Capitolo sei

3.8K 166 21
                                    

Era una serata abbastanza tranquilla, tra la pioggia e la musica che suonava nelle mie orecchie. Mi trovavo in libreria a sistemare alcuni libri sugli scaffali mentre Diana rifaceva l'inventario. Capitava che volesse cambiare le posizioni dei generi letterari, ad esempio mi stavo occupando di risistemare i grandi classici negli scaffali vicino l'ingresso. Ogni tanto inciampavo nelle mie stesse cuffie con il filo, ascoltando il meglio di Elvis Presley. Il sole stava calando, la pioggia batteva sulla vetrata della porta e la libreria era quasi vuota. Nessuno usciva con quel tempo, solo un pazzo l'avrebbe fatto. Ma come sarei tornata al dormitorio? Il mio impermeabile e le mie calosce gialle non avrebbero retto tutta quell'acqua. Pregavo che smettesse di piovere, ma allo stesso tempo mi piaceva quell'atmosfera.
In quella stanza enorme mi trovavo da sola, circondata da tre scaffali alti fino al tetto e lunghi almeno sette metri. La metà dei libri era stata posizionata accuratamente, mi toccava finire di sistemare gli altri e sarei potuta andare a casa.
Improvvisamente sentii qualcuno picchiettarmi la spalla, così mi voltai, ritrovandomi davanti agli occhi l'immagine del professor Downey. Mi tolsi le cuffiette guardandolo dal basso verso l'alto, considerata la sua statura. <<Professor Downey.>> salutai.
Mi tolsi anche gli occhiali da lettura che stavano enormi sul mio viso e sciolsi quella crocchia scombinata che avevo improvvisato. Ero un totale disastro.
<<Signorina Evans, vedo che sei impegnata.>> osservò tutti quei libri, posando nuovamente lo sguardo su di me facendo una risatina divertita.
Mi aveva sicuramente visto ballare. Imbarazzante.
Era più bello del solito con i suoi pantaloni scuri e la sua maglietta nera con lo scollo a V. Era raro che vestisse così casual, ma amavo vederlo così sobrio e intimo. Ero abbastanza sicura che sotto la maglietta non indossasse nient'altro, tant'è che riuscivo ad avere un assaggio dei suoi pettorali grazie allo scollo. Era molto in forma.
<<Devo mettere a posto questi libri, eppure sembrano sempre di più.>> mi lamentai. <<Cosa ci fa qui?>>
<<Che tu ci creda o no, volevo comprare un libro.>> infilò le mani in tasca, sorridendomi lievemente.
Aveva i capelli leggermente umidi dalla pioggia, un velo di barba e uno sguardo penetrante. Non potevo sopportare tutta quella bellezza, Madre Natura era stata troppo generosa con lui.
<<C'è la mia collega di sopra, può chiedere a lei.>> feci per prendere una pila di libri, mettendoli tutti uno accanto all'altro.
<<Ma io volevo che fossi tu ad aiutarmi, credo proprio che tu sia la persona più adatta.>>
Mi voltai di scatto, attratta da quella proposta. Potevo aiutarlo eccome, ma trovarmelo così vicino in quel momento era imbarazzante per me. Stavo facendo dei pensieri orribili sul mio professore di letteratura, eppure quell'uomo mi avrebbe stesa subito con un suo sorriso.
<<D'accordo. Aveva già in mente qualcosa?>> mi avvicinai a lui, incrociando le braccia al petto.
<<Potrà sembrarti strano, ma volevo leggere uno di quei romanzi rosa che ti fanno impazzire così tanto.>> allargò il suo sorriso.
Dove voleva andare a parare? Lui non avrebbe mai letto un romanzo rosa neanche sotto tortura, allora perché lo stava facendo? Aveva un secondo fine, ne ero certa.
<<Mi prende in giro?>>
<<Non sono mai stato più serio. Mostrami qualcosa, sono aperto a qualsiasi sfida.>>
Mi rassegnai alle sue parole, ero troppo curiosa di vederlo leggere un genere per ragazzine arrapate. <<Da questa parte.>> camminai finendo in un'altra stanza grande quanto quella precedente, piena di tutte le storie d'amore possibili e immaginabili.
Il professor Downey si fermò a guardare quei libri per qualche secondo per poi rivolgermi il suo sguardo. <<Quale stavi leggendo l'altro giorno? Sembrava che ti piacesse molto.>>
Quel libro sicuramente non faceva per lui, era troppo spinto e mi avrebbe giudicata male a priori. Gli serviva qualcosa di soft, ma tutti i romanzi rosa contengono scene piccanti.
<<Non credo che possa piacerle.>> mi appoggiai alla parete, sostenendo il suo sguardo.
<<E perché mai?>>
<<È piuttosto erotico.>>
<<Insisto.>>
Mi arresi e presi il libro dallo scaffale, porgendoglielo. <<E... di cosa parla?>> domandò.
<<Parla di un uomo che decide di prendersi una pausa dalla sua vita frenetica a New York, rifugiandosi nell'insegnamento. A quel punto si innamora della sua alunna, iniziando a flirtare con lei durante le lezioni.>> spiegai. <<L'avevo avvertita che non le sarebbe piaciuto.>>
Lui scosse la testa, sfogliando alcune pagine. <<Lo prendo, anche se è piuttosto sconveniente data la situazione. E poi trovo che...>> lesse velocemente la trama. <<Il professor Hunter non sia tanto diverso da me.>>
Cavolo.
<<È tutto, professor Downey?>>
<<In realtà volevo proporti uno scambio equo.>>
Lo sapevo.
<<Di che si tratta?>>
<<Io leggerò il tuo preziosissimo romanzo rosa, ma voglio che tu legga Amleto.>> si avvicinò a me, inebriandomi con il suo profumo da uomo e il suo alito alla menta.
Che cazzo.
<<Ci sto. Sarà una bella sfida. Lei odia le storie d'amore e io odio Shakespeare, ci sarà da ridere.>>
Il professor Downey sorrise vittorioso, così lo condussi alla cassa per rivolgersi a Diana.
<<Dovrò aggiungere al mio conto personale anche Amleto, allora.>>
<<Oh no, voglio prestartelo io. Ho un'edizione perfetta, ti piacerà. Te lo porto domani in classe, trattalo bene.>> mi raccomandò per poi pagare il libro sotto lo sguardo meravigliato di Diana.
<<A che ora finisci di lavorare?>> si incamminò verso la porta seguito da me, guardando verso il basso.
<<Finisco alle nove, tra mezz'ora.>>
<<E come torni al dormitorio con questo tempo?>>
Sentii un tuono e sobbalzai, notando che il tempo stava peggiorando notevolmente.
<<Farò una corsa con il mio impermeabile giallo.>>
Il professor Downey guardò un attimo fuori, attraverso la vetrata. <<È pericoloso che tu giri da sola, di notte e con questa pioggia. Ti accompagnerò io.>>
Merda. In macchina con il mio professore? Non esiste.
<<Non importa, devo ancora cenare. Farò da sola, ma grazie.>> cercai di essere il più convincente possibile, ma il professor Downey non volle sentire ragioni.
<<Non ho mangiato nemmeno io, potrei ordinare delle pizze mentre ti aspetto.>>
Era talmente vicino che potevo sentire il suo respiro e il calore che trasmetteva il suo corpo. Gli sarei saltata addosso e gli avrei tolto quella dannatissima maglietta.
<<Professor Downey, davvero, non è necessario...>>
<<Ti aspetto qui fuori.>> disse per poi uscire dalla libreria.
Avrei cenato con lui. Da sola con il mio professore.
Non potevo, non era da me cacciarmi in queste situazioni. Anche se volevo passare del tempo da sola con lui, non potevo assolutamente innamorarmi del mio professore di letteratura, era davvero inappropriato.
Diana si avvicinò a me, risvegliandomi dai miei pensieri. <<Ti ha appena invitata a cena o mi sbaglio?>>
<<È solo una pizza. Gli faccio pena perché non ho ancora cenato e devo camminare per qualche isolato sotto la pioggia.>> spiegai raccattando la mia roba.
<<Non fartelo scappare, è proprio un bel bocconcino.>>
Lo era davvero. Era come se si prendesse cura di me, forse mi sbagliavo ma ci teneva che imparassi ad amare Shakespeare, forse per avere qualcosa in comune. Eppure mi aveva dato il suo numero di telefono, si ricordava dove lavoravo e si era offerto di mangiare una pizza con me.
Forse non era poi così cattivo come credevo.
Era la mia occasione per iniziare una conversazione con lui, per sapere di più sulla sua vita e sul perché dovesse tormentare proprio me. Il fatto è che mi ero infatuata di lui, era certamente un uomo molto attraente e le ragazze che facevano la fila per lui non mancavano di certo. Io non avevo speranze, ero solo una ragazzina, per di più una sua studentessa. Però volevo proprio sapere cosa si provava ad assaggiare un pezzo di paradiso con un uomo, non con un ragazzino qualunque.
Mi capitava ormai da quasi tre settimane di pensare a lui durante la notte o quando ero al lavoro. Pensavo a come sarebbe stato posare le mie labbra sulle sue o sentire le sue mani sul mio corpo. Ero una ragazzina sciocca, non avrei mai potuto essere alla sua altezza. In più c'era ancora un particolare che avrei dovuto considerare:
Lui era il mio professore.

𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑣𝑖𝑎 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora