Silvia è sempre stata una ragazza rigida alle regole, piena di passioni e sogni nel cassetto. Raramente capita che alzi la voce con qualcuno o che infranga le regole stesse, ma un uomo in particolare riuscirà a far crollare tutte le sue ambizioni e...
Diana mi porse una pila di libri di generi diversi da porre negli appositi scaffali. Il lavoro mi aveva tenuta impegnata per tutto il pomeriggio e i miei pensieri erano scomparsi del tutto. Ormai avevo preso la mia decisione, avrei cambiato corso. Non potevo sopportare il fatto di essermi innamorata del mio professore di letteratura, era umiliante. Il professor Downey era, almeno esteticamente, l'uomo perfetto, quello che tutte le donne sognano di portare a letto; ma dentro era orribile, era il più stronzo, incoerente, donnaiolo e sexy bastardo che avessi mai conosciuto in vita mia. Nonostante i suoi innumerevoli difetti continuava a piacermi, nonostante mi avesse trattata male davanti a tutta la classe. Perché ero così masochista? <<Pensi ancora a lui?>> Diana si appoggiò alla parete tenendo le braccia incrociate al petto. Annuii distrattamente mentre scrivevo al computer delle recensioni riguardanti i libri che avevo letto ultimamente. Io e Diana ci occupavamo del blog della libreria; caricavamo le foto dei libri che erano appena arrivati e scrivevamo dei pareri o dei consigli per far avvicinare i giovani lettori. <<È così stronzo e irresistibile allo stesso tempo.>> mi misi una mano sulla fronte mentre cercavo le parole giuste per descrivere il professor Downey. Sapeva farsi desiderare ardentemente, forse non avevo mai desiderato nessuno così tanto in vita mia. <<Ti capisco. Dovresti parlare con lui e dirgli che non vuoi più vederlo.>> <<Ma è il mio professore!>> <<Stai davvero considerando l'idea di cambiare corso per colpa sua? Cosa farai altrimenti, economia e marketing? Non ti ci vedo a fare tutti quei calcoli difficili, tu odi la matematica.>> Diana si sedette sulla sedia al mio fianco, circondandomi le spalle con un braccio. <<Farai meglio a concentrarti sugli studi e a lasciar perdere quello lì. Lo sai che le relazioni professore-alunna non durano mai.>> Scossi la testa. <<E che mi dici di James e Penny?>> domandai riferendomi alla saga di romanzi rosa che avevo appena finito di leggere. Alla fine il professore e l'alunna si erano sposati, nonostante tutte le difficoltà passate. <<È solo un libro, Silvia.>> Diana non voleva ferirmi, ma doveva farlo. La sua espressione era distrutta dal dolore, ma forse era meglio farmi accettare la realtà. Dopotutto il professor Downey avrebbe potuto darmi solo una scappatella, niente di più. Io volevo il vero amore, non il sesso occasionale, non era da me. <<Probabilmente è così. Sapevo che fosse troppo bello per essere reale.>> sbuffai tornando a digitare sulla tastiera del computer. Diana mi lasciò lavorare per poi tornare a sistemare degli scatoloni pieni di nuovi libri. Dalle cinque del pomeriggio in poi il flusso di gente aumentò, così lasciai perdere le recensioni e mi dedicai ai clienti in cerca del mio aiuto. Alle sette ero totalmente distrutta. La testa iniziava a farmi male e starmene tutto il giorno in quelle calosce gialle mi aveva intorpidito le gambe nonostante fossero comode. Cambiai la posizione di alcuni libri dagli scaffali mentre la mia mente vagava senza meta. Avevo totalmente la testa fra le nuvole. <<Speravo di trovarti qui.>> Mi voltai. Il professor Downey si trovava in piedi davanti a me. Non mi aspettavo di rivederlo o quantomeno che mi parlasse di nuovo dopo l'accaduto di oggi. In realtà ero io a non volergli parlare, ma forse era venuto per scusarsi. Tipico di lui. Indossava una semplice felpa dell'università e dei pantaloni scuri che gli conferivano un'aria così giovanile e sexy allo stesso tempo. Gli sarei saltata in braccio in quell'istante se non mi fosse rimasto almeno un briciolo di dignità. <<Cosa vuole?>> domandai scontrosamente. Evitai il suo sguardo mentre svolgevo il mio lavoro, allontanandomi da lui il più possibile per mettere a posto i libri. Sentivo il suo sguardo penetrante su di me, come se volesse spogliarmi, e probabilmente glielo avrei permesso. <<Ho finito il romanzo. Non mi avevi detto che il professor Hunter avrebbe lasciato Penny in quel modo, ci sono rimasto davvero male quando l'ho finito.>> infilò le mani in tasca, avvicinandosi a me. <<Mi chiedevo se avessi il secondo volume qui con te. Mi era piaciuto leggere la tua copia con tutte le tue annotazioni negli spazi bianchi.>> mi mostrò il suo affascinante sorriso, e forse mi ammorbidii. Le due frasi tipiche di quel romanzo erano: "sei esasperante, Penny" e "allora puniscimi, professor Hunter". In quel momento avrei voluto che il professor Downey mi punisse allo stesso modo in cui James aveva punito Penny. Anche se lo stava facendo nel modo sbagliato. <<Mi dispiace, professore. Abbiamo esaurito le copie, può tornare la settimana prossima, quando avremo rifornito gli scaffali.>> lo guardai negli occhi, perdendomi in quello sguardo profondo e pieno di tristezza. <<E la mia copia si trova nel dormitorio in questo momento.>> aggiunsi. Lo vidi abbassare lo sguardo e cercare di formulare delle scuse accettabili. <<Ti chiedo scusa per come mi sono comportato oggi. Ti ho vista abbracciare Josh Ross e in me è scattato qualcosa, non so dirti cosa fosse.>> Gelosia, magari? <<E le sembra un motivo valido per umiliarmi davanti ai miei compagni?>> feci per allontanarmi da lui, ma mi seguì immediatamente. <<Tu non capisci, Silvia!>> alzò la voce mentre sbattevo dei libri sul tavolo in preda alla rabbia. <<Cosa dovrei capire, uh? Che mi ha portata nel suo appartamento dove, guarda caso, c'era anche la sua ragazza? È disgustoso che lei voglia venire a letto con me quando c'è una donna che l'aspetta a casa sua ogni giorno!>> Sfogai le mie lacrime nel momento in cui pronunciai quelle parole taglienti. Volevo negare la verità, ma c'era un'altra donna nella sua vita e io non potevo interferire. Il professore rimase un attimo pietrificato, poi scoppiò a ridere. <<Chi, Darcy?>> continuò a sbellicarsi, burlandosi di me. <<È la mia sorellastra.>> Sbiancai a quell'affermazione. E chi l'avrebbe detto? <<Avrei voluto che tu non la vedessi. Vedi, Silvia, ci sono cose del mio passato che non puoi sapere e non ho voglia di coinvolgerti nei miei problemi familiari. Litighiamo da anni per l'eredità di mia madre e...>> Lo interruppi. <<Non mi interessano i suoi problemi, professore. Premetto che è disgustoso il fatto che sua sorella l'abbia baciata, ma non sono nessuno per giudicare le sue scelte. Ora voglio dirle una cosa,>> gli puntai un dito al petto, facendolo corrucciare. <avevo una grande stima di lei fino a qualche mese fa. Adesso non faccio altro che chiedermi se baciarla sia stato un errore.>> mi morsi l'interno della guancia per trattenere le lacrime che però scesero lungo le mie guance. Il professore mi guardò a lungo prima di parlare. <<Per me non lo è stato. E il fatto che tu abbia dei dubbi mi ferisce molto.>> deglutì rumorosamente per poi voltarsi e uscire dalla libreria senza dire più una parola. Mi sentivo una stupida, una persona orribile. Stavo rinnegando l'uomo di cui mi ero innamorata, ma lo facevo per quale motivo? Mi aveva sgridata davanti a tutti, ma l'aveva fatto perché è un uomo che non controlla le sue emozioni, specialmente la gelosia. Prima di potermene pentire uscii dal negozio. La pioggia mi bagnò immediatamente mentre cercavo il mio professore con lo sguardo. Stava attraversando la strada per raggiungere la macchina, così lo seguii correndo, cercando di non farmi mettere sotto dalle auto. <<Robert!>> urlai. Era la prima volta che lo chiamavo per nome. I rumori della pioggia, dei clacson e dello strisciare degli pneumatici sull'asfalto riuscirono a coprire la mia voce. Il professore non si voltò neanche per sbaglio, si infilò in macchina e andò via. Corsi dentro la libreria per raccattare la mia roba e salutare Diana. Non mi sarei tirata indietro, non più. Avevo esagerato nel dirgli quelle cose ma volevo che sapesse che il mio cuore batteva all'impazzata quando pensavo a lui. Mi ero tirata indietro per evitare di essere ferita nuovamente da un uomo. Ma la verità è che il professor Downey aveva avuto più cura di me nell'arco di tre mesi che mio padre nei miei ventuno anni di vita. Il professore non era mio padre e dovevo concedergli un'occasione per mettere le cose a posto.
Spazio me:
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PREOCCUPATEVI. Anyway la storia di cui parlo tanto tra i famosi James e Penny è una saga di romanzi rosa di una scrittrice americana chiamata Ivy Smoak. La saga si chiama "The Hunted Series". I primi due volumi potete trovarli in italiano (Non Tentarmi; Non Lasciarmi), gli altri verranno presto tradotti a quanto ho capito, ma io li ho già letti in inglese perché sono una curiosona. 🙃