quindi andrò lì ad allenarmi un po', ho sentito che fanno anche corsi di pugilato. Per comunicare userò google traduttore, sperando che non mi faccia dire qualche cazzata assurda" risponde guardando verso il basso.

Annuisco, ma nella mia testa compare una domanda appena finisco di metabolizzare ciò che ha detto.

"Facevi pugilato?"
"Sì, l'ho fatto per un paio di anni ma, come ti ho già detto, eravamo messi male economicamente perciò non sono più potuto andarci e mi sono fatto dare lezioni da un mio «amico»" spiega pacato e facendo le virgolette sulla parola «amico».

Annuisco nuovamente e continuo a fare colazione.

"A che ora inizi?" domanda spezzando il breve silenzio che si era formato.
"Alle 8:30, perché me lo chiedi?"
"Perché sono le 8:19, coglione" afferma guardando l'ora dal display del telefono.

Sgrano gli occhi e mi alzo di scatto, correndo verso la porta di casa.

Afferro le chiavi della macchina e di casa e il telefono, da sopra il mobile all'entrata.

"Oi" dice il biondo richiamando la mia attenzione.

Mi giro verso di lui e si avvicina.

"Buon lavoro" dice mettendosi in punta di piedi e lasciandomi un bacio sulla fronte.

Sorrido e lo abbraccio.

"Grazie piccolo" lo ringrazio stringendolo a me.
"Idiota scollati prima di arrivare ancora più in ritardo di quello che già sei!" sbraita dimenandosi.

Mi tolgo e gli lascio un veloce bacio sulle labbra.

Esco di casa e salgo nella mia macchina, rigorosamente rossa, metto in moto e mi dirigo verso l'asilo vicino.

{Skip time}

Parcheggio il veicolo e smonto.

Mi dirigo, camminando velocemente visto che sono leggermente in ritardo, all'entrata dell'edificio e apro la porta.

Entro e vengo inondato da grida di bambini impazziti, muri colorati che mi accecano e da un forte odore di borotalco.

"Sei percaso Kirishima Eijiro?" sento domandare.

Volto lo sguardo verso la fonte del suono e trovo una giovane ragazza dai capelli mori a caschetto con in braccio due bambini e uno di fianco che...vola?!

"Sì, sono proprio io" rispondo sorridendo.
"Oh piacere di conoscerti, io sono Ochako Uraraka" si presenta ricambiando il sorriso.

Aspettate un secondo

"Sei giapponese? Il tuo nome non mi sembra da queste parti..." domando grattandomi nervosamente la nuca.
"Mio padre è giapponese mentre mia madre è americana" afferma lei.
"Wow che fortuna, anche io sono mezzo americano e giapponese!"

La ragazza sorride e noto che uno dei bambini mi fissa.

"Ochako, chi è lui?" mi indica un bambino dai capelli corvini e spettinati come quelli di Katsuki.
"Piacere di conoscerti piccoletto, io sono Eijiro" dico sorridendo al bambino.

Il bambino mi guarda per qualche secondo in silenzio.

"Io sono Kota" si presenta lui "loro invece sono i miei amici Eri e Katsuma" dice indicando gli altri due bambini.

Li saluto con un gesto della mano sorridendo.

La bambina nasconde il viso nell'incavo del collo della ragazza mentre, l'altro bambino che fluttua di lato, ricambia il saluto muovendo la manina.

"Bambini, che ne dite di andare a giocare assieme agli altri così io parlo un po' con Eijiro?" dice la ragazza poggiando a terra i due che aveva i braccio.

Fa unire le dita della mani e il bambino castano che fluttua scende lentamente a terra, unendosi agli altri due.

"Perfetto, seguimi pure" afferma dirigendosi dietro una scrivania vicino all'entrata dell'asilo e io mi siedo sulla sedia davanti "adesso ti faccio qualche domanda per conoscerti meglio. Allora dimmi, cosa facevi in Giappone?"
"So che può sembrare strano, ma facevo la guardia penitenziaria" rispondo leggermente imbarazzanto.

Lei sgrana gli occhi e mi guarda sbigottita.

"Oh...emh...okay e come mai sei qui adesso?" mi domanda voltando la testa di lato.
"Mi sono trasferito con il mio ragazzo per cercare un po' di pace" rispondo tralasciando tutta la nostra storia.
"Mmh, va bene e cos-"
"RIDAMMI LA PALLA!" si sente gridare interrompendo la ragazza.

Volto la testa di lato e trovo una bambina dai capelli castani, molto simile al bimbo che fluttuava poco prima, inseguire il bambino corvino con in mano una palla.

"Mahoro, lascia stare la palla di Kota" la rimprovera sospirando Uraraka.
"È mia questa!" esclama la bambina.
"Non è vero, è mia!" ribatte il corvino stringendo la palla con fare possessivo al petto.

La ragazza sospira e si poggia la mano sulla tempia.

"Perché non giocate assieme, così non serve litigare per la palla" intervengo sorridendo.

I due mi guardano per qualche secondo finché Kota scappa a gambe levate inseguito dalla bambina.

"Litigano sempre quei due, non vanno proprio d'accordo" afferma ridendo leggermente la mora per la scena appena successa "ti faccio vedere la struttura?"
"Certo"

Ci alziamo e ci dirigiamo verso una grande sala tutta colorata dove i bimbi giocano.

"Qua i bambini passano la maggior parte del tempo, seguimi che ti faccio vedere la mensa"

Mi guardo intorno e il mio occhio cade su un ragazzo in particolare.

"Testutestu?!"

***Spazio autrice***
Ta ta ta tannnn SUSPANCEEE

Ci voleva un po' di suspance ;)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci si becca al prossimo!
Buona vita<3

Criminal Love {kiribaku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora