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"Scusami se ti ho chiesto di volermi bene. Pensavo di non chiederti molto. E scusami ancor di più se, nonostante tutto, te ne ho voluto io."
-Fonte: Tumblr

Mi fermo a guardare la vetrina di una profumeria e Matteo, accanto a me, si mette a ridacchiare. Immediatamente gli lancio un'occhiata interrogativa e lui scuote la testa, alzando la mano libera per aria, visto che con una sta tenendo stretta la mia.

-Dai, dimmi che hai- mi lamento, un po' curiosa dalla sua reazione divertita -Non prenderti gioco di me-

Sono passate quasi due settimane da quando ci siamo confessati di amarci e, da allora, tutto è andato benissimo. Non abbiamo litigato nemmeno una volta, sembra esserci grande sintonia. È lui è tornato comprensibile e dolce come sempre. Forse, anche lui come me, aveva bisogno di rassicurazioni e di sentirsi dire ciò che realmente provo. Forse avevamo solo bisogno di fare il passo successivo.

-Il modo in cui ti incanti a guardare le vetrine. È dolce, sembri quasi una bambina- sorride dolcemente e io mi alzo sulle punte immediatamente e d'istinto, per lasciargli un bacio sulle labbra. Non posso resistere quando mi sorride in quel suo modo. -E questo per cosa era?-

-Perché mi andava- faccio spallucce, minimizzando il tutto -E comunque lo so, solo che mi piace osservare ogni cosa, mi perdo nelle vetrine-

Fa per rispondere, mentre i suoi occhi continuano a brillare divertiti, ma una voce, che proviene da dietro noi, ci interrompe. Mi gelo immediatamente riconoscendo a chi appartiene ed entrambi ci giriamo di scatto.

La osservo attentamente, mentre ci guarda con un sorriso malizioso e cattivo sul viso, fingendo però dolcezza e innocenza.

È elegante come sempre, ha addosso un vestito nero e corto con le calze velate del medesimo colore, e sopra ha una giacchetta fucsia di payette, abbinata alle scarpe con il tacco a spillo. Al momento io sono tutto l'opposto, stamattina ho deciso di indossare semplicemente un pantalone nero della tuta e un maglioncino corto color senape, scegliendo la comodità. Ma non importa, perché il modo in cui mi ha guardato Matteo, quando sono salita in macchina, mi ha fatto sentire veramente bella e speciale.

-Ma guarda un po', è una settimana e mezza che cerco di parlarti, ma nulla, poi ti incontro per caso in giro con la tua nuova fidanzata.- cerca di usare un tono apatico, ma il disprezzo trapela dalla sua voce in modo chiaro -E pensare che non dovevo preoccuparmi di lei, ma non importa-

Matteo sbuffa sentendo le sue parole e stringe più forte la mia mano, questo gesto mi fa sorridere immediatamente, è come se volesse farmi sentire la sua vicinanza, farmi capire che non devo preoccuparmi di nulla.

-Se non sei riuscita a parlarmi è proprio perché ti sto evitando. Ora, se non ti spiace- mi tira leggermente, per farmi iniziare a camminare, ma Noemi gli mette un braccio davanti, costringendolo a stare fermo, non contenta della decisione di lasciarla qua che stava prendendo il moro.

La vedo ridacchiare nervosamente, mentre scuote la testa facendo oscillare da destra a sinistra i suoi lunghi capelli legati in una coda alta. -No, dove pensi di andare? Dobbiamo parlare-

-Non ho niente da dirti, Noemi- dopo aver sentito queste parole, non contenta, si avvicina di più a lui e, per un momento, mi viene l'istinto di mollarle uno schiaffo. Il fatto che si comporti come se io non ci fossi, il fatto che si sia avvicinata così pericolosamente a lui, come se io, ossia la sua fidanzata, non fossi qua, fa davvero accendere la parte più violenta di me, quella che viene fuori veramente in poche occasioni. Non sono una tipa aggressiva, ma non mi piace farmi mettere i piedi in testa in questo modo.

Matteo, però, indietreggia immediatamente, anche se questo vuol dire lasciare la mia mano, poi inizia ad osservarla con espressione nervosa. Le labbra serrate e un sopracciglio inarcato, mentre la guarda come se volesse farla sparire dalla nostra visuale.

Un amore che non passa|| Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora