Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]

Capitolo 18: Un Desiderio da Ricordare

A volte, durante le fredde notti nella mia cella, penso di scappare. Mi chiedo: dove andrei? Da chi andrei? Non mi sono mai risposta. Tutto ciò che so è che se scappassi dovrei riuscire a uscire dall'Olimpo, solo allora avrei una possibilità. Se rimanessi nel regno di Percy, verrei trovata facilmente, perché non conosco niente al di fuori delle mura del palazzo. Non importa la loro grandezza, le enormi mura sembrano stringersi ogni giorno, soffocandomi.

Il palazzo è senza dubbio bellissimo, ma mi ha stancata. Non c'è niente che io voglia di più del vedere il mondo che si trova oltre, che sia del mio nemico o no. Non voglio altro che la possibilità di camminare per le strade liberamente, avventurarmi nella foresta dell'Olimpo senza delle manette spesse attaccate ai polsi. Ho dato per scontato il mondo intorno a me. Se avessi saputo che questo sarebbe stato il risultato, non mi sarei mai messa contro di lui. Ogni giorno, il ricordo del mondo esterno e circondato da una nebbia che non fa altro che aumentare.

Non c'è niente che desideri più di un momento all'esterno, un momento per essere libera e non ammanettata alla mia eterna punizione.

A volte mi piace immaginare che, forse, tra centinaia di anni, mi perdonerà e mi lascerà andare. Mi piace immaginare che il suo cuore smetta di essere freddo e duro come il ghiaccio e si sciolga fino a che Percy non mi lascia finalmente vivere. Ma ogni volta che i nostri occhi si incrociano, sento il freddo odio che ribolle dentro di lui verso di me e so capisco che non sarò mai libera da lui. Forse neanche lo merito.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 112

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Fin da bambina, tutto quello che ho sempre voluto è dimostrare il mio valore. Non voglio lasciare questo mondo ed essere ricordata come la bionda stupida o la semidea che non ha avuto alcun successo. Questo pensiero mi tiene sveglia molte notti. Mi trovo intrappolata in una guerra infinita di continui rigiri nel letto, implorando il sonno di prendere il sopravvento.

Quando sono arrivata per la prima volta a Campo Mezzosangue, non volevo altro che ottenere un'impresa per dimostrare il mio valore e diventare un eroe. Per un lungo tempo, quel sogno è diventato realtà. Compiere delle imprese con Percy mi ha liberata dalla prigione che il campo era lentamente diventato. Anche sei il periodo in cui stavamo inseguendo Gea è stato difficile, lo amavo lo stesso. Amavo lo stesso l'infinita scarica di adrenalina, l'eccitazione e il mistero che prendevano il sopravvento dentro di me durante un'impresa.

Ora tutto questo è andato. Un giorno, quando morirò, verrò ricordata solo in un modo: sarò l'eroe che ha deluso il suo campo ed è diventata uno schiavo del nemico. Non voglio che succeda. Mi rifiuto di morire con quel titolo sopra la testa. Preferisco non essere ricordata per niente. Morire con questo titolo vorrebbe dire che ho deluso migliaia di innocenti, ma significherebbe anche che ho deluso me stessa.

Percy aveva sempre saputo che Annabeth soffriva molto per cercare di dimostrare il suo valore. Aveva sempre avuto difficoltà nel provare a diminuire lo stereotipo della "bionda stupida" che pensava galleggiasse sopra la sua testa. Sapeva anche che desiderava solo dimostrare di poter essere un eroe, qualcuno che si gettava davanti al pericolo e salvava infinite vite senza esitare, qualcuno che faceva la cosa giusta quando nessun'altro lo faceva.

Annabeth era quell'eroe. Percy lo ammetteva. Non riusciva a ricordare una volta in cui era stata egoista o completamente senza cuore nei confronti delle vite altrui. Nonostante ciò, aveva accettato il piano di Frank di rinchiuderlo e cercare di ragionare con lui, questo lo sorprendeva. Certo, era caduto volontariamente nella trappola di Jason, rinchiudendosi nel vaso di Pandora, perché sapeva che sarebbe stato portato nel cuore dell'Olimpo, dove avrebbe rilasciato il caos. Ma lo aveva fatto per il suo popolo, che era stato rinchiuso per migliaia di anni, lasciato a marcire su un'isola che lo stava lentamente soffocando.