"Solo io posso giudicarmi. Io so il mio passato, io so il motivo delle mie scelte, io so quello che ho dentro. Io so quanto ho sofferto, io so quanto posso essere forte e fragile, io e nessun altro."
-Oscar WildMi siedo nel divano di casa di Matteo e controllo sul mio cellulare le foto che ho scattato allo stadio, per poterne scegliere una da stampare e appendere in camera. Mi servirà per ricordare questo giorno per me speciale, ossia la prima volta che sono stata allo stadio a vedere il mio fidanzato giocare con addosso la maglia dell'Atalanta. È stato un orgoglio immenso vederlo in una squadra così importante e, soprattutto, dare un contributo non indifferente. Ha addirittura fatto l'assist per il 3-1, e non ho parole per descrivere l'emozione che ho provato in quel preciso momento. Mi è sembrato di tornare indietro a quando lo vedevo dare tutto se stesso con la maglia del Monza... non è cambiato per nulla, ancora gioca con entusiasmo e passione.
Smetto improvvisamente di controllare le foto sul cellulare, perché una suoneria mi fa tornare sul pianeta Terra, facendomi trasalire. Mi basta girare leggermente il capo verso destra, per notare il telefono di Matteo che giace sul tavolo della cucina. Faccio il suo nome, per attirare la sua attenzione, ma non mi sente, visto che è al bagno da pochi minuti.
Per un secondo decido di stare ferma dove sono, visto che il telefono è suo e la privacy è una cosa a cui tengo particolarmente, ma poi, improvvisamente e a caso, mi torna in mente venerdì notte. Mi torna in mente il suo ritardo di un'ora, mi torna in mente il suo essere pensieroso, mi torna in mente il fatto che sembrava mi stesse nascondendo qualcosa. Non so perché il telefono che squilla riporti alla mia mente tutto ciò, ma questo mi porta ad alzarmi e a dirigermi verso la cucina, in modo quasi automatico.
Resto a distanza a fissarlo per qualche secondo, indecisa se controllare o no chi lo sta telefonando a quest'ora, visto che sono quasi le 21, poi mi avvicino di scatto, prendendo così una decisione. È un numero non memorizzato e questo mi fa inarcare un sopracciglio leggermente stranita. Chi è che lo chiama a quest'ora con un numero non registrato?
Senza neanche pensare, afferro il cellulare e me lo porto all'orecchio, dopo aver schiacciato la cornetta verde. -Pronto, chi è?-
Subito, in risposta, sento dall'altro capo una voce maschile con un forte accento sudamericano. -Sono Luis, ho sbagliato numero per caso? Sto cercando Matteo-
Capisco immediatamente con chi sto parlando e mi maledico mentalmente per aver risposto alla telefonata. Cosa mi è saltato in mente di rispondere a un telefono non mio? -No, non hai sbagliato numero. È in bagno, vuoi che gli dica di richiamarti?-
Non faccio in tempo a sentire la risposta, che la voce di Matteo, alle mie spalle, mi fa trasalire, mentre mi chiede con un tono leggermente freddo, cosa stia succedendo. Io mi giro di scatto verso di lui e gli passo il cellulare, senza nemmeno dire nulla a Muriel sul fatto che gli sto passando l'amico, proprio come una vera deficiente, e poi scappo nuovamente in soggiorno.
Mi siedo sul divano e mi passo le mani sul viso, in maniera frustrata e nervosa. Sono mortificata per aver pensato chissà cosa, per essere stata diffidente e sospettosa. Tra l'altro, questa cosa, mi ha portato a fare una grande figura di merda.
Non ascolto nemmeno ciò che Matteo sta dicendo al telefono, l'unica cosa che capto è il suo "ciao, a domani" che mi fa capire che la conversazione tra loro è finita e presto mi chiederà spiegazioni. Sospiro piano appena sento i suoi passi avvicinarsi e poi, in poco tempo, lo vedo in piedi davanti a me.
Alzo immediatamente lo sguardo sulla sua figura e lo noto mentre mi osserva in modo stranito e infastidito. -Mi spieghi cosa sta succedendo?-
Scuoto la testa, come a voler minimizzare il tutto, ma sono consapevole che ha già capito che c'è qualcosa che non va, che qualche pensiero mi sta opprimendo.
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Un amore che non passa|| Matteo Pessina
FanfictionMadeleine e Matteo, dopo tanti anni, si rincontrano per caso tra le strade di Bergamo. In passato, anche se erano solo degli adolescenti, si sono amati tanto, hanno avuto una relazione intensa e reale, ma che è giunta al termine per colpa del lavoro...