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"L'amore vero si manifesta nei piccoli gesti, negli sguardi attenti, nelle carezze inattese, nella presenza silenziosa che dice più di mille parole."
- Stephen Littleword

Entro dentro casa e mi rendo conto che il mio umore è nettamente superiore rispetto a quando sono uscita stamattina. L'incontro e il pranzo con Andrea mi hanno svoltato la giornata, tanto che anche il resto delle ore lavorative sono state più piacevoli.

Abbiamo parlato un po' durante la camminata e il pranzo improvvisato, e ho scoperto che gioca nel Brescia e così mi ha spiegato della rivalità di cui parlava al bar, ossia quella tra la sua squadra e la sua città e l'Atalanta e Bergamo. Devo ammettere che questa cosa mi ha fatto un po' pensare a Matteo, visto che veste la maglia atalantina, ma ho cercato immediatamente di scacciare via il pensiero dalla mente.

Abbiamo passato quasi due orette a parlottare e ci siamo trovati bene, o almeno credo, visto che mi ha chiesto il numero di telefono e mi ha dato il suo. Ora, non so se ci risentiremo o rivedremo mai, meglio non fare previsioni e quindi illudersi, ma sicuramente incontrarlo oggi, nonostante il modo in cui è successo, è stata una bella cosa.

-Ciao Madeleine, come stai?- entro in cucina, dove mia madre sta iniziando a preparare la cena e le do un bacio sulla guancia, accomodandomi poi nella sedia davanti alla penisola -Sei tornata prima oggi-

-Ho chiuso la libreria mezz'ora prima, avevo bisogno di riposo, non ho dormito bene stanotte.- rubo una carota dal piatto davanti a me e inizio a mangiucchiare

Lei annuisce e mette il tappo alla pentola, prima di girarsi verso di me. Mi osserva come se non le stessi dicendo nulla che non sapesse già e sospira -come è andata la serata con Matteo? Immagino sia quella che ti ha tolto il sonno-

Una morsa mi fa stringere la bocca dello stomaco, ma fingo indifferenza, per non farla preoccupare, e continuo a mangiare come se non avessi desiderio di vomitare ogni cosa. -Un po' così, la sua ragazza è venuta alla cena e non credo che io le piaccia tanto.- questo è un eufemismo, visto che probabilmente mi detesta proprio. Stupidamente ho anche aspettato che Matteo mi scrivesse, per capire come stessi o che, ma logicamente non l'ha fatto... È ovvio, non sta più con me.

È strano averlo rincontrato e non avere le sue attenzioni come una volta, è come se mi venisse sbattuta in faccia la realtà che comunque tutto è cambiato e le cose sono andate avanti.

-Mi dispiace, tesoro. Se non ti va non ne parliamo più, ok?- logicamente capisce il mio stato d'animo e io annuisco alla sua domanda -Cosa mi racconti comunque?-

Devo ammettere che mi mancava parlare così con lei, visto che negli ultimi giorni non ci siamo viste tanto. È da un po' di mattine che esce prestissimo per andare a lavoro, visto che lavora in una cooperativa di pulizie, e la sera è quasi sempre molto stanca, anche se fa di tutto per non darmelo a vedere. Perciò non parliamo tantissimo come prima, ma comunque cerca sempre di dedicarmi un momento.

-A pranzo ho conosciuto un ragazzo simpatico, mi stava per ammazzare ma a parte questo ok- mi guarda con gli occhi sgranati, così scoppio a ridere e le racconto bene tutta la storia, visto che detto così non sembra una cosa molto piacevole.

Vederla sorridere mentre mi ascolta interessata mi fa stare ancora meglio, è una cosa che si aggiunge a farmi sentire la giornata meno dura. Il suo appoggio e la sua comprensione sono le cose più importanti della mia vita, non posso chiedere di più. Nonostante le cose tra me e mio padre siano un po' ai ferri corti, mi sento comunque tranquilla. Mia mamma e il suo affetto compensano là dove mio padre lascia vuoti e mancanze.

Sono davvero grata di averla nella mia vita e di essere così tanto e incondizionatamente amata da lei.

*

Un amore che non passa|| Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora