Capitolo 44: Gli Dèi della Luce

283 15 15
                                    

Qualcuno bussò alla porta di Jason, facendogli spostare la concentrazione dalla mappa del campo di Percy e del suo castello che aveva davanti a sé sulla scrivania.

Jason si alzò e aprì la porta per trovare sua sorella maggiore, Thalia. Solo guardando la sua faccia, Jason capì perché era venuta a parlargli.

Lui e Thalia a malapena si erano parlati, perfino quando si incontravano sulla nave. Jason sapeva che Thalia stava collaborando con Erebo solo per assicurarsi che si liberasse di Percy. Su questo, entrambi erano d'accordo. Ma un volta sconfitto Percy, Jason era sicuro che sua sorella avrebbe mantenuto la promessa e se ne sarebbe andata. Gli aveva detto che sarebbe andata via per trovare il resto delle cacciatrici di Artemide.

"Come hai potuto?" Iniziò Thalia, dandosi il permesso di entrare nella piccola cabina.

"So che potresti non capire, Thalia, ma punirli era necessario," disse Jason, chiudendo la porta e girandosi per guardare sua sorella.

"Necessario? Come hai potuto stare a guardare mentre dei semidei innocenti venivano lanciati dentro a gabbie piene di mostri? Cosa hai che non va?" Urlò Thalia.

Jason sperava che nessuno sentisse la loro discussione. Non voleva che Erebo sapesse che Thalia dubitava delle sue azioni. "Thalia, non erano innocenti. Hanno lasciato andare Nico."

"Come lo sai? Forse non lo hanno visto? Come avete potuto deciderlo per loro?" Chiese.

"Per prima cosa, abbassa la voce a meno che tu non voglia che Erebo lo sappia," iniziò Jason.

Sua sorella si raddrizzò scioccata, gli occhi spalancati. Ma poi la sua espressione cambiò mentre rideva e incrociava le braccia. "Mi stai minacciando, Jason?"

"No, ma ti informo che sono disposto a fare qualsiasi cosa per aiutare Erebo a sconfiggere Percy," spiegò Jason.

Lei alzò gli occhi al cielo, ma la sua frustrazione era chiara. "Che senso ha sconfiggere Percy se equivale a rovinarti?"

"Non mi sto rovinando," disse Jason, spostandosi per sedersi di nuovo alla scrivania. "Se le guardie hanno visto o no Nico non importa. Hanno fallito nel loro lavoro. E facendolo Nico è riuscito a scappare via. Ti seri fermata a pensare a cosa ci costerà?"

"L'esercito di Percy è in netta minoranza e lo sa. Non importa che tipo di informazioni Nico gli potrebbe dare. Quello che importa sei tu che non fai niente e guardi mentre dei semidei della luce innocenti vengono dati al macello," disse Thalia.

"Pochi morti per una causa più grande non sono niente di cui preoccuparsi," disse Jason. "Ora vai, ho del lavoro da fare. Devo trovare un modo per entrare nel castello così da poter trovare la corona e porre fine a tutto questo."

Sua sorella non disse nient'altro mentre apriva la porta. "E ti consiglio di smettere di dare voce alle tue opinioni sul comando di Erebo. Lui è il nostro re e tu devi rispettarlo."

Thalia si fermò e si girò. I suoi bellissimi occhi blu bruciarono di rabbia. "Sia Erebo che Percy possono andare all'inferno. Nessun re risiede sopra di me," disse sbattendo la porta.

~

Le scale che erano apparse sotto di loro quando Percy aveva toccato il cerchio nero erano fatte di pietra. E nonostante la loro età, la roccia non era crepata né rotta. Dopotutto, nessuno aveva sceso le scale in migliaia di anni.

Le scale erano strette, così tanto che dovevano scendere un dietro l'alto. Le scale scendevano in cerchio, formando una spirale che sembrava senza fine se uno osava guardare in basso. L'area era stretta e soffocante e sembrava che perfino i muri di pietra si stringessero in ogni momento.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora