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"Per favore, in mezzo a tutta questa baraonda,
continua a essere una stella luminosa e costante.
Davvero poche cose rimangono a indicare la strada:
la poesia, e tu, e la solitudine"
- Estratto di una lettera di Vita Sackville-West a Virginia Woolf

Osservo Matteo che, seduto sul divano di casa mia, gioca con Benedetta e il peluche che, come le aveva promesso, le ha regalato. Mia cuginetta non smette di ridere e di chiamare il mio fidanzato come: Matteo uno, mentre il peluche come: Matteo due.

Lui è così dolce mentre giocherella con lei e sembra non faticare nemmeno più di tanto a tenere a bada le sue grida e le sue risate. Sembra essere completamente a suo agio e questo mi tranquillizza leggermente su ciò che devo trovare il coraggio di dirgli. Ma solo un po', perché sono davvero super agitata, il mio cuore non accenna a calmarsi e il mio stomaco è stretto in una morsa tanto che mi fa venire la nausea.

Quando stamattina Marcelo è partito, voleva sapere a tutti i costi cosa mi preoccupasse, ma gli ho spiegato che gliene avrei parlato solo più avanti, perché prima dovevo metabolizzare il tutto e parlarne con Matteo. Ha capito subito che insistere non avrebbe aiutato, così mi ha fatto promettere che gli avrei scritto se avessi avuto bisogno e si è poi imbarcato per salire sull'aereo. Sono davvero felice che abbia deciso di passare qua due settimane, mi ha aiutato a capire dove sbagliavo e mi ha spronata a tornare da Matteo, sapendo che solo lui poteva rendermi felice. Non gli sarò mai abbastanza grata per ciò e per avermi teso una mano in Francia, quando nessuno mi considerava ed ero sola e disperata. Una persona così non è facile trovarla, sono stata fortunata.

-Madeleine, stai bene? Sei molto pallida- mia zia mi accarezza dolcemente il braccio e io annuisco, regalandole un sorriso rassicurante

-Sto bene, sono solo molto affamata- mento, visto che il vero motivo è l'ansia sempre più crescente in me -Grazie dell'interesse, comunque- lei sorride e annuisce, nonostante capisco che non se l'è bevuta. Mi congedo e vado davanti al divano, attirando l'attenzione di Matteo e della piccola Benedetta.

Il mio fidanzato sorride, ma vedendo che sono agitata si fa subito serio, mentre mia cuginetta mi prende la mano e mi bacia il dorso. Sgancio gli occhi di Matteo e mi piego leggermente, prestando l'attenzione a Benedetta -Piccola, posso rubarti Matteo uno per un attimo? Torniamo prestissimo, prometto-

Si illumina sentendo che l'ho chiamato come fa lei e, per questo, annuisce facendo ondeggiare le due piccole codette che ha sulla testa e le donano un'aria ancora più pestifera -va bene, vi aspetto qua-

Le lascio un bacio sulla guancia e poi tendo la mano a Matteo che, dopo aver regalato una carezza alla bambina, me la stringe e si alza dal divano. Inizio immediatamente a camminare verso la mia stanza e lui mi segue in silenzio, senza mollare le mie dita nemmeno per un attimo.

Solo una volta arrivati nella camera, chiudo la porta e gli rivolgo il mio sguardo. Ha capito che c'è qualcosa che mi preoccupa e per questo ha lo sguardo tormentato e un'espressione tesa sul viso. -Madi, che sta succedendo?-

Alla sua domanda, abbasso lo sguardo verso le mie mani che stanno terribilmente tremando, così lui si avvicina di scatto a me e me le stringe forte tra le sue. Automaticamente riporto gli occhi sui suoi. Non posso davvero avere paura di parlare di questa cosa con lui, in fin dei conti, no? Lo conosco bene, eppure sono comunque terrorizzata.

-Matteo, sappi che ti amo davvero tantissimo... Non importerà ciò che deciderai, lo capirò comunque-

Cerca di sorridere, mentre opta per smorzare la tensione e provare così a farmi tranquillizzare -Mi vuoi lasciare per caso?- mi fa il solletico dolcemente e io rido un po', a causa delle sue dita che mi torturano il collo -Ecco, sei bellissima quando sorridi, fallo sempre. Puoi parlarmi apertamente, qualsiasi cosa sia-

Un amore che non passa|| Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora