Era passato quasi un mese da quando avevo iniziato a frequentare Josh. Si era dimostrato un bravo ragazzo, ma non era ancora scattata la scintilla tra noi. D'altro canto, il professor Downey non si faceva vedere spesso in giro. Prima sembrava che mi pedinasse, che sapesse esattamente quando avevo bisogno del suo aiuto; adesso riuscivo a vederlo solamente a lezione e ogni tanto nel parcheggio dell'Università.
Mi trovavo in biblioteca alla ricerca di un libro che proprio il professor Downey ci aveva chiesto di leggere. Sembrava quasi impossibile trovarlo, era così vecchio che probabilmente ne sarebbe rimasta solo la polvere. Chiesi perfino alla bibliotecaria dove potessi trovarlo, ma perfino lei non sapeva di che libro si trattasse.
Ottimo.
Quando uscii dalla biblioteca venni invasa da una cascata d'acqua gelida. Indietreggiai subito bagnata come un pulcino e mi nascosi sotto la tettoia. Per sfortuna non indossavo né le calosce, né l'impermeabile. Sospirai rumorosamente e rimasi in attesa che finisse di piovere. Ogni volta che cadevano delle gocce di pioggia dal cielo pensavo al professor Downey e a come veniva a salvarmi sempre quando pioveva. In un certo senso la pioggia era una cosa nostra, e speravo dentro di me che arrivasse anche in quel momento.
Josh era un ragazzo stupendo, dolce e premuroso, ma non potevo ignorare le attenzioni che mi aveva rivolto il professor Downey fin dall'inizio. Quando ci eravamo scontrati in libreria mi aveva fatto battere il cuore a mille, e la stessa cosa capitava in classe quando mi rivolgeva un solo sguardo. Era l'uomo più bello sul quale avessi mai posato gli occhi e quelle sue attenzioni nei miei confronti mi davano speranza. Forse gli piacevo, volevo saperlo.
Decisi di chiamarlo dato che avevo il suo numero di telefono. Era sconveniente che lo facessi ma volevo fare la prima mossa per sapere cosa provava. Il telefono squillò per qualche secondo, poi sentii la sua voce. <<Signorina Evans.>> disse tranquillamente. Erano solamente le cinque del pomeriggio, ma forse stava correggendo dei compiti o aveva qualche altro impegno. Subito mi pentii di averlo chiamato.
<<Professor Downey. Ehm... la disturbo?>>
<<È successo qualcosa?>>
Il modo in cui si preoccupava per me mi faceva scogliere il cuore. <<No, in realtà volevo chiederle se la sua offerta per un passaggio fino al dormitorio era ancora valida.>> mi morsi il labbro capendo di essere patetica.
Sospirò. <<Dove ti trovi?>>
<<Alla biblioteca di Central Park.>>
<<Sarò lì fra cinque minuti.>> detto ciò chiuse la comunicazione.
Forse l'avevo irritato, o forse era solo esasperato di doversi sempre preoccupare per me. Era stata una pessima mossa da parte mia, anche se una parte di me voleva vederlo al di fuori della scuola. Probabilmente mi piaceva, ma non sapevo come reagire a quel sentimento nuovo.
In cinque minuti esatti la Porsche del professor Downey si fermò proprio davanti la biblioteca, così mi affrettai a salire senza fare troppe cerimonie. Subito lo vidi con una semplice felpa nera e dei jeans che gli conferivano un'aria molto sexy e giovanile.
<<Salve, professore.>> dissi timidamente tenendo lo sguardo basso.
<<Dovresti proprio prendere la patente.>> sospirò per poi fare retromarcia e avviarsi verso il dormitorio.
<<Mi dispiace averla disturbata.>>
<<Non importa, non facevo niente di interessante.>> poi improvvisamente fermò la macchina davanti al semaforo rosso. <<Vieni qui, ti insegno a guidare.>> indicò le sue gambe e avvampai di colpo.
Non esiste.
Continuava a fissarmi aspettando che facessi come mi aveva chiesto. I suoi occhi marroni percorsero ogni centimetro del mio corpo mentre teneva le mani sul volante. <<Andiamo, non mordo mica.>> rise.
Sospirai e feci esattamente come mi aveva chiesto. Mi sedetti sulle sue gambe e iniziai a sentire un inspiegabile calore in mezzo alle cosce. Mi prese entrambe le mani e le posizionò sul volante. <<Mani alle dieci e dieci. Guarda gli specchietti prima di partire e assicurati di premere bene l'acceleratore.>>
Era impossibile per me concentrarmi con la mia schiena che premeva contro il suo petto. La sua voce risuonava vicina al mio orecchio e la sua colonia invadeva le mie narici in modo piacevole. Mi stavo quasi eccitando alla sua presenza.
<<Concentrati, Silvia. E cerca di non farci ammazzare.>> scherzò per poi posare entrambe le mani sulle mie, che a loro volta erano saldamente strette al volante.
Premetti sull'acceleratore e la macchina partì non appena il semaforo di fece verde. Il professor Downey posò le mani ai lati del sedile per evitare di toccarmi, data la situazione piuttosto sconveniente. <<Stai andando troppo piano.>> si lamentò.
<<Non infierisca. Sono già sotto pressione.>> mormorai mentre giravo l'angolo.
<<Rilassati, perché sei così nervosa?>> la sua voce era così sensuale che mi metteva ancora di più in soggezione.
Forse ero nervosa perché sedevo sulle gambe del mio sexy professore di letteratura.
<<Perché non so guidare. Se ci ferma la polizia cosa diremo?>>
<<Ti preoccupi troppo, Silvia.>> posò entrambe le mani sui miei fianchi e avvampai di colpo. <<Devi cercare di rilassarti e pensare solo alla strada.>>
Dio, che caldo!
Fermai la macchina proprio davanti al dormitorio e tirai un sospiro di sollievo. Il professor Downey spense il motore e mi voltai a guardarlo. <<Vedi? Non è stato così terribile.>> rise mostrando i suoi denti bianchi.
<<Non lo è stato.>> sorrisi.
La vicinanza delle nostre labbra era così poca che riuscivo perfino a sentire il suo respiro. Fissò le mie labbra per poi tornare a guardarmi negli occhi. <<Non riesco a smettere di pensare a te.>>
Schiusi le labbra di fronte a quell'affermazione e rimasi a guardarlo mentre sfiorava la mia guancia con due dita. <<Professor Downey...>> subito posò le labbra sulle mie, unendole in un bacio così passionale e così bollente che a stento riuscivo a mettere a fuoco la situazione. Avevo la mente annebbiata in quel momento, sopratutto perché stavo baciando l'uomo più sexy che avessi mai conosciuto.
Mi girai completamente verso di lui, mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe. Gli presi il viso tra le mani e approfondii il bacio mentre stringeva la presa sui miei fianchi. Il suo profumo invase il mio corpo immediatamente e potevo perfino sentire un rigonfiamento sotto di me.
Dolcemente staccò le labbra dalle mie e mi guardò negli occhi. <<Non dovremmo.>> mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<Ormai l'abbiamo fatto.>> mormorai.
Lui scosse la testa, abbassando lo sguardo. <<Facciamo finta che non sia mai accaduto. Per favore, scendi dalla macchina.>> si schiarì la voce, aprendo la portiera.
Non dissi nulla, mi limitai a scendere dalle sue gambe e a uscire dalla macchina. Mi sentivo così umiliata. Era stato lui a baciarmi, perché aveva fatto così?
Tornai nella mia stanza e mi stesi sul letto, abbracciando il cuscino. Jordan non c'era e avrei potuto deprimermi senza che si insospettisse. Quel bacio era stato così bello, forse non avevo mai baciato nessuno in quel modo. Sapevo solo che il contatto dell sue labbra sulle mie mi mancava da morire.
Mi ero davvero infatuata del professor Downey e non sapevo cosa fare. Mi faceva male sapere che mi aveva respinta in quel modo, ma probabilmente era meglio così. Lui era il mio professore, in più era decisamente più grande di me.
Odiavo dovermi sentire così impotente.
Sentii una notifica dal telefono, così lo presi e vidi che il professor Downey mi aveva mandato un messaggio.Professor Downey: È stato un errore darti così tanta corda, signorina Evans. Volevo che fossi la migliore del corso perché vedo del potenziale in te, ma forse è meglio che poniamo un freno a questa storia.
Sentii il mio cuore spaccarsi in due. Ma decisi comunque di rispondergli per fargli capire che non ci ero rimasta troppo male. Anche se in realtà mi aveva ferita.
Io: Buona vita, professor Downey.
Volevo solo scappare via in quel momento, anche se il giorno dopo avrei dovuto rivederlo. L'idea non mi entusiasmava ma era il mio dovere e in più dovevo affrontarlo con tutte le forze che avevo in corpo.
Spazio me:
So che avete voglia di bestemmiarmi in faccia, ma so anche che siete curiose di scoprire cosa succederà domani. Vi amo, non mi uccidete 🥲❤️
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𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
FanfictionSilvia è sempre stata una ragazza rigida alle regole, piena di passioni e sogni nel cassetto. Raramente capita che alzi la voce con qualcuno o che infranga le regole stesse, ma un uomo in particolare riuscirà a far crollare tutte le sue ambizioni e...