Capitolo 28: Un Dono Degno di un Leone

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A volte, sogno come sarebbe svegliarsi e trovarmi a vivere una vita normale. Immagino di svegliarmi nella cabina di Atena, a Campo Mezzosangue, prepararmi per la colazione e andare verso il padiglione del pranzo e incontrare Percy e il resto dei miei amici. Una vita normale, pacifica. Ma per quanto io lo sogni o preghi che si avveri, continuo a svegliarmi in una cella buia, piccola e soffocante, con le catene ancora intorno ai polsi e ancora nella condizione di schiava.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 365.

~

Nico odiava Erebo.

Ogni volta che si trovava nella stessa stanza del dio primordiale, non desiderava altro che andare via o lanciare una borsa di mattoni verso di lui. Non solo lo odiava, ma neanche si fidava di lui. Nico non credeva a una parola che usciva dalla bocca di Erebo quando faceva i suoi discorsi su come avrebbe liberato i semidei della luce dall'oppressione di Percy e gli avrebbe dato tutto quello che avrebbero potuto desiderare una volta salito al trono.

Nico voleva lasciare il campo, come aveva fatto Chirone. Ma non aveva nessuno posto dove andare, visto che non voleva andare sull'Olimpo e dubitava che Erebo gli avrebbe permesso di farlo. Aveva piazzato delle guardie lungo la circonferenza del campo. Da quando era arrivato, diversi dèi minori avevano raggiunto il campo per unirsi a Erebo.

Nico non stava da nessuna parte, perché Erebo era un pazzo in attesa del momento giusto per colpire e Percy era un sociopatico che aveva ferito e manipolato degli innocenti per arrivare al comando. Fino a quel momento non aveva osato parlare con Jason dei suoi dubbi su Erebo, perché era una causa persa. Il dio aveva saputo come fare il lavaggio del cervello al figlio di Zeus, piegando la verità e manipolando le sue paure e fantasie più profonde per renderlo un soldato cieco e leale.

Indipendentemente da quanto Erebo fosse stato buono con lui, Nico sapeva che era tutto una bugia, un modo per portarlo a fidarsi di lui. Nonostante il so odio per l'antico dio, Nico si trovava ancora a dubitare i suoi stessi pensieri. E se Erebo in realtà fosse stato buono? Se il suo diventare re avesse davvero portato la pace? Ogni volta si toglieva questi pensieri dalla testa.

Si alzò dal letto su cui era sdraiato e lasciò la cabina. Anche dopo essersi ripreso la sua cabina, Nico non riusciva più dormirci comodamente. Il disagio portava a molte notti senza sonno.

Era anche strano vivere nella cabina senza sua sorella. Gli mancava Hazel. Il pensiero di come stesse gli attraversava la mente spesso e il fatto che servisse Percy e vivesse costantemente a sua disposizione non aiutava.

Nico si diresse verso la cabina di Jason, pregando che Erebo non fosse con lui, a parlare da solo o discutere piani di battaglia come al solito. Bussò alla porta e aspettò qualche secondo prima che la porta si aprisse e venisse accolto da Jason.

"Erebo è qui?" Chiese cercando di guardare nella cabina dietro Jason.

"No." Rispose, sentendo l'urgenza di Nico. "Ed è Lord Erebo." Aggiunse con un pizzico di fastidio.

Nico ignorò il commento. "Bene. Devo parlarti."

Jason sospirò e si spostò, lasciando entrare Nico. I due semidei si sedettero intorno al tavolo di legno rotondo. Delle mappe erano sparse ovunque, ma due catturarono il suo occhio: una mappa dell'Olimpo e della Grecia.

"A cosa serve la mappa della Grecia?" Chiese indicandola.

Gli occhi di Jason si illuminarono di felicità. "Presto lo scoprirai."

La risposa non rassicurò Nico, anzi, lo preoccupò di più. Ma non insistette sull'argomento, aveva cose più importanti di cui discutere.

"Ti devo parlare di Erebo. Non pensi che gli stai dando troppo controllo?"

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora