Capitolo 11: Due Piani e Una Profezia

392 15 1
                                    

Di solito gli incubi vanno e vengono, come onde contro una roccia. Le onde sono infinite e crescono ogni volta che si infrangono. Io sono la roccia e le onde gli incubi. Sono vari, ma ognuno mi provoca aggrappandosi con forza a quello che mi piace di me e usandolo contro di me. A volte, nei miei incubi, vedo Atlanta con le lacrime agli occhi che mi urla per aver fallito nello sconfiggere Percy. Altre volte, mi trovo alla fine della spada di Ottavia a implorare per la mia vita, lasciando che la paura di essere una codarda prenda il sopravvento. Ma l'incubo peggior è quello in cui riesco a salvare Percy, riportandolo a quello che pensavo fosse. Alcuni direbbero che è un sogno bellissimo, non un incubo, ma io conosco Percy. Non è un incubo per me, ma un incubo per lui. Quello soltanto mi terrorizza e mi fa dubitare di me stessa, facendomi porre la domanda più importante e temuta: sono io quella cattiva? È Percy l'eroe che ha avuto successo e io la cattiva che ha fallito? Non sono sempre gli eroi a vincere e i cattivi a perdere? Credo che non riuscirò mai a rispondere a questa domanda, ma solo il tempo potrà dirlo.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 4

~

L'emozione ribolliva dentro Hazel quando si sedette vicino a Frank a pranzo. La sera precedente, le era venuta in mente un'idea, un piano per entrare nella cabina di Atena in sicurezza e senza essere beccati. Ci aveva pensato tutta la notte e quando aveva finito di considerare tutte le sue opzioni e di scegliere la strada migliore, il sole era sorto nel cielo.

Aveva comunque aspettato di aspettare fino al pranzo per dire agli altri il piano, perché era il pasto più lungo della giornata e avevano un'ora intera per discutere prima di tornare al lavoro. Aspetto che tutti fossero seduti, poi, senza esitazione, iniziò.

"Ho un piano." Disse

Tutti alzarono lo sguardo dai loro piatti, con gli occhi spalancati che brillavano di interesse.

"Avevo notato che eri un po' agitata a colazione." Disse Reyna. "Quando ci hai pensato?"

"Questa notte." Spiegò Hazel. "L'idea si è accesa da sola nella mia testa."

"E?" Chiese Frank. "Spiega per favore."

"Non vi spiegherò tutto ora, mi servono alcune cose da voi, ragazzi. È più impegnativa la preparazione che l'esecuzione del piano." Hazel spostò l'attenzione su Leo, che era seduto infondo al tavolo. "Leo, quanto velocemente riesci a creare un paio di bombe a orologeria?"

Leo mise giù il suo cucchiaio, con un sorriso selvaggio sul viso e un luccichio negli occhi. "Se il tuo piano include il dare fuoco a delle cose, ci sto, ma mi serviranno alcuni ingredienti. Non si tratta di molto, solo poche cose qua e là."

"Immaginavo fosse così, motivo per cui mi serve che tu faccia una lista di tutto il necessario. Ho bisogno anche degli orari di lavoro di tutti quanti, così so a chi assegnare quali ingredienti e materiali per Leo."

"Che cosa hai in mente, Hazel?" Chiese Piper curiosa, ma con un sorriso.

Hazel non poté fare a meno di sorridere anche lei. "Beh, ci serve del tempo, giusto? E il tempo non è dalla nostra parte, quindi ho in mente di crearlo."

~

La giornata passò velocemente. Tutto intorno a lei accadde come se niente fosse. Solo un pensiero continuava a girarle per la testa, un pensiero che la teneva sveglia di notte e nella paura di giorno. Per essere precisi si trattava di un nome: Percy.

Il pensiero che lui guardasse ogni sua mossa e piegasse le sue azioni a suo piacere, la terrorizzava. Il suo potere di manipolazione era imbattibile, ma un tempo Annabeth aveva pensato di poter manipolare lui, cosa che l'aveva portata dritta nella sua trappola.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora