44. Hermione piange alla fine

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I quattro ragazzi cercarono di non sembrare troppo a disagio mentre attraversavano i corridoi di Hogwarts con un enorme specchio che fluttuava in mezzo a loro.
"Com'è che ogni volta che ci ritroviamo in una situazione assurda, ci sono di mezzo i Grifondoro?" domandò Blaise all'amica, perfettamente cosciente che gli altri due li stessero ascoltando.
"Me ne stupisco sempre anch'io, Blaise. Probabilmente è una mancanza di intelletto." rispose Pansy, con un evidente tono di superiorità.
Ron ed Hermione fecero finta di nulla, per il bene di Harry, che giaceva su un lettino dell'infermeria in attesa di cure. Cure che dipendevano dallo specchio trasportato da loro in quel preciso momento.
Non ricevendo nessuna reazione dai rosso-oro, i due Serpeverde smisero lentamente d'insultarli.

Entrando in infermeria, i quattro ragazzi notarono che Potter era stato spostato un paio di lettini più in giù, allontanandolo dal biondo. E sembrava anche più rosso in viso.
"Dove mettiamo lo specchio?" chiese Hermione, che voleva solo potersi allontanare dal trio di Serpi.
Madama Chips gli si avvicinò frettolosa.
"Appoggiatelo pure contro questo muro, così posso cominciare subito con le analisi." disse la donna, indicando con un braccio una parte di muro libera da lettini.
"E ora fareste bene a tornare nei vostri dormitori: avete tutti bisogno di riposo. Soprattutto Potter e Malfoy."
Per quanto l'orario di visita non fosse ancora finito, i ragazzi sapevano che la strega avesse ragione. Inoltre, aveva bisogno di tranquillità per lavorare e loro avrebbero solo procurato disturbo.
Salutarono educatamente Madama Chips e poi lasciarono la stanza in silenzio.

Intanto, la McGranitt stava cercando di calmare la mandria di ragazzi che era stata rinchiusa nell'aula di Babbanologia.
"Perché non possiamo uscire?"
"Quando potremo riavere le nostre bacchette?"
"Io non c'entro niente con tutto questo!"
"Cosa pensate che sia stato?"
"Secondo te chi ha lanciato quegli incantesimi?"
Le voci si stavano sovrapponendo, creando un caos sempre più forte. Chi faceva domande alla professoressa, chi si lamentava e chi parlottava incuriosito ed eccitato con i propri amici. Bastò un'occhiata della donna affinché calasse il silenzio. Lanciò uno sguardo severo sulla stanza, sfidando chiunque a dire anche solo un'altra parola.
"Bene, basandoci sulle informazioni che abbiamo al momento, tutti coloro che sono del primo, secondo o terzo anno, possono tornare nei propri dormitori. Vi alzerete quando chiamerò il vostro nome, verrete a recuperare la vostra bacchetta e poi uscirete. Agli altri devo chiedere un po' di pazienza, ma finché non sappiamo chi sia stato, non mi è possibile lasciarvi andare."
Ci fu un coro di lamenti, ma solo per poco, nessuno voleva davvero mettersi contro la McGranitt.
Lentamente, la strega enunciò i nomi uno a uno e, mezz'ora più tardi, tutti i ragazzi appartenenti ai primi tre anni erano andati via.
"Siamo ai domiciliari?" domandò un ragazzo del quindi anno. Era di Tassorosso ed era nato babbano. Ricevette sguardi confusi da quasi tutti i presenti, eccetto per un altro paio di persone che avevano avuto un infanzia a contatto con il mondo non magico. La professoressa sospirò, immaginando la serata che l'aspettava, controllando una bacchetta dopo l'altra per scoprire quale fosse l'ultima magia che era stata lanciata. Ovviamente, al contempo avrebbe dovuto tenere a bada un'aula piena di adolescenti.

"In un certo senso sì Lucas, siete ai domiciliari." Cominciò la donna, rispondendo al ragazzino. "Purtroppo, ciò che è successo oggi è una cosa molto seria e le conseguenze lo saranno altrettanto. Cercheremo di non dovervi trattenere qui troppo a lungo, ma spero che siate grandi abbastanza da capire che non sia il momento di scherzare e prendere la cosa sottogamba."

Mentre Minerva spiegava, Piton aveva fatto la sua entrata nella stanza e il silenzio che la donna aveva ottenuto sembrò moltiplicarsi e farsi più pesante. I due professori si misero al lavoro, controllando ogni bacchetta e rilasciando di conseguenza il ragazzo a cui apparteneva. Dopo un po' di tempo, gli alunni avevano ricominciato a parlottare sottovoce tra di loro, ma il rumore non era mai salito oltre un leggero brusio di sottofondo, come un ruscello che scorreva in lontananza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 7 days ago ⏰

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