Il professore mise entrambi i cartoni della pizza sul tavolino, sedendosi poi accanto a me. <<Se ti tentassi con un bicchiere di vino sarei un pessimo professore?>> stappò la bottiglia per poi versare il contenuto in due calici.
<<Ho ventun anni, professore. In più mi hai già tentata in altri modi ancor peggiori.>> battemmo i bicchieri per poi bere il vino a piccoli sorsi. Nel vederlo staccare le labbra dal bicchiere e leccarsele in quel modo esageratamente sensuale avvampai di colpo.
<<Rinfrescami la memoria, signorina Evans.>>
<<Ad esempio quando mi ha baciata svariate volte. Oppure quando mi ha palpato il sedere in un ascensore pieno di gente.>> sostenni il suo sguardo mentre tratteneva una risata ironica.
Presi un trancio di pizza e lo addentai mentre aspettavo la sua risposta. Sicuramente stava cercando un modo per provocarmi ulteriormente.
<<Ci sono ben altre cose che vorrei farti, signorina Evans. E ci tengo a precisare che il tuo tema non ha fatto altro che alimentare il mio desiderio verso di te.>> i suoi occhi marroni mi scrutarono a lungo mentre cercavo di controbattere.
<<Perché non me ne ha mai parlato, professore?>>
<<Mi piaceva il modo in cui impazzivi nel capire chi fosse "R", mi sono divertito parecchio.>>
<<Ti ha divertito ridere delle mie disgrazie, non è vero?>>
<<Diciamo che ero molto interessato a sapere dove fossi e cosa stessi facendo in ogni momento della giornata. Quindi no, non direi.>> ci fu un secondo di pausa. <<Oltretutto stavo realmente valutando il fatto di entrare in doccia con te.>>
La pizza mi andò di traverso e per poco non iniziai a tossire. <<Allora perché non l'hai fatto?>>
<<Volevo lasciarti la tua privacy. Tutto qui.>>
Alzai gli occhi al cielo, finendo di mangiare la seconda fetta. <<Mi avevi detto di avere problemi con la tua sorellastra. Hai voglia di parlarmene?>>
Sapevo poco e niente sul suo conto, dovevo dargli una bella spinta per convincerlo a raccontarmi di lui.
Bevve un sorsone di vino prima di iniziare a parlare. <<Mio padre morì di cancro quando avevo appena quindici anni. Dopodiché mia madre si risposò con un vedovo e ci beccammo anche sua figlia, ossia Darcy. Non voglio mentirti, Silvia, in realtà ho avuto una storia con lei e ancora oggi me ne pento.>> sospirò. <<Quando anche mia madre morì mi lasciò la sua eredità, senza condividerla con nessuno. Essendo una nobile inglese era abbastanza potente e quindi aveva un mucchio di soldi. Tra me e Darcy scoppiò una faida da allora. Cerca sempre di convincermi a firmare dei documenti che mi obbligano a dividere la mia eredità con lei attraverso il sesso. Per fortuna a William, il mio patrigno, non interessano i soldi. Sai, credo che amasse realmente mia madre. Ma Darcy non si tirerà indietro tanto facilmente.>> sbuffò passandosi una mano tra i capelli.
Se pensavo che la mia situazione familiare fosse disastrata, la sua era proprio da manicomio. Mi sentivo in colpa per avergli dato del pazzo esaltato senza motivo, capivo perfettamente come si sentiva.
<<Perché Darcy è venuta qui ieri?>> non sapevo cos'altro chiedergli o come consolarlo. Ero pessima in cose del genere.
<<Per sedurmi, come al solito. Prima di conoscerti avrei ceduto malamente, come ho sempre fatto, ma le cose sono cambiate ora.>> mi spostò una ciocca di capelli umidi dal viso, usando il suo sguardo penetrante per mettermi in difficoltà. Era proprio bravo a far eccitare una donna. <<Forse non è ora di dire una cosa del genere, ma sono sempre stato pazzo di te. E ho intenzioni serie, Silvia.>>
Qualcosa di serio era ciò che aspettavo da tutta una vita.
<<Dici così solo perché ti faccio pena per il fatto che mio padre mi abbia abbandonata quando avevo sei anni.>> distolsi lo sguardo con un sorriso amaro stampato sul volto.
<<Affatto. Mi sei piaciuta ancor prima di scoprire quanto tuo padre sia stato pessimo con te. E poi...>> si chinò al mio orecchio, lasciandomi un dolce bacio sul collo. <<io non sono tuo padre, e non lo sarò mai. Voglio viziarti, se capisci che intendo.>> infilò la mano sotto la felpa che indossavo, andando ad accarezzare lentamente la mia coscia, arrivando fino al ventre. Sembrava non volersi spingere oltre, oppure faceva tutto quel teatrino per farmi impazzire e implorarlo di strapparmi quella dannata felpa di dosso.
<<Professore,>> tolsi la sua mano dal mio corpo, facendolo corrucciare. <<non so essere gentile a letto.>> cercavo di prendere tempo, anche se non vedevo l'ora di arrivare al dunque.
<<Nemmeno io.>> poi, come se non fosse successo niente, versò dell'altro vino nei calici, porgendomi il mio. <<E devi smetterla di chiamarmi professore quando siamo soli. Inizia a chiamarmi Robert. E mi aspetto che tu non dica a nessuno della nostra storia, a meno che tu non l'abbia già fatto.>>
Distolsi lo sguardo, grattandomi la nuca.
<<A chi l'hai detto, Silvia?>> domandò preoccupato.
<<Solo a Jordan. È la mia migliore amica ma possiamo fidarci di lei, non lo dirà ad anima viva.>> precisai.
Il professore si avvicinò di più al fuoco, prendendomi a cavalcioni su di lui con un movimento veloce. Mi guardò a lungo mentre le sue mani stringevano le mie cosce avidamente. <<Agli altri che dirò?>>
<<Cosa intendi?>>
<<Quando mi qualcuno mi chiederà se sono impegnata cosa dovrò dire?>>
Lui sembrò pensarci un attimo, dopodiché mi strinse i fianchi da sotto la felpa, facendomi provare un brivido. <<Ecco... diciamo che puoi fare il mio nome, e puoi anche dire che è stato il sesso migliore della tua vita.>>
Alzai un sopracciglio. <<Ma non abbiamo fatto sesso.>>
Posò la mano sul mio fondoschiena, premendolo insistentemente contro la sua erezione. <<A questo possiamo provvedere subito.>>
Sentivo un caldo tremendo. E non sapevo se fosse per via del fuoco accanto a me o per avere appena tastato con il bacino l'uccello del mio professore di letteratura.
Posai il calice sul tavolo al mio fianco e presi il viso del professore tra le mani. <<Sappi solo che divento pasta frolla alle lusinghe, potresti usare quest'arma a tuo vantaggio.>> ammiccai.
<<Ci farò un pensierino.>> unì le sue labbra alle mie in modo lento e romantico mentre le sue mani vagarono su tutto il mio corpo. Non si trattenne neanche un secondo, aveva voglia di farlo quanto me.
Alzai le braccia e mi sfilò la felpa da sopra la testa. Si prese un attimo per ammirare il mio corpo perfettamente nudo e riprese a baciarmi con voracità, questa volta. Invertì le posizioni e finii sotto di lui mentre le sue labbra si concentrarono sul mio collo e in seguito sui miei seni pieni. Iniziò a massaggiarne uno con la mano, mentre leccò l'altro e lo morse perfino. Inarcai la testa mentre mi beavo delle mani abili del professor Downey sul mio corpo. Mi costrinse ad aprire le gambe e si posizionò lì mezzo, spingendo la patta dei pantaloni contro la mia intimità già umida. Lasciò svariati baci sul mio ventre per poi percorrere la sottile linea che andava dall'ombelico al seno con un dito. Afferrai i lembi della sua felpa per poi sfilargliela, rivelando il suo petto tonico e dannatamente attraente.
Avevo sempre voluto vederlo con i miei occhi.
Passai le mani sulle sue braccia muscolose e poi sui pettorali mentre continuava a baciarmi con passione. Il tutto mentre cercava di togliersi la cintura dei pantaloni. <<Faccio io.>> ci inginocchiamo l'uno di fronte all'altro e tirai giù la cerniera in modo lento, così che potesse eccitarsi ancor di più. <<Fai presto, dannazione!>> si lamentò.
<<Quanta fretta, professore.>> mi morsi il labbro in attesa di vedere cosa nascondesse nei pantaloni.
Finalmente tutte le mie fantasie sessuali si stavano avverando. Mi ero sempre chiesta quanto fosse grosso e in quel momento ce l'avevo proprio tra le mani.
<<Non ti facevo così.>> ansimò.
<<Te l'ho detto che non so essere gentile. E non hai ancora visto niente.>> infine gli tolsi sia i pantaloni che i boxer, lasciandolo completamente nudo davanti ai miei occhi. La V che andava dalle sue anche fino al membro dava un tocco esageratamente sexy al suo corpo perfetto.
<<Te ne stai lì a guardare, signorina Evans?>> sorrise maliziosamente.
Mi ripresi da quello stato di trance mentre mi faceva stendere nuovamente sul tappeto, adagiandosi su di me. Baciò l'interno della mia coscia per poi lasciare qualche bacio anche sulla mia intimità ormai bagnata. Affondai le mani tra i suoi capelli e gemetti al contatto delle sue labbra contro la mia pelle sensibile. <<Prendi la pillola?>> domandò staccandosi da me, prendendo il suo uccello in mano.
Annuii distrattamente. Avevo totalmente la vista annebbiata da quel momento, i miei sensi sembrarono spegnersi. Infine entrò dentro di me mentre faceva aderire i nostri petti. Mise la testa nell'incavo del mio collo e mi bloccò i polsi sopra la testa mentre spingeva il suo bacino contro il mio più in profondità. Avvolsi le gambe attorno al suo corpo mentre mi dava piacere. Ansimai e gemetti mentre i nostri corpi nudi, illuminati solo dal fuoco, si univano per la prima volta.
<<Conosci il mio nome, usalo!>> ordinò in preda all'eccitazione. <<Robert!>> gridai.
Venimmo entrambi mentre i miei muscoli sembravano aver smesso di collaborare. Sentivo le gambe molli, il respiro affannato e le guance arrossate per aver appena fatto l'amore con il mio professore.
Si stese al mio fianco e vidi il suo petto fare su e giù per lo sforzo. Non disse una parola, non ce n'era bisogno in effetti.
<<Resti a dormire?>> chiese improvvisamente.
<<Domani ho lezione.>>
<<Ci sveglieremo presto e ti accompagnerò nel dormitorio.>> mi prese la mano, se la portò alle labbra e ne baciò il polso. <<Promesso.>>
<<Va bene.>> sorrisi.Spazio me:
FINALMENTE.
WEEE ARE THE CHAMPIONS MY FRIEEEEEND
Ok basta così. Sta sera vado a vedere Spiderman 🥲

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𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
FanfictionSilvia è sempre stata una ragazza rigida alle regole, piena di passioni e sogni nel cassetto. Raramente capita che alzi la voce con qualcuno o che infranga le regole stesse, ma un uomo in particolare riuscirà a far crollare tutte le sue ambizioni e...