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"La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per lo più illusori,
di gioia e piacere."
-Arthur Schopenhauer

Sorrido tra me e me osservando una piccola bambina, di all'incirca 7 anni, che con la madre sceglie entusiasta un libro da poter comprare e leggere. Ho consigliato loro la sezione su Geronimo Stilton e credo di averci azzeccato; quando la mamma mi ha detto che la piccola ama le storie dove deve scoprire e indovinare un qualcosa, ho capito che fosse quella la cosa giusta per loro.

Ho sempre sognato di avere una libreria tutta mia, oltre che per il semplice fatto che amo i libri e amo il loro profumo inconfondibile, che ha qualcosa di poetico e inspiegabile, proprio perché adoro vedere la gente sognante davanti alle pagine di una storia che ti trascina in un altro mondo. È proprio una cosa che amo parecchio.

-Buongiorno, Madeleine.- mi giro verso l'entrata sentendo qualcuno salutarmi... Ma non è qualcuno qualunque, è Matteo. Lo osservo mentre si avvicina al bancone della cassa dove sono io, sorridendo e guardandosi intorno un po' imbarazzato e un po' curioso. Mi sembra di rivedere il Matteo che stava con me.

-Ciao, Matteo. Che ci fai qua?- è passato qualche giorno da quando ci siamo incontrati, o meglio scontrati. L'unico messaggio che ci siamo scambiati è stato quello dove gli scrivevo in modo tale che anche lui si segnasse il mio numero, ho ricevuto in risposta un'emoticon con il bacio e niente più. La conversazione è finita là, non ci siamo certamente messi d'accordo per andare a bere un caffè insieme come si era detto.

Si gira leggermente verso le clienti, che stanno ridendo per qualcosa che la bambina ha notato di un libro, e lo vedo sorridere teneramente, poi mi presta nuovamente la sua attenzione. -Sono venuto a chiederti di pranzare con me. Mi sono domandato se fosse giusto andarci a prendere un semplice caffè, ma mi sono detto che è un qualcosa di troppo formale. Perciò ti ho cercata su Instagram e ho visto che avevi taggato la pagina della tua libreria, e ho deciso di venire direttamente per proporti di mangiare con me-

Wow. Ammetto che non mi aspettavo proprio una proposta del genere. In questi giorni mi è capitato di pensare a lui, è ovvio e sarei bugiarda se non lo ammettessi, ed ero convinta che alla fine ci saremmo persi nuovamente, senza vederci più.

Perciò, ora, sentendo le sue parole, mi scopro a provare una piccola gioia che mi scalda il petto e annuisco immediatamente, sorridendogli a mia volta. Ha sempre avuto questo potere su di me, bastava un suo sorriso per farmi tornare serena. Quando litigavo con mio padre, soprattutto perché non volevo che partissimo per la Francia, mi bastava incontrare Matteo e riusciva a calmare ogni mio pensiero e ogni mia lacrima si bloccava.

-Certo, mi fa piacere. Dovresti aspettare un po' però, la libreria chiude tra dieci minuti.- abbasso leggermente il tono di voce, come se avessi paura che sapendo che deve aspettare si scocci e vada via. Lo so, è una cosa idiota visto che è venuto lui da me, ma il pensiero sparisce dalla mia mente solo quando lo vedo fare un cenno affermativo con la mano.

Mi mordo il labbro inferiore con agitazione e mi giro verso le clienti, che stanno ancora scegliendo il libro, per non fargli notare il sorriso spontaneo che mi si è increspato sulle labbra.

*****

Siamo seduti nel ristorante cinese più buono di tutta Bergamo, a detta di Matteo, e stiamo aspettando che ci vengano portate le nostre ordinazioni.

Il posto è molto accogliente, nonostante non ci sia poca gente. Siamo accomodati su dei piccoli divanetti di pelle, l'uno di fronte all'altra. Per ora, nessun momento di imbarazzo, ma in realtà non mi meraviglia più di tanto. Siamo cresciuti, ma in fondo siamo quelli di sempre e lui, probabilmente, mi conosce meglio di chiunque altro.

Un amore che non passa|| Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora