Il professor Downey aveva insistito parecchio per raggiungerlo nel suo ufficio quella sera stessa. Anche se una parte di me voleva andare, l'altra parte diceva di non fare stupidaggini. Avevo già passato una serata con lui, piuttosto romantica, oserei dire. Non volevo stare di nuovo in una stanza da sola con lui, era imbarazzante a un certo punto.
Erano ormai le nove e mezza, mi aspettavo che se ne dimenticasse e così aveva fatto. Meglio per me.
Mi trovavo nel mio letto a guardare un po' di televisione insieme a Jordan quando il telefono squillò. Sobbalzai per lo spavento e vidi che il mittente era proprio il professor Downey.
<<Non voglio rispondere. Parlaci tu.>> lanciai il telefono a Jordan.
<<Perché io? È te che vuole vedere, io non ci parlo.>>
<<Ti prego, digli che non mi sento bene.>> la implorai.
Jordan rispose, mettendo in viva voce. <<Silvia, si può sapere dove sei?>>
<<Salve, professor Downey. Sono Jordan. Silvia non si sente molto bene sta sera, ha... mal di testa.>>
Jordan era terribile con le bugie.
<<Puoi passarmela?>>
Scossi la testa, gesticolando il più possibile.
<<Ecco... sta dormendo.>>
<<Signorina Miller, non sei brava a mentire.>>
Mi schiaffeggiai la fronte, pronta per la strigliata del professore. <<Professor Downey, sono Silvia, le avevo già detto che non sarei venuta. Perché insiste?>>
<<Allora non stai male. Siete delle pessime bugiarde, tu e la tua complice!>>
Jordan si trattenne dal ridere, mettendosi un cuscino in faccia. Io stavo sprofondando nell'imbarazzo.
<<Lei è davvero esasperante.>>
<<Dobbiamo parlare. Se non verrai tu da me, sarò io a venire da te. Ti conviene farti trovare.>>
A quel punto interruppe la comunicazione, lasciandomi senza parole. <<Sta venendo qui!>>
Jordan si alzò dal letto, raccogliendo la montagna di vestiti ammucchiati sul pavimento, buttandoli nella cesta dei panni sporchi. Mise a posto tutto il disordine in un secondo, quando sentimmo bussare alla porta.
<<È già qui? Cazzo, quello non molla.>> sussurrò.
Corsi ad aprire, dandomi una sistemata veloce ai capelli. Ma quello che mi ritrovai davanti non era il professor Downey, era solo Tom. <<Ehi, Tom. Che ci fai qui?>> richiusi la porta alle mie spalle, restando in piedi davanti a lui nel corridoio.
<<Mi annoio nella mia stanza. Credevo che uscissi il giovedì sera.>> incrociò le braccia al petto, adocchiando il mio abbigliamento da tv e gelato.
<<Non mi andava molto di uscire. C'è un pub qui vicino, perché non vai a rimorchiare qualche ragazza ubriaca?>>
Rise. <<In realtà volevo stare con te. Mi sei mancata molto in questi tre anni, e ti sei fatta proprio bella, sai?>> sorrise.
<<Che ti ha detto oggi il professor Downey?>>
<<Ha passato un'ora a sgridarmi per aver detto quelle cose su di te davanti a tutta la classe. A quanto pare gli piaci.>>
<<Te l'ha detto lui?>>
<<No, però non ci vuole un genio per capirlo. E non è l'unico a cui piaci.>> ammiccò.
Appoggiai la schiena al muro, ormai le sue lusinghe non mi facevano alcun effetto. <<Piantala. Non attacca.>>
Lui rise appoggiando le mani al muro, ai lati della mia testa. <<Pensavo ti piacesse sentirtelo dire. Posso rubarti un bacio? Solo uno.>> le sue labbra si avvicinarono alle mie ma lo bloccai, coprendogli la bocca con la mano. <<È successo solo una volta ed è stato un errore. Non abituarti ai miei baci, non ne avrai più.>>
Tom si tolse la mia mano dalla bocca, leccandosi le labbra. <<Però ti piaceva urlare il mio nome, pasticcino. Te lo ricordi?>>
Tom non era cattivo, aveva solo un brutto modo di approcciare con le ragazze. Per il resto, era un buon amico, oltre che a un malato mentale.
<<Penso sia piaciuto più a te che a me.>>
<<Eravamo degli amanti perfetti, perché non vuoi tornare come prima? Ci divertivamo un mondo.>>
Forse mi ero lasciata andare più di una volta con lui. A quei tempi mi piaceva davvero molto, ma non riuscivo a vederlo diversamente da un fratellone emarginato. Gli volevo un gran bene nonostante fosse un idiota, a volte.
<<Tom,>> gli presi il viso tra le mani <<io ti voglio bene, lo sai. Però ho la testa a qualcun altro in questo momento. C'è un altro nella mia vita.>>
Lui abbassò lo sguardo, rassegnato. <<D'accordo, so quando è un no. Ma permettimi di darti un bacio d'addio.>> mi accarezzò la guancia, puntando i suoi occhi nei miei.
Io non risposi, così fece unire le nostre labbra in modo possessivo. Il suo alito odorava di tabacco, come al solito, ma avevo imparato a sopportare quell'aroma.
Spinse il suo bacino contro il mio, facendomi sentire la sua eccitazione crescere sempre di più. Gli misi le mani sul petto, respingendolo. <<Vacci piano, Thomas.>>
In tutta risposta iniziò a solleticarmi i fianchi, facendomi ridere. <<Dai, ti piaceva.>> rise appresso a me mentre mi contorcevo. <<Finiscila.>> ridacchiai.
<<Avanti, piccola, vieni da me. Ti ricordi quando lo facevamo nella vasca da bagno? Possiamo rifarlo tutte le volte che vuoi.>>
Tom sapeva essere molto persuasivo, e perfino maledettamente insistente. Ma non avevo alcuna voglia di concedermi nuovamente a lui, non potevo.
<<Lasciami, Tom.>> lo respinsi.
<<L'hai sentita, signor Holland.>>
Entrambi ci voltammo, sentendo la voce del professor Downey. Non poteva venire in un momento peggiore di questo, aveva un tempismo tutt'altro che perfetto.
<<Professore.>> dissi.
L'uomo si avvicinò a noi, guardandoci di traverso. <<Tu non stavi male, signorina Evans?>> incrociò le braccia al petto.
Indossava una felpa con cerniera tirata su per metà, rivelando un assaggio del suo petto meraviglioso. Poteva essere sempre più sexy?
<<Stavamo parlando.>> s'intromise Thomas.
<<Con le tue mani sul suo corpo? Non credo proprio. Perché non torni nella tua stanza, ragazzo?>>
<<Perché non si fa i cazzi suoi?>>
I due si guardarono a lungo. I loro occhi sputavano fuoco, erano quasi pronti a darsele di santa ragione. Ma ero sicura che non si sarebbero mai picchiati davanti a me.
<<Io vado a dormire.>> attirai la loro attenzione. <<Tom, tu torna nella tua stanza.>> lo spinsi leggermente. <<Professore, la prego di scusarmi, ma sta sera non ho proprio voglia di leggere Amleto. Possiamo rimandare a domani?>> feci la mia faccia più convincente.
<<Domani ho un impegno. Dovevi pensarci prima.>> ringhiò brutalmente, lasciandomi senza parole.
Rientrai nella mia stanza, senza salutare nessuno dei due. Il professor Downey aveva tutta la ragione del mondo, in effetti l'avevo ferito dandogli buca in quel modo. Thomas era un gran guastafeste, per non parlare del fatto che volesse sempre mettermi le mani addosso, in qualunque circostanza.
<<Allora? Che è successo?>> Jordan richiamò la mia attenzione, facendo pressione con un'occhiata preoccupata.
<<Tom e il professor Downey erano sul punto di picchiarsi, lasciarli fare. Non mi importa.>> dissi per poi potermi stendere sotto le coperte.
<<Non ti importa? Potrebbero denunciarlo per aver aggredito un professore, la prendi così alla leggera? Quei due si picchiano per te, se non l'avessi capito.>>
<<Che si picchino, fatti loro. Il professor Downey non arriverebbe mai ad alzare le mani su uno studente, e poi Tom ha paura di lui anche se non lo vuole ammettere.>>
Quei due mi avrebbero fatto impazzire, non riuscivo a credere che fossero così idioti. Da Tom potevo aspettarmi di tutto, perché lo conoscevo meglio delle mie tasche. Ma dal professor Downey non potevo aspettarmi proprio niente, non sapevo come avrebbe reagito alle provocazioni di Thomas. Però sapevo che era abbastanza maturo da non cedere agli insulti del mio amico, più che altro ci speravo.
<<Domani sarà un inferno in classe.>> si lamentò Jordan.
<<Puoi dirlo forte. Quei due si odiano, e devo ancora capire perché.>>
<<Perché ti vogliono entrambi. Tom vuole averti in quel senso, ma il professor Downey nutre per te qualcosa di puro, che non c'entra con il desiderio sessuale. Credo che sia per il fatto che ti rifiuti di apprendere Shakespeare, e a lui brucia.>>
Forse aveva ragione. Era ossessionato dal fatto che Shakespeare mi piacesse, per questo non mi lasciava un attimo di tregua. Thomas invece voleva solo il mio corpo, o tutta me stessa, non ne ero sicura. Però sapevo che il professor Downey non fosse attratto da me in alcun modo, ero solo la sua studentessa e ci teneva che apprezzassi la letteratura. Eppure io lo desideravo più di ogni cosa.
Mi addormentai quasi subito, senza pensare alle conseguenze delle loro azioni.Spazio me:
Ma quanto state odiando Tom? Odio doverlo fare così stronzo ma è un buon motivo per farsi picchiare dal professor Downey 🙃

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𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
Hayran KurguSilvia è sempre stata una ragazza rigida alle regole, piena di passioni e sogni nel cassetto. Raramente capita che alzi la voce con qualcuno o che infranga le regole stesse, ma un uomo in particolare riuscirà a far crollare tutte le sue ambizioni e...