Capitolo diciotto

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Se non fosse stato per il professor Downey la festa sarebbe andata alla grande. Passai tutto il tempo a tenerlo d'occhio e a sperare che non dicesse in giro che ci eravamo baciati ben due volte. Era abbastanza ubriaco ma sapevo che non avrebbe mai detto di noi a nessuno, anche perché i suoi studenti avrebbero parlato con il rettore e l'avrebbero fatto licenziare.
Mi tenni a debita distanza perfino da Josh. Ero molto in imbarazzo per aver creduto che fosse lui il mio scrittore misterioso. Ma come potevo essere così stupida? Non si sarebbe mai firmato per cognome, quindi era probabilmente qualcuno al di fuori del mio corso di letteratura. Nel biglietto che avevo trovato insieme al vestito c'era scritto che si sarebbe fatto vivo, e dentro di me speravo che fosse così.
<<Aspetti qualcuno, signorina Evans?>> il professore si appoggiò con il gomito alla penisola della cucina, fissandomi come se volesse riassaggiare le mie labbra.
<<In realtà sì.>> mormorai a testa bassa. <<Mi sono accorta che Josh non è "R". Mi sento così stupida.>> mi coprii il viso con entrambe le mani mentre il professore continuava a guardarmi.
<<Tutti fanno degli errori. E probabilmente, baciarti dopo averti chiesto di starmi alla larga, è stato uno di quelli. Mi dispiace ancora, a proposito.>>
Alzai lo sguardo su di lui. <<Lei ha davvero una pessima influenza su di me, professor Downey.>>
Rise. <<Lo so. Però ammettilo, te la spassi insieme a me. Più che il tuo professore sono un tuo confidente.>> bevve un altro sorso di birra.
Forse aveva ragione. C'era molto di più dietro, non era solo il mio sexy professore di letteratura. Anche se mi piaceva da impazzire non potevo negare che ci fosse di più dietro.
<<Dovrebbe proprio smetterla di bere. Come ha intenzione di tornare a casa?>>
<<In macchina.>>
<<In queste condizioni? Le suggerirei di prendere un taxi.>> osservai incrociando le braccia al petto.
<<Ma senti! Sembra di sentir parlare mia madre, che riposi in pace.>>
Alzai gli occhi al cielo, allontanandomi da lui. Quando alzai lo sguardo vidi l'ultima persona che mi aspettavo di incontrare. <<Thomas?>>
Mi venne incontro con un sorriso sulle labbra, accogliendomi tra le sue braccia. <<Buon compleanno, pasticcino.>>
Cavolo, non avevo voglia di vederlo. Sopratutto non avevo voglia che si scontrasse nuovamente con il professor Downey.
<<Che ci fai qui?>> mi staccai dolcemente da lui, guardandolo negli occhi.
<<Sono venuto per il tuo compleanno, mi pare ovvio. Allora... dov'è l'alcol?>>
Sospirai. <<In cucina.>>
<<Ottimo. A proposito,>> tirò fuori un pacco regalo per poi porgermelo. <<spero che ti piaccia, ti ho pensato per tutto il giorno.>>
Scartai la carta senza fare troppe storie e mi ritrovai una scatola bianca. Tolsi il coperchio, la carta avvolgente e mi ritrovai davanti un completino sexy interamente in pizzo. Richiusi velocemente la scatola prima che qualcuno potesse vederlo e guardai Tom. <<Grazie. È molto... originale.>> mormorai imbarazzata.
Mi chiedevo come facessi ad essere amica di uno come Tom. Forse il professor Downey aveva ragione e Thomas era una pessima compagnia, sopratutto perché le sue intenzioni erano piuttosto evidenti.
<<Ah, conosco quello sguardo. Non ti piace?>> piegò la testa di lato per analizzare la mia faccia.
<<No, cioè sì! Insomma... non pensavo che venissi. Tutto qui.>> sorrisi di circostanza e tenni lo sguardo fisso sul pacchetto che avevo tra le mani.
<<Non sei felice di vedermi, pasticcino?>> mi accarezzò il viso con due dita per poi baciarmi la fronte. Si chinò appoggiando le labbra vicino al mio orecchio. <<Sei perfetta sta sera.>> mormorò.
<<Tu non ti arrendi mai, non é vero?>>
Ci voltammo entrambi sentendo la voce del professor Downey. Sembrava abbastanza tranquillo nonostante tenesse i pugni serrati e la mascella contratta.
Merda, non volevo che si picchiassero alla mia festa!
<<Che ci fa lui qui?>> Thomas mi guardò in cerca di risposte, ma la verità è che nemmeno io sapevo cosa ci facesse il mio professore di letteratura alla mia festa di compleanno.
<<Sei ridicolmente inadeguato qui. La signorina Evans non gradisce la tua presenza.>> incrociò le braccia al petto.
Tom rise amaramente. <<Senti, amico, l'ultima volta ci siamo fatti un occhio nero a vicenda, non credo che tu abbia voglia di dare spettacolo davanti a tutta questa gente.>>
Il professore mi afferrò per un braccio, portandomi dietro di sé mentre guardava il mio amico dall'alto verso il basso.
<<No, infatti. Andiamo fuori.>> ordinò.
Subito intervenni, tirando il professore per la maglietta. <<Non andate da nessuna parte. Smettetela di fare così, siete forse impazziti?>>
<<Ho capito come stanno le cose.>> Thomas scoppiò a ridere. <<Lei ti piace, non è vero?>> iniziò a burlarsi del mio professore ma lui non disse una parola.
Alzai lo sguardo su di lui che guardò altrove più che infuriato. <<Professore.>> richiamai la sua attenzione sentendo le lacrime pizzicarmi gli occhi. <<Se ne vada prima di provocare una rissa.>> mi doleva doverlo mandare via, ma se fosse rimasto ancora Tom avrebbe seriamente potuto credere che tra me e il mio professore ci fosse qualcosa. E non aveva tutti i torti dopotutto. In più il mio amico era dannatamente esasperante, l'avrebbe portato al limite della sopportazione. Grazie a Dio il professore era quello maturo tra i due, anche se iniziavo a dubitarne.
Lui mi guardò a lungo e non sembrava avere l'intenzione di andarsene. A quel punto gli misi le mani sul petto e lo allontanai leggermente. <<La prego.>>
Il professore mi prese entrambe le mani con dolcezza e sospirò. <<D'accordo.>> mi lasciò andare e si allontanò fino a raggiungere l'ingresso.
Sospirai sollevata di aver evitato un pandemonio e sentii le mani di Tom sulle mie spalle. Mi voltai e non ebbi neanche il tempo di aprire bocca che posò immediatamente le labbra sulle mie. Cercai di scostarmi ma mi tenne stretta al suo corpo avvolgendo le braccia attorno alla mia vita. In quel momento aprii gli occhi e vidi nuovamente il mio professore tirare Thomas per il colletto della maglietta così bruscamente che cadde con il culo per terra. <<Sta giù, ragazzo. Ultimo avviso.>> lo guardò con altezzosità per poi rivolgermi la sua attenzione. <<Stai bene?>>
Annuii imbarazzata. Mi sentivo così ridicola e a disagio da non poter guardare nessuno negli occhi. La gente vicino a noi iniziò a notare gli screzi tra il professore e il mio amico, così si avvicinò formando un cerchio attorno a questi due, urlando "rissa, rissa!"
<<Niente rissa!>> urlai a mia volta.
Tom si alzò da terra per poi spingere leggermente il professor Downey, che non si spostò di un millimetro. Egli replicò alzando il pugno in aria e, prima che potessi fiondarmi su di lui per fermarlo, colpì Thomas in piena faccia, facendolo indietreggiare di troppo. Finì addosso ad alcuni ragazzi per poi asciugarsi il naso sanguinante con il palmo della mano. Corsi verso di lui, controllando che non avesse niente di rotto. <<Oh mio Dio, stai bene?>>
<<Sì, pasticcino, sto bene. Lascia che lo sistemi a dovere!>>
<<No! Basta così, sono stufa di questa situazione.>> mi voltai a guardare il professor Downey, puntandogli un dito al petto furiosa più che mai. <<Le chiamo un taxi, è evidentemente ubriaco.>> mormorai afferrandolo per il lembo della maglietta, trascinandolo fuori da quella casa sotto gli sguardi stupiti dei presenti. Sicuramente nessuno si sarebbe aspettato che parlassi così a un professore, ma non ci trovavamo a scuola, avevo tutto il diritto di strigliarlo per le sue malefatte. In più speravo che Thomas tenesse la bocca chiusa una volta tanto.



Spazio me:
Buona domenica a tutte ❤️
Parte 2/4, e non è la cosa più eclatante che vedrete. Grazie per le 2000 views, sono molto fiera del nostro lavoro e sono felice che la storia vi piaccia ❤️

𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora