Non avevo ancora detto a Jordan del bacio con il professor Downey. Non volevo farne parola con nessuno, lui era pur sempre il mio professore e io la sua alunna. Volevo soltanto smettere di pensare a lui e a quel bacio, ma non ci riuscivo in alcun modo. Potevo ancora sentire la sensazione delle sue labbra morbide sulle mie, del suo profumo inebriarmi e delle sue mani scivolare lungo la mia schiena. Dovevo solo concentrarmi su Josh e non sul Professor Downey, anche se era così difficile per me. Josh non era riuscito a trasmettermi niente da quando lo conoscevo, ma il professore mi aveva colpita fin da subito, letteralmente.
Indossai l'abito che mi aveva regalato Josh, abbinando delle scarpe col tacco, e lasciai i miei capelli ricadere morbidi sulle mie spalle. Mi sentivo davvero elegante per una volta e quel vestito fasciava le mie forme alla perfezione. Non avevo i seni o il sedere esageratamente grossi, erano proporzionati alla mia altezza e al mio fisico snello.
<<Sei pronta?>>
La voce di Jordan mi fece sobbalzare. <<Sì.>>
Mi squadrò dall'alto in basso sorridendo come una bambina. <<Sei davvero bella. Josh sarà contento che il vestito ti piaccia tanto.>>
<<Ha davvero buon gusto in fatto di moda.>> osservai.
Seguii da mia amica fuori dal dormitorio. Aprì la portiera della sua macchina e salii al lato passeggero. Casa sua distava solo pochi minuti dal dormitorio e Jordan abitava da sola ormai da due anni. Sentii il telefono emettere un suono, così lo presi immediatamente. C'era un messaggio da parte del professor Downey. Non avevo voglia di leggerlo ma la curiosità stava prendendo il sopravvento.Professor Downey: Buon compleanno, signorina Evans. Spero che ti divertirai questa sera.
Come faceva a sapere che era il mio compleanno? Risposi subito, cercando di essere più fredda del dovuto.
Io: La ringrazio, professore. Si diverta a correggere i miei compiti.
Professor Downey: In realtà ho altri programmi per la serata, signorina Evans.
Tolsi la suoneria e lasciai il telefono dentro la borsa. Non mi interessava sapere con chi usciva o con chi andava a letto, o almeno volevo convincermi di questo. Una parte di me sperava che potesse esserci qualcosa tra noi due, ma non ci sarebbe mai stato niente tra un'alunna e il suo professore.
Jordan spostò lo sguardo su di me, riportandolo sulla strada un attimo dopo. <<Che ti prende?>>
<<Niente. Sto bene.>> mentii.
Non volevo che si preoccupasse, e sopratutto non volevo essere triste il giorno del mio compleanno.
<<Non mentire a me, Silvia. Dimmi che succede.>>
Sospirai. <<Forse Josh non è quello giusto, dopotutto. Insomma, non riesce a trasmettermi niente di niente.>>
Non stavamo ancora insieme, ma non volevo illuderlo che potesse esserci qualcosa dato che non lo amavo.
<<Pensi ancora al professor Downey? Dimenticatelo. Solo perché ti ha offerto un passaggio più di una volta non significa che tu gli piaccia. Odio andarti contro ma non devi pensare che tutti gli uomini siano rosa e fiori.>>
Annuii tenendo lo sguardo sulle mie gambe. <<Hai totalmente ragione.>>
La macchina si fermò davanti la casa della mia amica, situata in periferia. C'era già della musica a tutto volume, luci colorate dentro e fuori e una vagonata di persone che non conoscevo.
<<Merda, avevo detto a Chris di non invitare così tanta gente.>> si lamentò per poi scendere dalla macchina, seguita da me. Entrammo in casa e fummo invase da un forte odore di sigarette e di alcol.
Chris, il ragazzo di Jordan, aveva invitato l'intero corso di letteratura, che in quel momento si trovava in cucina e formava un cerchio attorno a qualcuno che si stava scolando un boccale di birra. Io e la mia amica ci avvicinammo per vedere meglio chi fosse e rimanemmo a bocca spalancata nel vedere il professor Downey bere davanti ai suoi studenti. Non appena finì tutta la birra batté il cinque ai ragazzi che esultavano per aver fatto ubriacare un insegnante.
<<Che sta succedendo qui?>> domandai.
Allora erano quelli i suoi programmi per la serata? Infilarsi ad una festa di adolescenti e bere fino a vomitare?
Il professore sorrise per poi darmi una pacca sulla spalla. <<Buon compleanno, signorina Evans.>>
<<Grazie... almeno credo.>> chiamai Jordan da parte, lontano da tutti loro. <<Che diavolo ci fa lui qui?>>
<<Non ne ho idea, forse sono stati i nostri compagni ad invitarlo.>> era sorpresa quanto me.
Era totalmente inopportuno che un professore si sbronzasse con i suoi studenti, per giunta se aveva baciato una di loro il giorno prima. Avevo l'impressione che non sarebbe andata a finire tanto bene per me, ma non avevo intenzione di pensarci, volevo solo divertirmi con o senza di lui. Feci un respiro profondo e mandai giù uno shot di vodka, beccandomi l'approvazione dei miei compagni e del mio professore. Iniziavo a sentire più caldo ma mi piaceva.
<<Primo ballo con la festeggiata, mi prenoto.>> Josh mi venne incontro, trascinandomi sulla pista da ballo sotto lo sguardo furioso del professor Downey. Posò le mani sui miei fianchi mentre attorcigliavo le mie intorno al suo collo. Josh emanava un profumo splendido e quasi mi persi nei suoi occhi blu mentre dondolavamo dolcemente sulla pista.
<<Grazie per il vestito, è davvero molto bello.>>
Lui fece un'espressione del tutto confusa, bloccandosi di colpo. <<Di che parli?>>
Credeva che non l'avrei capito? <<Andiamo, lo so che sei tu "R", ti ho scoperto.>>
Lui scosse la testa ridendo. <<Perché dovrei firmarmi "R"? Non sono mie le lettere.>>
Sbiancai. Come poteva non essere lui? Jordan aveva ragione, avevo affrettato troppo le cose e non mi ero resa conto che Josh poteva non essere il mio "R".
Ma allora chi poteva essere?
Mi staccai lentamente da lui. <<Scusami, devo allontanarmi un secondo.>> raggiunsi il piano superiore a grandi falcate, chiudendomi nella camera da letto di Jordan. Come avevo fatto ad essere così stupida? Avevo inconsapevolmente giocato con i sentimenti di Josh, credendo che fosse "R". Ogni volta che aprivo una sua lettera sentivo le farfalle nello stomaco, cosa che non capitava con Josh. Mi era dispiaciuto lasciarlo così, senza spiegazioni, ma io ero innamorata del mio scrittore misterioso e non di lui.
<<Stai bene?>> avrei riconosciuto quella voce ovunque.
Mi voltai di scatto ritrovandomi davanti il professor Downey che teneva tra le mani un bicchiere di birra. Indossava una t-shirt nera che evidenziava i suoi bicipiti e un paio di jeans. Era davvero sexy.
<<Sì, sto bene.>> mi passai una mano sul viso, pronta ad allontanarmi da lui.
<<Mi piace il tuo vestito.>> si avvicinò ancora, ritrovandosi a pochi centimetri dal mio viso. <<Trovo che tu abbia un corpo stupendo.>> mi scostò i capelli dal viso per poi posare le labbra sulle mie.
Non volevo replicare, né mandarlo via, volevo solo godermi quel momento con lui. Quella sensazione di agitazione si fece spazio dentro di me ma mi piaceva da impazzire. Le sue labbra erano morbide, calde e umide. Nonostante la birra che aveva bevuto, il suo alito sapeva leggermente di sigaretta. Le sue mani si spostarono sulla mia schiena mentre mi faceva indietreggiare per poi finire contro il muro. Gli presi il viso tra le mani e approfondii quel bacio insinuando la lingua nella sua bocca. Il suo velo di barba mi pizzicò le guance ma era piuttosto piacevole. Posò una mano sulla mia coscia, stringendola saldamente, alzandola all'altezza del suo bacino per spingersi meglio contro di me.
Poi una lampadina si accese nella mia testa e lo spinsi via. <<Non dovremmo.>> dissi. Le stesse parole che aveva detto lui a me. Non volevo essere il suo giocattolo.
La sua espressione era impassibile, poi rise. <<Non sembrava dispiacerti.>>
Mi era piaciuto molto, l'avrei rifatto se non avessi avuto un briciolo di orgoglio. <<Neanche a lei, professore.>> incrociai le braccia al petto.
<<È stato piacevole. Hai un profumo eccezionale, devo proprio ammetterlo.>> mise le mani in tasca, continuando a guardarmi. Cosa voleva esattamente?
<<Se mi vuole scusare, torno alla mia festa.>> mormorai pronta ad andarmene. La sua mano strinse saldamente il mio polso, costringendomi a voltarmi verso di lui. <<Mi piace quando fai la splendida. Avremo modo di continuare questa conversazione lunedì nel mio ufficio.>> ammiccò.
Era decisamente ubriaco. Il professor Downey non avrebbe mai detto niente di così volgare davanti a me da sobrio.
Decisi di ignorarlo e tornare al piano di sotto.Spazio me:
Parte 1/4. Questa festa andrà a finire mooooolto bene e mooooolto male, ve lo assicuro.
Sto lavorando a una nuova storia in cui la protagonista è una regista di Hollywood e Roberto è il classico casanova. Finita questa, pubblicherò quella. Spoiler: il titolo è "playdate with destiny", vi lasciò solo immaginare.
Love y'all ❤️

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𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
FanfictionSilvia è sempre stata una ragazza rigida alle regole, piena di passioni e sogni nel cassetto. Raramente capita che alzi la voce con qualcuno o che infranga le regole stesse, ma un uomo in particolare riuscirà a far crollare tutte le sue ambizioni e...