Capitolo quattordici

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Jordan era stata la prima ad appoggiare la mia idea sullo scrivere un tema un po' provocante. Volevo parlare di lui senza che effettivamente i miei compagni se ne accorgessero, doveva saperlo solo lui.
Io e la mia amica andammo in classe insieme, come ogni mattina. E, per la quarta volta, trovai una lettera e una rosa sul mio banco. La aprii leggendone il contenuto con entusiasmo, come sempre.

"Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?"
-R

Quelle parole mi facevano bene ogni mattina, ma dovevo assolutamente capire chi fosse il mittente di quelle lettere. Chi altro poteva conoscere una poesia di Giacomo Leopardi oltre che agli studenti del corso di letteratura? In più era più che legittimo pensare che qualcuno si fosse innamorato di me vedendomi a lezione. Dovevo solo andare per esclusione. Nella mia classe c'erano sette ragazzi, nessuno di loro aveva il nome che iniziasse per R, ma solo due di loro avevano il cognome con quell'iniziale, ossia Matt e Josh. Dopo la lezione avrei parlato separatamente con entrambi, magari in uno di loro si nascondeva il ragazzo perfetto. Eppure una parte di me non voleva nessun altro all'infuori del professor Downey. In due mesi era riuscito a farmi sentire speciale a modo proprio, esattamente ciò di cui avevo bisogno.
Vidi il professore entrare in classe con il suo solito completo e la sua solita borsa di pelle, lasciandola sulla cattedra. Chiamò l'appello per poi prendere parola. <<Mi auguro che abbiate svolto tutti un buon tema. Come sapete, le poesie erotiche sono le più belle in assoluto, quindi leggere il vostro tema sulla lussuria sarà come parlare con Charles Bukowski in persona.>>
La classe scoppiò a ridere, poi il professor Downey si rivolse a me. <<Vuoi cominciare, signorina Evans?>>
Mi alzai in piedi, tenendo il foglio stretto tra le mani. <<La lussuria è decisamente il mio peccato preferito. Sono sempre stata una ragazza che segue le regole alla lettera, eppure c'è un uomo che mi porta a infrangerle tutte in una sola volta. Lui si prende cura di me, in un certo senso è come se ci appartenessimo l'un l'altra senza saperlo. Amo sentire le sue dita attorno al mio polso mentre mi attira a sé, oppure sentire l'eccitazione quando mi rimprovera con il suo sguardo severo. Le sue labbra sono pura attrazione per me, i suoi occhi marroni mi squadrano dalla testa in giù di continuo, come se volesse togliermi i vestiti di dosso e fare l'amore con me. Ma più di ogni cosa, amo indossare i suoi vestiti, come se avessi indosso una parte di lui e dei suo profumo inebriante. Pecco di lussuria poiché lui è totalmente off-limits per me, eppure è eccitante il fatto di poter infrangere le regole.>> conclusi il mio discorso incatenando i miei occhi in quelli marroni del professore, che non emise un fiato. La classe fu sorpresa dal mio tema, infatti sentii alcuni complimenti da parte delle mie compagne.
<<Molto bene, signorina Evans. Un po' spinto, ma hai fatto un buon lavoro.>> si schiarì la voce, dando poi la parola al ragazzo seduto dietro di me. Di sicuro l'aveva capito. Infatti sentivo il suo sguardo su di me anche quando il resto della classe leggeva il proprio tema, ma non disse una parola.
Alla fine della lezione decisi di andare da Matt Raynolds, per primo. Matt aveva dei capelli biondi, occhi verdi e un bel sorriso, in compenso era piuttosto esile ma parecchio alto. <<Ciao, Matt.>> lo salutai.
<<Silvia, giusto?>> mi sorrise.
Partiamo proprio male.
<<Sì. Ecco... sto facendo un sondaggio per un test di cultura italiana. Conosci Giacomo Leopardi?>>
Ok, forse la mia tattica non era proprio delle migliori.
<<Non proprio, era un pittore, forse?>>
Sorrisi di circostanza. <<Sì, grazie mille per il tuo tempo.>>
A quel punto passai a Josh Ross, picchiettando la mano sulla sua spalla. Era un ragazzo dalle spalle larghe, capelli scuri e occhi chiari. Non fiatava mai in classe. <<Josh, giusto?>>
Mi sorrise stringendomi la mano. <<Silvia, immagino.>>
Nel frattempo il professor Downey ci stava fissando, come per capire cosa stesse accadendo. Non avevo mai rivolto la parola a nessuno in quella classe, ad eccezione di Jordan.
<<Ascolta, stavo facendo una ricerca su Giacomo Leopardi, lo consoci?>>
<<Certo che sì.>>
<<Quali sono le tue opere preferite?>>
<<Beh, ce ne sono così tante... in realtà preferisco "L'Infinito" e "A Silvia". A proposito, dovresti leggerla, parla di te.>> scherzò.
Allora era lui.
Forse non me l'avrebbe mai detto per paura di essere respinto, ma ero sicura che le lettere fossero sue.
<<Ho letto fino alla quarta strofa. Mi piace il suo modo di scrivere.>>
<<Anche a me. Ti va di parlarne meglio al refettorio? Tu e la tua amica Jordan sedete sempre da sole, potreste unirvi a me e Paul.>> infilò le mani in tasca.
Annuii. <<D'accordo. Allora ci vediamo lì.>>
Josh se ne andò. Così il professor Downey si avvicinò a me. <<Hai fatto un bel lavoro con il tema, signorina Evans. Si può sapere chi è l'uomo misterioso di cui parlavi?>> incrociò le braccia al petto.
Sicuramente lo sapeva, ma voleva sentirselo dire. Eppure ci pensai un po' su. Non volevo rovinare il bel rapporto che avevo con lui, ma se era stato Josh a scrivere quelle lettere dovevo concentrarmi su di lui e lasciar perdere il professor Downey. In più Josh aveva la mia età e non rischiava di perdere il lavoro se avessi iniziato una relazione con lui.
<<Ecco... era tutto finto. Non sono mai caduta nella lussuria, quindi ho inventato tutto di sana pianta.>>
Il professore annuì quasi deluso dalla mia risposta. <<Hai proprio una fervida immaginazione. Ci vediamo domani, signorina Evans.>> mi sorrise debolmente per qualche secondo, uscendo dall'aula.
Si aspettava che il tema riguardasse lui? Non volevo che ci rimanesse così male. <<Professor Downey?>>
Lui si voltò di scatto verso di me, appoggiandosi alla porta.
<<Ho letto il primo atto di Amleto.>> sorrisi.
<<E...?>>
<<Mi è piaciuto molto.>> ammisi.
Il professore sorrise sommessamente. <<Ne ero sicuro.>> ammiccò per poi lasciare definitivamente l'aula.
A quel punto raggiunsi Jordan che mi aspettava fuori dall'aula, chiedendole di pranzare con me, Josh e Paul. Lei accettò, anche se un po' titubante. In effetti le stavo chiedendo di appoggiarmi nella mia folle idea, ma io l'avevo appoggiata in molte idee folli.
Quando arrivammo al refettorio, vidi Josh e Paul farci segno di unirci a loro. Ci avvicinammo e ci sedemmo di fronte ai due ragazzi per poi salutarli timidamente.
<<Oggi c'è la pizza nel menù, la volete?>> chiese Josh.
<<Sì, grazie.>> risposi.
A quel punto sia lui che Paul si alzarono e andarono a fare la fila per prendere la pizza e qualcosa da bere.
<<Sei sicura che sia lui? Per me dovresti chiederglielo apertamente se ha scritto quelle lettere o meno, non vorrei che ti sbagliassi.>> Jordan si era sempre preoccupata per me, ma poteva stare più che tranquilla, io ne ero sicura.
<<È tutto calcolato. Lui è l'unico della classe che conosce quella poesia e che ha il cognome che comincia per R. È così, fidati.>>
I due tornarono al tavolo con dei vassoi tra le mani, ognuno contenente un trancio di pizza al formaggio e una bottiglietta d'acqua fresca. Fu piacevole pranzare con loro, erano piuttosto simpatici e le loro battute mi fecero ridere. Josh sembrava un bravo ragazzo, ma non riusciva a trasmettermi niente. Il mio pensiero andava sempre al professor Downey e a quella volta in cui mi aveva rovesciato il caffè addosso. I nostri sguardi si erano subito incatenati e mi aveva catturata all'istante. Josh era un bel ragazzo, ma per niente paragonabile alla bellezza del professor Downey.

Spazio me:
Sorpresa! Doppio capitolo solo per oggi, ma non abusate della mia bontà, potreste pentirvene 🙃
Grazie mille per le 1400 visualizzazioni in meno di due settimane, vi amo ❤️

𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora